Merate, l’appello di Robbiani sul sacco rosso: “Un gioco di squadra per ridurre i rifiuti”

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Dopo le prime due settimane di sperimentazione della raccolta puntuale dei rifiuti, l’assessore all’Ambiente lancia un appello alla città

“A Merate produciamo più di 100 kg pro capite di rifiuti all’anno. Dobbiamo ridurre gli sprechi se vogliamo dare un futuro sostenibile alla città”

MERATE – Una sfida da cogliere in nome dell’ambiente e di una maggiore qualità della vita di tutti al fine di provare a scendere sotto quota 100 kg di rifiuti prodotti, pro capite, all’anno. A due settimane dall’introduzione in città del sacco rosso per la raccolta dei rifiuti indifferenziati, l’assessore all’Ambiente Andrea Robbiani interviene nel dibattito scatenato dalla sperimentazione della raccolta dell’indifferenziato con i sacchi contrassegnati dal Rfid per mettere in luce le potenzialità e i miglioramenti che questo sistema, già introdotto in altre realtà lombarde, porterà anche a Merate.

Assessore, innanzitutto, qual è la realtà di Merate sul fronte della raccolta differenziata?
“Nel 2020, come città di Merate, abbiamo prodotto complessivamente oltre due milioni di chilogrammi di rifiuto indifferenziato, con una media pro-capite stimata, al netto delle grandi utenze non domestiche, di circa 109 chilogrammi. I primi dati del 2021, basati sul periodo gennaio – maggio non sono per nulla confortanti, perché, proiettandoli su base annua, la media pro-capite salirà a 117kg/anno. Un incremento non marginale a popolazione pressoché invariata. Francamente, ritengo che si possa fare molto meglio, anzi è un dovere fare molto meglio”.

L’introduzione del sacco rosso potrà portare benefici in questo senso?
“Assolutamente sì. E la prova l’abbiamo già dalle sperimentazioni già effettuate in tanti Comuni e province lombarde, come Milano, Como, Monza, Varese, Bergamo. Le statistiche indicano un aumento della frazione di materiale riciclabile (per noi il sacco viola), che viene finalmente conferito nel sacco corretto, con percentuali, in alcuni casi, superiori al 20%. Anche da noi, la prima sperimentazione, iniziata lo scorso anno nell’oggionese, ha dato risultati incoraggianti e adesso con una seconda fase che vede coinvolta in particolare Lecco, Valmadrera ed anche la nostra città”.

La seconda settimana di ritiri ha però evidenziato ancora l’esposizione di molti sacchetti non conformi sia per colore che per tipologia di merce conferita con i sacchi lasciati in strada e non ritirati dagli operatori (vedi articolo)

“E’ vero. Dopo il primo ritiro, avvenuto la settimana scorsa, in cui gli addetti di Silea hanno portato via tutti i sacchi, senza distinzione alcuna, venerdì e sabato mattina sono stati lasciati in strada i rifiuti non conformi ed è stato organizzato un giro di raccolta extra che comporterà un aggravio di spese per il Comune. Come già detto per i primi ritiri non saranno sanzionate le utenze domestiche e non domestiche che, per motivi di dimenticanza od altro, hanno esposto ancora il sacco trasparente. Ma poi bisognerà uniformarsi perché il sacco rosso rappresenta una sfida che dobbiamo vincere tutti insieme”.

 

Si spieghi meglio…

“L’introduzione del sacco rosso non trova la sua ragione d’essere nel mero controllo dell’utente, con finalità repressive o sanzionatorie, bensì vuole essere un primo passo verso un modello di tariffazione, che il regolatore nazionale intende modificare nel tempo, per arrivare al concetto di tariffa puntuale. Il modello di tariffazione puntuale non solo permetterà il miglioramento delle performance della raccolta differenziata, aumentando la qualità della filiera del riciclo, ma soprattutto, nel medio-lungo periodo, aiuterà a diminuire la produzione dei rifiuti, garantendo quindi a tutti noi una tariffa commisurata ai rifiuti effettivamente prodotti”.

