Stamattina anche alla primaria di Montello è stato piantato un albero per ricordare Gioele, morto dopo un tragico incidente
L’investitore risulta ancora in Pakistan e non avrebbe fatto ritorno, come previsto, il 25 maggio: “Non si può scappare dalle proprie responsabilità”
MERATE – Un ciliegio nel giardino della scuola primaria di via Montello per ricordare per sempre il piccolo Gioele Petza, morto a soli 7 anni, a seguito di un incidente stradale, avvenuto il 6 maggio in via degli Alpini a Merate. Questa mattina, venerdì, dopo la cerimonia tenuta giovedì scorso alla primaria di Cernusco, anche Merate ha voluto manifestare la vicinanza a papà Massimo, mamma Jenny e alla sorellina Giorgia, di 12 anni, piantando un albero a scuola.
La dirigente scolastica Antonina Ranieri ha ringraziato l’amministrazione comunale per una proposta dal “valore immenso. Piantare un albero ci dà l’idea che Gioele è vivo, perché noi cureremo e faremo crescere questo ciliegio, stando sempre vicino a lui. Gioele è uno di noi e spero che voi lo accogliete in un abbraccio in un’iniziativa dal grande valore reale”.
Il sindaco Massimo Panzeri ha voluto sottolineare di aver scelto proprio un albero di ciliegio (stessa decisione presa dai compagni di classe della 2A di Cernusco per l’assonanza tra ciliegio e il soprannome Giò con il piccolo veniva chiamato) rifacendosi alla tradizione giapponese che vede in questa pianta l’indicazione della fragilità e della bellezza della vita, meravigliosa seppure breve come quella di un fiore che cade a terra. “Un albero di raro splendore che ci ricorderà, ogni anno, il nostro Gioele”.
Rivolgendosi poi a bimbi della scuola elementare, il primo cittadino ha aggiunto: “Spero che mi inviterete ogni anno a raccogliere le ciliegie ricordandoci del piccolo Gioele”. I bambini stessi hanno aiutato poi il sindaco a piantumare la pianta, innaffiandola con l’acqua e posizionando un cuore ai rami per ricordare Gioele. Alcuni alunni hanno poi letto dei pensieri ricordando Gioele e i giochi fatti insieme.
Anche l’amministrazione comunale ha voluto posizionare una targhetta per esprimere vicinanza alla famiglia, colpita da un lutto reso ancora più doloroso dal fatto che l’investitore del piccolo Gioele risulta attualmente in Pakistan.
“E’ il momento che la giustizia faccia il suo corso” ha detto, a latere della cerimonia, la sindaca di Cernusco Giovanna De Capitani, presente al momento commemorativo che ha seguito quello promosso settimana scorsa a Cernusco. “Cose come questa non possono accadere perché è evidente che la persona che ha investito Gioele sta scappando dalle proprie responsabilità”.
L’uomo, di origini pakistane e residente a Carnate, è infatti partito alla volta della sua terra d’origine il giorno dopo l’incidente per un viaggio già programmato, sembrerebbe dovuto a un lutto in famiglia. Denunciato la sera stessa del sinistro dagli agenti della Polizia locale di Merate dapprima per lesioni aggravate, (Gioele era stato elitrasportato al Papa Giovanni XXIII di Bergamo in condizioni disperate nel pomeriggio di giovedì 6 maggio), l’uomo, dipendente in una ditta del Meratese, dovrà ora rispondere di omicidio colposo, a seguito della morte del piccolo.
Ad aggravare il quadro accusatorio nei suoi confronti, che nell’immediatezza del sinistro aveva raccontato di essere stato urtato da un’auto che aveva colpito Gioele, la sorella e la mamma, dandosi poi alla fuga, le immagini di un impianto di videosorveglianza che avevano ripreso interamente la scesa, mostrando come la Fiat Punto di colore grigio scuro condotta dal pakistano fosse salita sul marciapiede e avesse investito dal dietro la famigliola a passeggio. Con tutta probabilità quindi dovrà rispondere quindi di omicidio stradale, ma l’uomo, al momento, non ha ancora fatto ritorno nella sua abitazione.
“Avrebbe dovuto rincasare il 25 maggio, ma non ci risulta l’abbia fatto” aggiunge la sindaca De Capitani, ribadendo la propria preoccupazione. “L’associazione vittime della strada ha preso contatti con la famiglia Petza mostrando la propria disponibilità a seguirli nella vicenda”. Dal canto loro, anche i genitori hanno attivato un avvocato di Milano per l’assistenza: “Iniziative come quella di questa mattina ci fanno piacere, altrimenti non saremmo stati neppure qui – ha detto papà Massimo, mostrando la stessa forza di carattere che lo sta sorreggendo in queste dolorosissime settimane – Vogliamo giustizia per Gioele. Non si può scappare di fronte alle proprie responsabilità”.
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