Piena la sala civica Pertini ieri sera, martedì, a Osnago per l’incontro promosso dal Comitato No Antenna
“Non scompariremo qualora dovesse sorgere l’installazione alle Marasche: bisogna vigilare e controllare lo tsunami del 5G”
OSNAGO – “Una cosa è sicura: il comitato non morirà anche qualora dovesse sorgere l’antenna alle Marasche. Forti delle 500 firme raccolte finora, siamo qui per vigilare e contrastare l’installazione incontrollata di queste apparecchiature sul territorio”.
Sono le parole, battagliere e decise, con cui Marco Riva, esponente del Comitato No Antenna nonché capogruppo del gruppo di minoranza Orgoglio Osnago, ha voluto chiudere l’incontro “5G ed elettrosmog: siamo davvero sicuri?” promosso ieri sera, martedì, in sala civica. Tante le persone presenti per ascoltare le testimonianze di Paolo Orio, presidente dell’associazione italiana elettrosensibili e Nunzia Di Fonte, medico del lavoro e di medicina ambientale, da anni impegnati a diffondere maggiore consapevolezza sui possibili rischi provocati dalle continue esposizioni alle onde elettromagnetiche dei dispositivi cellulari.
A introdurre la serata Francesco Mandelli, noto comico e volto televisivo, originario proprio di Osnago, pronto a sposare la battaglia della madre, Caterina Manca, presidente del Comitato No Antenna e a chiedere di alzare l’attenzione sulle problematiche che questi impianti producono sulla salute delle persone.
Con l’ausilio di slides e anche di un manichino, utilizzato per dare idea di come sono stati effettuati negli anni ‘50 gli studi scientifici che hanno confinato gli effetti prodotti dai campi elettromagnetici sugli essere vivente esclusivamente a quelli di tipo termico (dovuti al surriscaldamento del dispositivo), Orio ha subito precisato come le informazioni sull’inquinamento elettromagnetico siano lontane dai circuiti mainstream e ha ribadito la necessità di dover trasmettere informazioni oggettive per creare conoscenza e consapevolezza con cui arrivare ad azioni individuali e collettive.
“Il 5G sarà uno tsunami che ci sommergerà, andando ulteriormente a incrementare la radiazione prodotta dall’uomo, già cresciuta in maniera esponenziale negli ultimi anni”. A spaventare è proprio la velocità con cui si sta muovendo questo “mercato”: “Se potessimo indossare degli occhiali speciali vedremmo intorno a noi una fitta nebbia elettromagnetica. Inutile dire che le persone maggiormente esposte, proprio per la loro conformazione fisica, sono i bambini”.
In un lungo excursus su come la società scientifica si è approcciata in questi decenni al tema, Orio ha parlato dei diversi approcci alla questione, da quello conservativo – negazionista a quello cautelativa, citando la nascita di appositi istituti, come l’Icnirp, nato proprio per vigilare su questi aspetti e puntando il dito contro limiti, finora stabiliti, giudicati troppo blandi o facilmente raggirabili: “Con questi indici, ci ammaliamo nei limiti della legge” le parole sconfortate di chi, in più occasioni, ha chiesto maggiore consapevolezza e attenzione nei confronti di un “nemico” invisibile.
Che di danni ne avrebbe già fatti visto che colpisce, stando ai dati snocciolati da Nunzia Di Fonte, una quota di popolazione stimata tra l’1 e il 3%. “L’elettrosensibilità è una malattia vera e propria che colpisce soprattutto chi è geneticamente predisposto. Con il 5G il problema aumenterà e per questo nel 2017 ero stata tra i firmatari di una moratoria per chiedere di porre attenzione a questa nuova tecnologia effettuando anche degli studi ah hoc. Abitiamo in case invase da campi elettromagnetici” ha aggiunto sottolineando di essere lei stessa affetta da questa malattia.
“Non possiamo dire che i campi elettromagnetici producano solo effetti termici, ma in diversi studi scientifici indipendenti sono stati registrati altri effetti diretti, come la stimolazione di muscoli, nervi e organi sensoriali oppure corrente negli arti oppure indiretti”. Di Fonte ha precisato come l’Oms non riconosca ufficialmente l’elettrosensibilità come malattia, richiamando l’appello di Fribrugo, sottoscritto nel 2012, per creare delle aree pubbliche free elettrosmog per tutelare la salute pubblica dei cittadini.
