Discusse ieri sera, mercoledì, le osservazioni presentate: rigettate quelle che vanno verso una maggiore fruizione
L’incontro ha evidenziato ancora di più la frattura tra chi vuole fruire di maggiori libertà e chi chiede maggior tutela per la riserva
MERATE – La questione, in soldoni, l’ha posta il sindaco Massimo Panzeri intervenendo nel dibattito per cercare di stoppare anche l’alterco tra l’assessore Andrea Robbiani e il consigliere di minoranza Roberto Perego. “Dobbiamo capire se vogliamo mantenere la riserva e allora si va nella direzione indicata dal piano oppure no”. Si è infatti chiuso con un aggiornamento alle prossime settimane il consiglio di gestione del lago di Sartirana convocato per discutere le osservazioni presentate al piano integrato, redatto dalla società Idrogea e chiamato ad aggiornare quello in vigore datato 2011.
L’incontro di ieri sera, mercoledì, convocato per la prima volta in maniera aperta al pubblico in modo da rendere trasparente e partecipato lo scambio di opinioni su una questione, quella della fruizione del lago, che ha acceso l’opinione pubblica meratese, ha infatti nuovamente cristallizzato le posizione antitetiche tra chi, come i pescatori e diversi cittadini, riuniti in una petizione capitanata dall’ex sindaco Andrea Massironi (ieri presente tra il pubblico, mordendosi più volte la lingua) che ha raccolto trasversalmente esponenti del centrosinistra e del centrodestra, vorrebbero continuare a poter fruire del lago di Sartirana così come (anche in barba ai regolamenti in vigore) è sempre stato in questi decenni e chi, come le associazioni ambientaliste e il comitato civico ambiente, vorrebbero invece tutelare, ancora di più, la riserva naturale dando priorità agli aspetti ambientali e naturalistici rispetto alla mera fruizione antropica.
La biologa Barbara Raimondi ha illustrato, proponente per proponente, le osservazioni al piano protocollate sia dai soggetti competenti in materiale ambientale sia da quelli interessati alla vicenda, tra cui anche semplici cittadini. Sono state così passate in rassegna le questioni tecniche avanzate da Arpa, Parco del Curone, Parco Adda Nord e Regione, con rilievi presentati, in quest’ultimo caso, sia dal settore aree protette che da quello caccia e pesca. “La Regione ci richiama ad allineare il piano alla legge istitutiva della riserva del 1984. Il nostro documento già lo è a eccezione delle manifestazioni sportive che la Regione ci impone di vietare”. Rafforzato il divieto di uso di droni esteso anche al no al sorvolo sullo specchio lacustre di mezzi telecomandati.
Spazio poi alle osservazioni presentate dalle associazioni del territorio con La Briantea pronta a chiedere che la gestione dell’area protetta resti in capo al Comune (la legge regionale prevede il prossimo passaggio al Parco del Curone), che sia garantito il libero accesso tutto l’anno al lago tranne che al canneto e che siano autorizzate le manifestazioni. Tra i desiderata anche la riformulazione degli orari di accesso passando dal previsto 8-20 al più generico dall’alba al tramonto in modo da tenere conto della stagionalità.
Una richiesta, quella della diversa formulazione d’orario, condivisa anche dalle associazioni ambientaliste Cross, Monte di Brianza, Wwf e Legambiente, preoccupate per un accesso al buio alla riserva nella stagione invernale. Si tratta dell’unico punto di condivisione tra i rappresentanti di queste associazioni, presenti al tavolo del consiglio di gestione con la presidente di Legambiente Laura Todde e il mondo dei pescatori, presente con Fipsas e società Briantea. Per gli ambientalisti infatti bisognerebbe vietare completamente la pasturazione e rinforzare il periodo di divieto di accesso alla riserva per tutelare la fauna nel periodo riproduttivo e di scelta del nido. Chiesto anche di ampliare a 2 km il buffer per il divieto dei fuochi artificiali per tutelare ancora di più le specie protette
Raimondi ha di fatto precisato che l’indicazione precisa dell’orario lo rende più facile da far rispettare e altresì ribadito, di fatto stoppando le richieste di maggior fruizione di pescatori e dei cittadini firmatari della petizione di Massironi, come l’interdizione all’accesso in riserva, dal 1° marzo al 15 giugno, sia dovuto al rispetto del periodo riproduttivo e di scelta del nido della fauna presente in loco. Respinta perché troppo invadente con le attività antropiche presenti in zona la richiesta dell’ampliamento della fascia di rispetto dei fuochi artificiali.
Nella direzione della maggior tutela ambientale anche le corpose osservazioni del Comitato Civico Ambiente che, oltre alla creazione del Cts della riserva del lago (richiesta rigettata visto il vicino conferimento al Parco del Curone), hanno chiesto di estendere il divieto di pesca per tutto l’anno (richiesta respinta) e il divieto di accesso dei cani (richiesto anche da una ventina di cittadini firmatari di un’osservazione), attualmente ipotizzato solo nella fascia Sud.
Rispondendo a uno a uno, Raimondi ha ribadito qual è l’ossatura che ha portato alla redazione del piano integrato della riserva in cui la fruizione umana dovrà essere attentamente bilanciata con l’equilibrio di flora e fauna. Un parere tecnico forte, ribadito anche quando il dibattito si è acceso mettendo in luce le contrapposizioni, molto probabilmente insanabili, tra chi intende il lago di Sartirana in un modo e chi in un altro. E in cui, complice anche le osservazioni puntuali della regione si andrà verso un ulteriore appesantimento delle restrizioni.
Il dado, per ora, però non è tratto. Il consigliere Roberto Perego ha ottenuto, dopo il match con Robbiani concluso uscendo dall’aula tacciando l’ex sindaco di essere un cafone, di riportare il piano in discussione per un voto, consuntivo e non vincolante così come nella natura del consiglio di gestione, sul piano integrato. “Altrimenti cosa siamo qui a fare” è sbottato il consigliere di Cambia Merate, ottenendo che il consiglio di gestione si esprimerà con un voto che riguarderà solo gli aspetti su cui le norme non sono tassative cercando di evitare la divisione, già in corso, tra guelfi e ghibellini.
Fondamentale l’intervento di mediazione effettuato dal sindaco che ha ritenuto importante prevedere un ulteriore passaggio in consiglio di gestione per discutere le controdeduzioni alle osservazioni alla stregua del procedimento utilizzato per il Pgt.
Ad arricchire il dibattito anche il contributo dell’esponente di Legambiente: “Riteniamo che Idrogea abbia compiuto un ottimo lavoro e chiediamo perciò che questo documento vada presto in adozione. Siamo d’accordo a ritrovarci ancora anche se su alcuni aspetti le nostre visioni saranno sempre contrapposte. Troviamo quei due o tre punti su cui si può discutere senza andare a stravolgere l’impostazione del piano”.