Legambiente, WWF, Cros e Orma rimarcano le contraddizioni normative dell’opera
“Ponte non previsto nel piano della Riserva né dai Pgt dei comuni e ha una struttura eccessiva rispetto al paesaggio”.
COLICO – Dopo le critiche del PD, contro la realizzazione della nuova passerella sull’Adda tra Colico e Gera Lario rimarcano con forza il loro ‘no’ quattro associazioni ambientaliste (Legambiente, WWF, Cros e Orma) riunite nel gruppo ‘Occhi sul Pian di Spagna’ per vigilare sul rispetto dell’omonima riserva.
Gli ambientalisti hanno chiesto, nella conferenza di servizi dello scorso aprile, che il procedimento di approvazione del progetto di nuovo ponte ciclopedonale sul fiume Adda sia archiviato in favore di altra soluzione.
“E’ bene ricordare che si tratta di un’opera finanziata con circa 2 milioni e mezzo di denaro pubblico e il cui costo è destinato ad aumentare per l’impennata dei prezzi dei materiali” spiegano le associazioni che rimarcano le contraddizioni normative in cui incapperebbero gli enti realizzatori:
“Il ponte non è previsto nel Piano della Riserva. La deliberazione del Consiglio regionale della Lombardia n. 1913 del 6.2.1985 vieta di costruire manufatti, nuove strade e di trasformare quelle esistenti salvo che non siano previsti dal Piano della Riserva – quindi per le associazioni – È mancato il necessario confronto con l’Ente gestore della Riserva durante le fasi di approfondimento e definizione progettuale con particolare riguardo alle scelte localizzative e tipologiche”
Inoltre “il ponte non è inserito nei PGT di Colico e di Gera Lario. La connessione tra i percorsi ciclopedonali esterni (Valtellina, Val Chiavenna, Lario occidentale) non deve essere confusa con la mobilità nel territorio della Riserva che necessita della definizione di un Piano oggi inesistente. Il nome del progetto ‘Passerella ciclopedonale per il collegamento del sentiero Valtellina alla Riserva naturale del Pian di Spagna’ non è corretto: l’esigenza principale è assicurare a pedoni e ciclisti l’attraversamento sicuro del fiume, non l’ingresso nella Riserva”.
Per questo però, rimarcano le associazioni, “esistono una strada statale e un ponte stradale-ferroviario ed è in relazione a queste infrastrutture che bisogna cercare la connessione tra i percorsi sopranominati laddove interferiscono con il territorio della Riserva” che deve invece tutelare la biodiversità anche, spiegano, “da ogni forma di disturbo”.
Infine, “l’opera progettata non ha rapporto con il paesaggio naturale e storico del Pian di Spagna, è una struttura ‘eccessiva’ che si dovrebbe ergere per ben 28,5 metri sopra il piano di campagna, con un grave impatto dei terrapieni e delle rampe sugli argini, interrompendo la linea dell’orizzonte”.