Olgiate paga lo scotto del doppio accesso al Parco del Curone e al Monte di Brianza: “Situazione insostenibile”
Molgora: “Navette e informazione stanno dando i primi frutti. Ma bisogna ragionare insieme per regolare gli accessi”
MONTEVECCHIA – Assalto al Parco del Curone e alla frazione olgiatese di Mondonico, porta di accesso al Monte di Brianza, ieri, domenica 16 ottobre. Complice la bella giornata di sole con temperature miti e gradevoli, sono stati tantissimi i visitatori, provenienti anche da fuori provincia, che hanno scelto i boschi delle colline brianzole per trascorrere una giornata all’aria aperta, approfittando dell’occasione per raccogliere le castagne.
Una situazione già “vista” domenica scorsa, ma che è apparsa, agli occhi di chi, come gli amministratori del Parco o dei comuni coinvolti e delle guardie ecologiche, impegnati ieri in attività di presidio del territorio e informazione, addirittura in crescendo.
Bene il servizio navetta da Cernusco
Sono sicuramente aumentati i visitatori che hanno scelto di avvalersi del servizio di navette gratuito messo a disposizione da domenica 10 ottobre dell’ente con sede a Cascina Butto per raggiungere dalle stazioni le località più “ambite” della Valle del Curone. “Ieri abbiamo avuto 170 passeggeri che hanno utilizzato le navette con partenza e arrivo in stazione a Cernusco, dove abbiamo contato una settantina di auto posteggiate nel parcheggio dello scalo ferroviario – spiega Marco Molgora, presidente del Parco del Curone -. Sono praticamente il doppio di quelle di settimana scorsa, segno che il lavoro di pubblicizzazione dell’iniziativa e il passaparola tra le persone stanno servendo”.
Olgiate in sofferenza sia a Mondonico che Pianezzo
Non è andato altrettanto bene con il servizio navetta previsto in stazione a Olgiate. Neanche il cambiamento di destinazione rispetto a settimana scorsa, quando i bus portavano a Spiazzo, ha infatti fatto decollare le sperimentazione: “Sono state 21 le persone che hanno preso il minibus per raggiungere Mondonico e visitare il borgo dei pittori o cimentarsi con i sentieri che portano in cima al monte di Brianza. Tanto che poi nel pomeriggio abbiamo dirottato le navette di Olgiate su Cernusco, dove c’era bisogno”.
Ma questo non vuol dire che la frazione olgiatese sia rimasta “immune” dall’assalto, anzi. Via Emilio Gola, la strada che da Cascina Maria porta fino al cuore di Mondonico, era invasa dalle auto parcheggiate, rendendo impossibile per i residenti uscire di casa.
“Purtroppo a nulla è servito mettere anche i cartelli indicando di parcheggiare in via Alla Scuola – sottolinea con enorme rammarico l’assessore all’Ambiente Matteo Fratangeli, sconsolato nel notare come sia difficile invogliare anche i “turisti” della domenica a fare due passi in più a piedi – . Tutte le auto si sono incanalate fino all’avvio dei sentieri creando disagio ai residenti e a chi passeggiava”. Un problema che Mondonico, borgo a pochi passi dai boschi del Monte di Brianza condivide con Pianezzo, frazione che segna l’ingresso nel Parco del Curone. “Abbiamo contato 250 auto parcheggiate alla Fornace (area di proprietà privata, situata nel Comune de La Valletta, considerata una delle bombe ecologiche del parco per la presenza di edificio con il tetto rivestito in amianto). Mezzi quindi che hanno transitato per la frazione, comportando anche un indubbio problema di sicurezza ai pedoni e ai residenti. Per noi la situazione è insostenibile e non possono bastare le navette”.
Dalle prossime settimane partiranno dei pattugliamenti extra con la Polizia locale la domenica per evitare il fenomeno della sosta selvaggia ai lati della strada, ma Fratangeli non esclude di arrivare, la prossima primavera, a decisioni più drastiche qualora non verranno trovati correttivi più significativi alla situazione: “A questa stregua non potremo fare altro che bloccare l’accesso al Parco lungo le nostre strade. Bisogna assolutamente trovare un’area parcheggio, appena fuori l’abitato di Pianezzo, per evitare il flusso di auto nel cuore della frazione”.
L’obiettivo resta quello di lasciare fuori le auto dal Parco
Una posizione che trova concorde il presidente del Parco, che invita i Comuni coinvolti ad avere il più possibile una visione di insieme per affrontare un fenomeno, quello del crescente numero di persone “attratte” nel fine settimana dalle colline brianzole, diventato di scottante attualità con l’emergenza Covid e le restrizioni ad essa collegati. “Il problema c’è e va affrontato – riconosce Molgora – . Ieri il parcheggio della Fornace è stato preso d’assalto, ma dobbiamo anche registrare meno auto lasciate a bordo strada rispetto a settimana scorsa. Le multe erogate dalle Gev si sono ridotte di circa la metà. Segno che la campagna informativa e la pubblicità al servizio navetta stanno iniziando a dare qualche frutto. Certo, da soli non bastano e sposo l’idea di lasciare il più possibile fuori le auto del Parco prevedendo dei posteggi dove i mezzi possano essere lasciati per fare in modo che i visitatori raggiungano i sentieri e le attività economiche a piedi. Abbiamo delle stazioni ferroviarie, da Olgiate a Cernusco passando per Osnago, che dobbiamo sfruttare al massimo come polo di arrivo e partenza da e verso il Parco”.
Molgora non esclude di poter arrivare, in un futuro neanche troppo lontano, a disciplinare l’accesso anche con degli strumenti di lettura targa sulla scia di quanto attuato con il Montevecchia Pass per regolamentare l’entrata all’alta collina montevecchina. “Tutti abbiamo da guadagnare da una fruizione più attenta e consapevole del Parco e quindi ben vengano gli strumenti che ci possono aiutare. E’ una sfida che dobbiamo affrontare insieme”.
Esaurito il Montevecchia Pass
A Montevecchia intanto il fine settimana ha fatto registrare meno inconvenienti rispetto a quello precedente, come conferma il sindaco Ivan Pendeggia: “L’affluenza è stata maggiore mentre le sanzioni sono diminuite. Segno che la campagna informativa, con il vademecum di accesso a Montevecchia diffuso sui social e tramite media, ha colto nel segno. I posti disponibili con il Montevecchia Pass sono andati esauriti e abbiamo visto molta più gente imboccare a piedi la strada e i sentieri che portano in cima a Montevecchia. Certo, il lavoro da svolgere, soprattutto alla barriera per informare chi non è a conoscenza del “blocco”, è impegnativo e laborioso, ma contiamo che il passaparola possa portarci, cammin facendo, a una sempre crescente conoscenza dei luoghi e delle “regole” di accesso”.
Ed è proprio sull’informazione che punta anche il neo collega di Cernusco Gennaro Toto, alle prese con la coda di auto posteggiate ai lati della Sp 54 dalla località Quattro Strade di Montevecchia fino a Cernusco: “Sono tutte auto che dovrebbero essere posteggiate in stazione, sfruttando poi il servizio navette attivo da due settimane. Dobbiamo lavorare in questa direzione per un turismo sostenibile e sicuro”.