Anticipo della data al 18 febbraio per i vaccini agli over 80, si rischia una falsa partenza
Anche a Lecco la campagna di vaccinazioni va ritoccata e c’è carenza di infermieri
LECCO – Giornate intense, caotiche, di riunioni, video conferenze tra enti, medici e istituzioni locali, il tutto per non farsi trovare impreparati e consentire l’effettiva partenza della campagna vaccinale anti-Covid per gli ultraottantenni da giovedì 18 febbraio.
La partenza di questa nuova fase di vaccinazioni era stata inizialmente stabilita per il 24 febbraio, così come era stata annunciata in Consiglio Regionale dall’assessore e vicepresidente Letizia Moratti, ma giusto ieri è stata resa nota da Regione la nuova data, anticipata al 18 febbraio.
Strettissimo il margine per prenotarsi: le adesioni potranno essere effettuate solo tre giorni prima, da lunedì 15 febbraio, attraverso il proprio medico di base o farmacia (con tessera sanitaria e lasciando un recapito telefonico) oppure tramite il portale creato appositamente dalla Regione (clicca qui) che sarà in funzione sempre da lunedì.
Il tempo stringe anche per chi dovrà organizzare nel concreto le vaccinazioni sul territorio. Fortunatamente nel lecchese, la sinergia che si è creata, in particolare durante la complicata campagna di vaccinazioni contro l’influenza, ha consentito di elaborare da tempo un piano vaccinale e con la collaborazione dei medici di famiglia è stata attuata una mappatura degli over 80 residenti in provincia. Ora il piano dovrà essere ritoccato in base alle nuove date e soprattutto dovranno essere definiti ufficialmente i luoghi delle vaccinazioni.
Le dosi previste per gli ultraottantenni sono del vaccino Pfizer e quindi necessitano di accorgimenti logistici importanti, per garantire la conservazione del farmaco e il suo utilizzo nei tempi previsti. Per questo motivo non si prevedrebbe una dislocazione di punti vaccinali ‘a macchia di leopardo’ sul territorio, piuttosto saranno identificate poche strutture in provincia dove concentrare le vaccinazioni.
Un’emergenza seria che sta emergendo è quella relativa al personale che dovrà essere impiegato per le vaccinazioni: i medici di base si sono messi a disposizione ma la carenza principale è quella di infermieri, già impegnati sulle strutture del territorio. Nelle scorse settimane, l’ATS Brianza, cosi come altre aziende sanitarie lombarde, aveva aperto un bando per raccogliere adesioni tra medici e infermieri che potessero prestare il loro servizio come volontari nella campagna vaccinale.