Merate ricorda l’eroica battaglia di Nikolajewska e invoca il valore della pace

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Ieri sera, venerdì, la commemorazione dell’82esimo anniversario della battaglia di Nikolajewska

L’iniziativa, promossa dagli alpini di Merate, ha radunato in città molte persone

MERATE – “Questa commemorazione deve essere un monito affinché guerra, sofferenza e morte non siano più mezzi per mettere a posto le cose”. E’ questo lo spunto che il prevosto don Mauro Malighetti ha voluto offrire alle tante persone intervenute in chiesa parrocchiale per la messa che ha concluso le celebrazioni dell’82esimo anniversario della battaglia di Nikolajewska, l’eroico scontro avvenuto il 26 gennaio 1943 quando dopo una marcia lunga 200 chilometri a 45 gradi sotto zero, gli alpini della Tridentina, insieme ad altri nuclei, riuscirono a rompere l’accerchiamento nemico (il prezzo pagato in termini di vite fu altissimo con 13mila sopravvissuti su 61mila combattenti).

Gli alpini di Merate

Tante le penne nere che hanno voluto prendere parte ieri, venerdì, in una fredda serata di gennaio, all’iniziativa promossa, come da tradizione, dal gruppo alpini di Merate, con l’ammassamento in piazza degli Eroi, davanti al Comune, alle 20, a cui sono seguiti l’alzabandiera, con l’inno d’Italia intonato dalla banda sociale meratese, l’omaggio ai caduti con la deposizione della corona davanti al monumento dedicato alle persone morte e disperse in guerra e poi il corteo, illuminato dalle fiaccole elettriche, fino alla chiesa parrocchiale.

Qui, il capogruppo degli alpini di Merate Claudio Ripamonti ha voluto ricordare il perché si celebra ancora la commemorazione della battaglia di Nikolajewska, ponendo l’accento sui valori “alpini” ed esprimendo l’auspicio che gli uomini possano finalmente imparare dai propri limiti e dalla storia.

Un riferimento ripreso da don Mauro nell’omelia: “Pace e democrazia sono valori che non dobbiamo mai scordare” ha esordito ringraziando le autorità pubbliche e militari presenti, rivolgendo un particolare grazie ai sindaci presenti che “vivono ogni giorno un campo di battaglia per gestire la cittadinanza”.

Il ringraziamento è stato poi esteso a tutti i gruppi presenti (73 quelli della Provincia di Lecco a cui si sono aggiunti i rappresentanti delle sezioni di molte province lombarde), a cui don Mauro ha rivolto l’invito di continuare a fare memoria riuscendo però a coniugare il ricordo con il senso di gratitudine: “Non siamo più capaci di dire grazie. Sottolineiamo subito l’errore senza accorgerci del bene che esiste. Ci manca, in poche parole, la memoria grata. Il riconoscere che quello che siamo è grazie a voi anche se oggi molte cose ritornano e guerra, sofferenza e morte sembrano ancora mezzi da usare per sistemare le cose”.

A prendere parola, al termine della funzione religiosa, accompagnata dai bellissimi canti alpini intonati dal coro Stelutis di Brivio, è stato anche il sindaco di Merate Mattia Salvioni, evidenziando l’importanza di riflettere sul valore della pace di fronte a una “storia che sembra ripetersi e non imparare dai propri errori. Abbiamo la necessità ambientale, sociale e culturale di ripartire e ricostruire anche oggi”.

Alessandra Hofmann ed Emiliano Invernizzi

A portare i saluti, ringraziando gli alpini per le tante attività solidali promesse per la collettività, è stata anche la presidente della Provincia di Lecco Alessandra Hofmann mentre Federico Vaia, comandante del battaglione Morbegno, portando i saluti del colonnello Riccardo Venturini, ha sottolineato l’urgenza di continuare a raccontare i valori grazie ai quali gli alpini sono riusciti a resistere, in condizioni estreme e provanti, a Nikolejewska. A chiudere il giro degli interventi il presidente dell’Ana di Lecco Emiliano Invernizzi che ha ribadito l’orgoglio di fare parte della grande famiglia degli alpini.

Infine l’ex sindaco di Merate, Massimo Panzeri ha letto la preghiera dell’alpino.

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