A Merate l’intensa testimonianza del procuratore Gratteri: “La forza delle mafie? Il consenso”

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Nicola Gratteri Merate

Gremito l’auditorium comunale per l’incontro con il procuratore a capo della Procura di Napoli dal 2023

Gratteri cita il caso dei vandalismi all’autosilos di Merate a opera di ragazzini: “Intervenire subito: non è solo una questione di giustizia, ma anche di impegno sociale”

MERATE – Un invito a essere coerenti. E la conferma che le mafie non esisterebbero se non trovassero il consenso popolare. E’ stata una serata di ampio respiro e approfondimento quella vissuta ieri sera, mercoledì, in auditorium grazie all’incontro che ha visto protagonista Nicola Gratteri, procuratore capo a Napoli, invitato a Merate per presentare il suo ultimo libro “Una cosa sola” scritto insieme ad Antonio Nicaso.

Un incontro da tutto esaurito che ha calamitato in città anche i vertici delle istituzioni e delle forze dell’ordine lecchese, a partire del nuovo Prefetto Paolo Ponta passando per il questore Stefania Marrazzo, il comandante della stazione dei carabinieri di Merate Edonio Pecoraro, rappresentanti della Guardia di Finanza e della Polizia locale.

Ingente i dispositivi di sicurezza allestiti fuori e dentro il palazzo comunale per tutelare la sicurezza di un magistrato da anni impegnato nella lotta alla criminalità organizzata e per questo posto sotto scorta.

La conferenza si è aperta con il saluto dell’assessora Patrizia Riva che ha ricordato l’adesione di Merate ad Avviso pubblico ringraziando Paolo Lanfranchi e Roberto Negriello per la presenza in sala. Le ha fatto eco il sindaco Mattia Salvioni che ha voluto anche ricordare l’ex primo cittadino Mario Gallina, scomparso nella notte all’età di 77 anni.

La scena è stata poi rapita da Gratteri che, intervistato dal giornalista Daniele De Salvo, ha scandito, a chiare lettere, che le mafie non esisterebbero se non trovassero il consenso della gente: “Esistono semplicemente perché continuiamo a relazionarci: le mafie sono attente ad avere il nostro consenso, vogliono essere temute, ma non vogliono terrorizzare. Non vogliono solo soldi perché altrimenti si concentrerebbero su rapine e droga, ma vogliono gestire denaro e potere, misurando il proprio consenso”.

Patrizia Riva, Nicola Gratteri e Daniele De Salvo

Cadere nella rete è più facile di quanto si possa pensare: per un imprenditore laborioso, ingegnoso, ma anche “malato” di soldi, basta lasciarsi prendere dall’ingordigia, da lavori con ribassi appetitosi ma “impossibili”. “La mafia al Nord è entrata come un coltello nel burro: non ve ne siete neanche accorti”. Eppure le prime operazioni contro la mafia, anche nel Lecchese, risalgono agli anni Settanta. “E voi, che quindi sapevate che esiste, cosa avete fatto? Avete continuato a farci affari, a comprare la droga per il fine settimana? Come si può pensare di riuscire a invertire la tendenza se i comportamenti restano uguali?”

Una chiosa, quella sui gesti quotidiani di ciascuno cittadino, su cui Gratteri è tornato più volte nel corso della serata, rimarcando come si possa incidere anche nel piccolo. “Questo pomeriggio ho incontrato il vostro sindaco che mi ha raccontato dell’episodio del danneggiamento degli estintori da parte di un gruppo di minorenni. Avrà pensato che non lo stessi neppure ascoltando visto che intanto guardavo anche il telefono” ha aggiunto sorridendo, dispensando un po’ di quella simpatia che ha contraddistinto l’intero incontro.

“Invece questo racconto mi ha colpito. Una storia che può sembrare banale per chi arriva da un territorio dove i ragazzini a 15 anni sparano. Ma aldilà del caso, il sindaco mi ha posto un problema importante, ovvero di come intervenire con questi ragazzini per evitare che diventino dei delinquenti domani. Dare un alert su una situazione così oggi significa non dover intervenire un domani. Per questo invito il sindaco a non perdere questa sensibilità, a non assuefuarsi alle cose, ma a intervenire ogni volta che c’è qualcosa che va al di fuori delle regole. E non solo per una questione giudiziaria, ma perché l’impegno sociale è importante. E’ fondamentale evitare marginalizzazioni per non creare focolai che diventano humus per fornire carne da macello alla malavita”.

Educazione e prevenzione quindi come alleate fondamentali che devono però poter contare su professionalità e competenze adeguate nel momento dell’azione. “Quando sento dire dal ministro Nordio che bisogna tornare ai pedinamenti perché le intercettazioni telefoniche costano troppo, mi viene da ridere. Perchè bisognerebbe innanzitutto intervenire sulle piante organiche e riempirle. E poi perché grazie al lavoro delle intercettazioni si riesce a recuperare molto con i sequestri. Rispetto ad anni fa abbiamo però perso il know how, avremmo bisogno di assumere hacker perché ormai la sicurezza a cui guardare è quella informatica e la rete informatica è piena di buchi come gli acquedotti”.

Il lavoro della polizia giudiziaria è sempre più difficile e appesantito dai mille lacci messi alle possibilità di acquisire le prove con riforme che rischiano di far spesso più danni che vantaggi. “Ora si parla della separazione delle carriere tra magistrati e giudici, ma sapete quanti sono i magistrati che diventano giudici e viceversa? Lo 0,2%. E’ ovvio che l’urgenza di questa modifica non può derivare da questa percentuale. Il passaggio successivo di questa proposta sarà quello di mettere i pubblici ministeri sotto la competenza del Ministero che deciderà le priorità di intervento e di azione”.

Uno scenario fosco a cui Gratteri ha però contrapposto la possibilità di ciascuno di incidere facendo del proprio meglio. Ricordando come eventi come quello meratese siano organizzati nei giorni di ferie e a titolo gratuito, il procuratore della Procura di Napoli ha chiuso la serata invitando alla coerenza: “Cerchiamo di non essere solo bravi predicatori, ma di essere coerenti tra ciò che diciamo e ciò che facciamo. Agli amministratori consiglio di svolgere questa missione con passione e in caso di dubbio rivolgersi a chi di dovere. Farsi vedere vicini alle forze dell’ordine è, di fatto, un buon deterrente”.

La serata si è poi chiusa con la firma delle copie del libro “Una cosa sola”, scritto insieme ad Antonio Nicaso.