Le analisi della Goletta dei Laghi di Legambiente alle foci dei fiumi e torrenti che giungono al lago
Quattro punti analizzati su sei sono risultati inquinati o fortemente inquinati
LECCO – Quattro punti su sei “inquinati” e “fortemente inquinati”: è questo il bilancio complessivo dei campionamenti eseguiti da un team di tecnici e volontari di Legambiente sulla sponda lecchese del Lario nell’ambito di Goletta dei Laghi 2022, la campagna estiva dell’associazione ambientalista in difesa delle acque dei bacini lacustri italiani. Nel mirino, come di consueto, canali e foci, i principali veicoli con cui l’inquinamento microbiologico causato da cattiva depurazione o scarichi illegali arriva nei laghi.
I risultati delle analisi microbiologiche effettuate sui campioni prelevati nei giorni scorsi sono stati resi noti questa mattina durante la conferenza stampa tenutasi presso la Sala Consiliare del Comune di Lecco: intervenute Laura Bevacqua, portavoce di Goletta dei Laghi; Valentina Minazzi, vicepresidente di Legambiente Lombardia; Costanza Panella, presidente del Circolo di Legambiente Lario Sponda Orientale e l’assessore comunale Renata Zuffi.
Due, nello specifico, i punti risultati “fortemente inquinati”: quello campionato alla foce del torrente Valle dei Mulini a Bellano e quello presso la foce del Torrente Esino. “Inquinato” un punto, campionato alla foce del canale Borgo Francone, per la prima volta al centro dei monitoraggi di Goletta dei Laghi. Entro i limiti di legge, invece, gli altri due punti campionati rispettivamente alla foce del torrente Bione e a lago di fronte alla foce del torrente Gallavesa.
Comune | Prov | Località | 2022 |
Colico | LC | Foce canale Borgo Francone, sx Adda | Inquinato |
Bellano | LC | Foce torrente Valle dei Mulini (Oro) | Fortemente inquinato |
Perledo | LC | Lago, presso la foce del torrente Esino | Fortemente inquinato |
Mandello del Lario | LC | Foce torrente Meria | Fortemente inquinato |
Lecco | LC | Foce torrente Bione | nei limiti |
Vercurago | LC | Lago fronte Foce Torrente Gallavesa | nei limiti |
“La situazione della sponda orientale del Lario anche quest’anno non è positiva, molti i punti critici. Ciò, anche a dispetto del fatto che spesso i torrenti presso i quali facciamo i campionamenti siano secchi e non contribuiscano quindi all’apporto diretto di scarichi – dichiara Valentina Minazzi, vicepresidente di Legambiente Lombardia – Possiamo forse pensare che la siccità abbia contribuito a ridurre la diluizione e a concentrare di più gli inquinanti, ma questa ipotesi non ci può rassicurare. Anzi. Proprio questa condizione ci conferma ancor di più la necessità di accelerare gli interventi e l’attenzione verso le nostre acque”
“A Colico l’ultimo tratto del torrente Inganna si è presentato asciutto. È risultato inquinato, invece, malgrado la presenza diffusa per un lungo tratto delle ninfee con la loro azione di fitodepurazione, il prelievo alla foce del canale Borgofrancone che raccoglie lo scarico del depuratore, da tempo considerato insufficiente e oggetto di un ampliamento i cui lavori sono in corso – commenta Costanza Panella, presidente del Circolo di Legambiente Lario Sponda Orientale – La foce del torrente a lato della spiaggia di Oro, nel Comune di Bellano, ha confermato l’andamento alterno ed è risultata fortemente inquinata. Si rende necessaria una verifica degli scarichi domestici a monte. Sul confine tra i Comuni di Perledo e Varenna il prelievo nel lago (l’Esino alla foce si è presentato asciutto), e a Mandello del Lario quello nella foce della Meria, sono risultati fortemente inquinati, confermando l’andamento alterno degli ultimi dieci anni, con una frequenza negativa maggiore per il primo. Notizie migliori per la zona di Lecco: il Bione, che nel 2014 era risultato fortemente inquinato, quest’anno è risultato nei limiti e il Gallavesa è nei limiti per due anni di seguito”.
Nel frattempo il Lario è al minimo storico del periodo per quanto riguarda il livello dell’acqua e conserva solo il 5% della sua capacità di invaso. Nel bacino del Lario in questo momento gli invasi montani stanno trattenendo quasi 200 milioni di mc di acqua, mentre il Lario stesso dispone appena di 13 milioni di mc di acqua nel suo invaso regolato.
“Sono ovviamente contenta dell’esito del monitoraggio condotto sul Bione – ha commentato l’assessore Renata Zuffi – come Amministrazione stiamo investendo molto su quest’oasi. Al di là di questa specifica, io credo che su temi come questi i confini ‘amministrativi’ siano davvero labili, ciò che conta è riuscire a confrontarsi. Oggi il problema dell’acqua c’è e va affrontato, dobbiamo capire come cambiare la nostra prospettiva. Ad esempio dal punto di vista infrastrutturale si potrebbe valutare la creazione di cisterne di raccolta dell’acqua piovana dalla quale poi poter attingere, in situazioni di siccità, per innaffiare giardini e orti o da avere comunque come riserva idrica. Ringrazio la Goletta dei Laghi per questi monitoraggi”.
La Goletta dei Laghi è stata anche l’occasione per presentare il progetto LAKE COMO GREEN che intende promuovere modelli di transizione ecologica in ambito turistico, culturale e sociale in altri contesti territoriali, attraverso strategie di coinvolgimento delle realtà locali che vivono in un contesto caratterizzato da un forte impatto antropico. Il progetto è nato in risposta al Bando di Fondazione Cariplo “Effetto ECO”, vede la partecipazione di Legambiente Lombardia, Mondovisione Società Cooperativa Onlus e del Centro di didattica ambientale Proteus, ed è cofinanziato dalla Camera di Commercio di Como e Lecco.
Alla conferenza stampa erano presenti anche il presidente dell’Ufficio d’Ambito di Lecco Marco Bonaiti e Matteo Grazioli di Lario Reti Holding: “Sicuramente la nostra azione di controllo è continua e costante in tutta la Provincia – ha commentato Bonaiti – spesso rileviamo dei problemi di carenza infrastrutturale importanti che vanno colmati anche con investimenti da parte dei privati che devono collegarsi alla rete fognaria. Spesso il problema nei torrenti sono gli scarichi abusivi”. Grazioli ha ricordato i campionamenti condotti da Lrh e da Arpa: “Tutti i nostri 28 depuratori sono sottoposti a questo tipo di analisi – ha ricordato – sono sia automatiche che manuali e in caso di problemi siamo subito avvisati. Il monitoraggio è costante e l’attenzione massima”.