Sentita e partecipata la cerimonia di intitolazione del parco giochi a suor Luisa Dell’Orto, uccisa un anno fa ad Haiti
Sulla targa è stata apposta anche la scritta in creolo Kenbè Fèm (tenere duro) con l’invito a continuare a far fiorire i semi da lei piantati
LOMAGNA – Un’intitolazione, che è anche un impegno a tenere viva la memoria di una donna che è riuscita a seminare tantissimo bene. E’ stata una cerimonia partecipata e sentita quella che si è tenuta questa mattina, domenica, per ricordare, a un anno esatto dal brutale assassinio, suor Luisa Dell’Orto, la Piccola sorella del Vangelo barbaramente uccisa il 25 giugno del 2022 a Haiti, dove da vent’anni prestava servizio come missionaria.
Una vita vissuta al fianco degli ultimi e dei più poveri, accolti nella comunità di Kay Chal diventata un punto di riferimento per i bambini del quartiere, per la cui crescita ed emancipazione suor Luisa ha sempre lottato. Tenace e battagliera per muovendosi sempre in punta di piedi, in un territorio di “frontiera” come quello della capitale haitiana, la religiosa ha testimoniato con la propria esistenza l’essere completamente a disposizione degli altri.
Lo hanno ricordato, con affetto e una viva gratitudine, le diverse persone che questa mattina si sono alternate al microfono per tratteggiare il commosso ricordo di una donna capace di lasciare veramente il segno. “Voglio ringraziare le tante persone che oggi sono qui – ha detto la sindaca Cristina Citterio -. Ringrazio i familiari, le sorelle Maria Adele e Carmen e il fratello, padre Giuseppe, per essere stati sempre al fianco della nostra comunità, ben comprendendo la difficoltà di quanto vissuto. Voglio dire grazie a don Andrea Restelli che ci sta aiutando a costruire in tante forme una memoria viva della nostra Luisa”.
Nel lungo elenco di ringraziamenti hanno trovato spazio anche i sindaci (presenti i presidenti delle conferenze dei sindaci del Meratese Fabio Vergani e del Casatese Ave Pirovano, i primi cittadini di Osnago Paolo Brivio, Montevecchia Ivan Pendeggia, Casatenovo Filippo Galbiati, il capogruppo di maggioranza di Sirtori Paolo Belletti e quello di Cernusco Gerardo Biella), il sindaco del consiglio dei ragazzi Filippo Tagliani, la provincia (rappresentata dalla consigliere Fiorenza Albani), le forze dell’ordine e il Prefetto Sergio Pomponio, il direttore della Caritas Ambrosiana Luciano Gualzetti e i bambini della scuola dell’infanzia del paese che hanno realizzato, con le loro mani un cartellone apposto davanti alla targa di ingresso al parco. Il grazie è andato anche ai ragazzi che, nell’ambito del progetto di Street Art promosso da Piazza L’idea con Retesalute e ambito di Merate, hanno colorato la casetta situata al centro del Parco di via Pellico ispirandosi proprio ai murales haitiani.
“Oggi individuiamo un luogo che, insieme ad altri come le vetrate inaugurate ieri in parrocchia, ci aiuta a conservare e tenere vivo un pezzo di te e di Haiti qui a Lomagna – ha proseguito Citterio rivolgendosi direttamente alla religiosa -. Dobbiamo riuscire a fare tesoro della tua eredità per fare in modo che risplenda la tua vita in tutti noi. Ci hai testimoniano un’infinita capacità di generare relazioni e legami profondi raccontandoci, con i fatti, l’importanza di imparare a conoscere e riconoscere l’altro. Abbiamo deciso su mozione dell’intero consiglio comunale di intitolarti un parco giochi perché hai donato te stessa per i ragazzi di Kay Chal, un posto che è sempre stato un po’ anche a Lomagna e ora lo è entrato ancor di più”.
La speranza, che è anche una promessa, è di continuare a tenere vivo anche il legame che unisce il piccolo paese della Brianza con Haiti, dove tanti ragazzi hanno vissuto intense esperienze di missione grazie all’apporto di suor Luisa. Una donna semplice ma carismatica che, prendendo a prestito alcune parole della lingua locale, chiudeva sempre le sue corrispondenze dallo stato caraibico con una augurio, che suonava anche da monito. Scriveva Kembe Fèm, che vuol dire tenere duro, che è la sfida che riguarda tutti e che chiama a coltivare con cura la propria esistenza.
Lo sa bene don Andrea Restelli, da poco a Lomagna come amministratore parrocchiale lo scorso anno quando è successa la tragedia, ha ammesso di essersi sentito toccato e spronato nel profondo dall’esistenza di suor Luisa, conosciuta grazie ai suoi scritti, alle testimonianze di chi le è stato vicino e dalla travolgente onda di affetto e gratitudine che si è riversata da Haiti fino a Lomagna. “Ieri abbiamo voluto porre un’immagine di suor Luisa sulla vetrata della chiesa in attesa che la chiesa, che ha tempi più lunghi delle istituzioni civili, possa muovere i suoi passi – ha evidenziato il sacerdote, rimarcando che a settembre diventerà parroco di Lomagna a tutti gli effetti -. Già all’indomani dell’assassinio Papa Francesco, con la carica innovativa a cui ci ha abituato, l’ha definita nell’Angelus martire. Dobbiamo essere contenti di aver potuto conoscere suor Luisa per la sua umanità e la testimonianza di una vita spesa fino alla fine”.
Anche il Prefetto Sergio Pomponio è intervenuto alla cerimonia, parlando a sua volta di un legame, quello con suor Luisa, creato pur non avendo conosciuto di persona la missionaria. “Sono un po’ in difficoltà oggi a parlare pur essendo avvezzo ai discorsi perché avverto la mancanza di non averla conosciuta. Sono arrivato a Lecco ad aprile e quando è successo l’assassinio, mi è venuto naturale venire qui a Lomagna per conoscere i familiari grazie i quai ho colto il segno della sua profonda presenza in questa comunità. Ho compreso che suor Luisa era una donna che sentiva in maniera profonda la sacralità del mondo, continuando a porsi delle domande”.
Un atteggiamento costante nella sua vita e già ben evidenziato da ragazza quando, dopo il liceo, decise di iscriversi alla facoltà di filosofia, desiderosa di conoscere e comprendere il senso più profondo della sapienza e della vita. “Ho poi trovato le risposte che cercavo nel Vangelo” ha ammesso lei stessa in uno scritto, letto da Francesca Morgillo dell’associazione Il Germoglio, contenuto in un libro edito a sei mesi dalla scomparsa della religiosa donato poi al Prefetto.
Hanno poi voluto portare una vibrante testimonianza anche le consorelle e dei ragazzi che hanno conosciuto suor Luisa proprio ad Haiti. “Continueremo a testimoniare la tua vita appellandoci proprio al motto che tanto amavi: kenbe fèm. Ci stiamo impegnando a tenere viva la tua vita e i tuoi semi”.
A chiudere il giro degli interventi la sorella Carmen che ha espresso gratitudine invitando tutti a mantenere viva la memoria della vita e del martirio di suor Luisa.
Dopodiché, i familiari hanno scoperto la targa fino a quel momento avvolta da una bandiera di Haiti mentre don Andrea ha provveduto a benedire l’intero spazio pubblico, rivolgendo un pensiero a chi, da lassù, continuerà a vegliare, come un faro, su Lomagna e sull’amata Haiti.