E’ solo con le domande del pubblico che il discorso ha preso poi una piega più osnaghese con una ragazza che, rompendo gli indugi e condividendo con la sala il proprio vissuto di persona “fragile”, ha affermato, senza troppi giri di parole: “Se mi piazzano l’antenna a fianco di casa mia, mi arrabbio. E mi chiedo, come possiamo difenderci, cosa possiamo fare per noi stessi?”
Domande che hanno così portato il piano della discussione a quanto sta avvenendo a Osnago, dove una compagnia telefonica ha chiesto di installare un’antenna alta 34 metri in via delle Marasche, all’interno di un terreno privato. Dopo aver provato, in un primo tempo, a opporsi alla richiesta, l’amministrazione comunale, a seguito di un confronto con gli enti preposti e con un legale, ha autorizzato la posa del dispositivo, ritenendo di fatto impossibile opporsi, stante le attuali regole del gioco, al diritto della società di telefonia mobile.
Un via libera che ha scatenato perplessità e forti opposizioni con la nascita di un comitato e di una contestuale raccolta firme. “I mezzi per bloccare il proliferare delle antenne ci sono” ha replicato Orio, evidenziando la necessità di redigere un regolamento comunale e un piano antenne, tutelando le zone sensibili come scuole, asili e luoghi di aggregazione. “Ci sono delle sentenze che cominciano a riconoscere i danni provocati dalle onde elettromagnetiche. Bisognerebbe iniziare a dire che è il gestore che deve assicurare che le emissioni emesse sono tranquille e sicure senza che siano le amministrazioni comunali a rischiare cause legali”.
A prendere parola, unico sindaco presente in sala tra i 16 invitati (l’invito era stato rivolto ai primi cittadini del Meratese e a quelli dei Comuni della Provincia di Monza Brianza più vicini a Osnago), il sindaco di Cernusco Gennaro Toto. Applaudito dal pubblico per averci messo la faccia, ha rimarcato come Cernusco si stia muovendo per adottare “tutti gli strumenti possibili per tutelarci. E’ vero però che a livello normativo e legislativo le amministrazioni sono messe male. Ascoltando gli interventi di questa sera, ho avuto un dejavù sul passato, quando, qualche decennio fa, si parlava della lotta al fumo delle sigarette e le multinazionali del tabacco negavano gli effetti nocivi”.
Pieno sostegno quindi al Comitato e agli eventi come quello di ieri, promossi per approfondire e conoscere: “Devo però dire che questo è un tema impopolare perché tutti vogliamo essere sempre connessi. Dobbiamo promuovere un uso consapevole dello strumento e limitarne i danni”.
La stessa direzione sottoscritta dalla presidente del Comitato Caterina Manca che, parlando di tecnologia sostenibile, ha ribadito l’importanza dei controlli, continui e costanti, su questi dispositivi. “Non possiamo accontentarci di un’uscita di Arpa, queste antenne devono essere sempre controllate al fine che i parametri vengano rispettati”.
Un tema, quello dell’importanza di mettere la salute pubblica al primo posto, su cui si consuma lo scontro con l’amministrazione comunale, tacciata di essersi data per vinta troppo presto.
L’intervento di Guido Raos, consigliere di maggioranza a Osnago, coraggiosamente avvicinatosi al microfono per rimarcare l’assenza di un vero contraddittorio durante la serata condotta da due relatori appartenenti a una stessa associazione, si è di fatto chiuso frettolosamente stante le critiche giunte da più persone presenti in sala.
Ad attaccare in maniera più dura l’amministratore Francesco Mandelli: “Ci interpellate per mille cose e avete deciso di mettere l’antenna senza chiederci il permesso” ha ringhiato, difendendo con orgoglio la “battaglia iniziata da mia madre” e condivisa dal padre, per 40 anni medico in paese.
Tra i rimbrotti di un pubblico sempre più insofferente, Raos ha provato ad aggiungere di aver trovato interessante la seconda parte dell’incontro, in cui si è parlato dei comportamenti e dell’uso consapevole che le persone devono avere delle tecnologie, ricordando come Osnago avesse già approvato, in tempi non sospetti, un regolamento sulle antenne, ora superato, se non travolto, dalle nuove normative. “Il nostro ufficio tecnico non ha le competenze, da solo, per affrontare un tema così complesso: è necessario consorziarsi con altri Comuni”.
Seduto in sala in prima fila anche il consigliere di minoranza a Colle Brianza Aldo Dal Lago che ha chiesto materiale informativo e divulgativo sull’uso consapevole dei dispositivi cellulari.
L’incontro si è poi chiuso con l’impegno di Riva di promuovere altre occasioni di confronto e di dibattito e la promessa di non lasciare morire il comitato anche qualora l’antenna dovesse svettare in via delle Marasche.