Colico. Passerella sull’Adda, la protesta degli ambientalisti

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Flash mob sabato delle associazioni contro il progetto del ponte ciclopedonale sull’Adda

“Opera costosa, eccessiva. Deve prevalere la necessità di tutelare la riserva dei Piani di Spagna da qualsiasi disturbo”.

COLICO – “Vogliamo vedere l’acqua nel fiume, non un nuovo costoso ponte verso la Riserva Naturale del Pian di Spagna” è il messaggio portato sullo striscione dalle associazioni ambientaliste che sabato hanno manifestato con un flash mob sulle rive dell’Adda contro il progetto del nuovo ponte ciclopedonale tra Colico e Gera Lario.

Una contrarietà già espressa nelle scorse settimane, messa nero su bianco il 26 aprile in sede di conferenza dei servizio quando Legambiente e WWF hanno diffidato il Comune di Colico a procedere con l’iter autorizzativo e dal realizzare l’opera per cercare un’alternativa.

Il progetto della passerella ciclopedonale sull'Adda tra Colico e Gera Lario
Il progetto della passerella ciclopedonale sull’Adda tra Colico e Gera Lario

“Si tratta di un’opera finanziata con circa 2 milioni e mezzo di denaro pubblico e il cui costo è destinato ad aumentare per l’impennata dei prezzi dei materiali – scrivono le associazioni – Il ponte non è previsto nel Piano della Riserva. La deliberazione del Consiglio regionale della Lombardia n. 1913 del 6.2.1985 vieta di costruire manufatti, nuove strade e di trasformare quelle esistenti salvo che non siano previsti dal Piano della Riserva. È mancato il necessario confronto con l’Ente gestore della Riserva durante le fasi di approfondimento e definizione progettuale con particolare riguardo alle scelte localizzative e tipologiche. Non è inserito nei PGT di Colico e di Gera Lario”.

Queste le principali obiezioni degli ambientalisti, oltre al fatto che la passerella in questione “non ha rapporto con il paesaggio naturale e storico del Pian di Spagna – aggiungono – è una struttura ‘eccessiva’ che si dovrebbe ergere per ben 28,5 metri sopra il piano di campagna, con un grave impatto dei terrapieni e delle rampe sugli argini, interrompendo la linea dell’orizzonte”.

“La connessione tra i percorsi ciclopedonali non deve essere confusa con la mobilità nel territorio della Riserva che necessita di un Piano oggi inesistente – dicono ancora le associazioni – Il nome del progetto ‘Passerella ciclopedonale per il collegamento del Sentiero Valtellina alla Riserva naturale del Pian di Spagna’ non è corretto: l’esigenza principale è assicurare a pedoni e ciclisti l’attraversamento sicuro del fiume, non l’ingresso nella Riserva. È in relazione al ponte stradale-ferroviario esistente che bisogna cercare la connessione tra i percorsi laddove interferiscono con il territorio della Riserva. Deve prevalere la necessità di salvaguardare il territorio da ogni fonte di disturbo che può derivare dall’apertura di canali di ingresso all’area protetta”.