Ma questo sacco rosso è davvero così piccolo come contestato da molti?

“Penso che la risposta stia tutta nell’effettuare una corretta raccolta differenziata. Troppo spesso si nota una presenza di materiali non conformi sia nel sacco indifferenziato, sia nel sacco viola dedicato alla plastica ed agli imballaggi. Ricordo, ad esempio, che nei sacchi non vanno inseriti materiali ingombranti, che invece vanno conferiti al Centro di Raccolta. In molti sacchi trasparenti, spesso si trova carta e cartone, che invece vanno nel bidone giallo, oltre a tante bottiglie in PET e flaconi, che invece devono finire nel viola. Insomma, se ci mettiamo un po’ di attenzione, questo sacco non è poi così piccolo”.

Neanche per chi ha gatti o bambini piccoli?
A chi possiede gatti suggerirei di utilizzare prodotti di ultima generazione, ecologici e biodegradabili, con alta capacità agglomerante e con alto potere assorbente. In questo modo, non è strettamente necessario gettare ogni settimana chili di sabbia nel sacco rosso: basta gettare il grumo che si forma. Anche io ho avuto un gatto per qualche anno e non ho mai gettato tutta la sabbia della lettiera, ma solo gli agglomerati che si formano giornalmente.
Per chi invece deve conferire pannolini per bambini e adulti, ricordo anche possibile richiedere il sacco azzurro, appositamente previsto per queste categorie in aggiunta al sacco rosso.

Troveremo più rifiuti abbandonati per strada per paura di essere “rintracciati” tramite Rfid?
In questi mesi ho letto commenti di ogni tipo: da scenari apocalittici che vedono distese di rifiuti abbandonati lungo le strade, nei campi, nei boschi, a scenari in stile grande fratello, con controllo ossessivo da parte delle amministrazioni, per analizzare dettagliatamente ogni sacco e sanzionare ogni minima difformità. Ma il sacco rosso non è niente di tutto ciò…”.

Qual è l’obiettivo di questa sperimentazione?
“Con questa novità, si intende dar vita ad un vero e proprio gioco di squadra che vede tutti noi scendere in campo con un solo grande obiettivo: diminuire l’attuale produzione pro-capite dei rifiuti, arrivando nel 2023 a dimezzarla. Si badi bene, che non è questa solo una suggestiva enunciazione di principio. Si tratta di qualcosa di molto reale, che potremo ottenere nel tempo, applicando nel nostro quotidiano, piccoli accorgimenti, per ridurre imballaggi, prodotti usa e getta e facendo attenzione a differenziare ciò che va in un sacco piuttosto che nell’altro”.

Ci saranno vantaggi tangibili anche in bolletta?
“Certo. Se produciamo meno rifiuti, la bolletta Tari di ciascuno di noi si alleggerisce, perché la Tari altro non è che una imposta locale che si paga per finanziarie i costi della raccolta e dello smaltimento dei rifiuti e quindi c’è una proporzionalità diretta fra rifiuto prodotto e costo di raccolta e smaltimento. Più produciamo, più paghiamo, per cui differenziare con attenzione è utile all’ambiente, ci fa sentire parte attiva di una comunità e ci fa anche pagare di meno”.

Vuole lanciare un appello ai cittadini?

“Sì, proviamo quindi a mettere da parte per una volta dubbi e perplessità e diamoci da fare. Diamoci un obiettivo come cittadini, ma soprattutto come membri di una comunità consapevole e responsabile: per il 2021 proviamo ad arrivare sotto i 100Kg pro-capite. Fosse anche 99kg, sarebbe il segnale che abbiamo a cuore l’ambiente, non solo a parole, ma anche nei fatti. Nell’oggionese, la sperimentazione sta dando risultati davvero interessanti: la produzione pro-capite è scesa a 83Kg con una diminuzione importante, se paragonata al periodo antecedente alla introduzione del sacco rosso”.