Presentato il progetto di teatro di comunità i cui protagonisti dovranno essere gli stessi osnaghesi
A guidare il percorso l’attore Gian Luca Favetto. Il sindaco Brivio: “Creiamo uno spazio di ascolto e condivisione per stanare la nostra città invisibile”
OSNAGO – Raccontare e raccontarsi per riscoprirsi comunità in una storia potenzialmente in continuo divenire. Interesse e partecipazione hanno contraddistinto martedì sera in sala consiliare l’incontro di presentazione di “Oganos”, progetto di teatro di comunità promosso dall’amministrazione comunale per dare uno spazio e un volto alle storie, spesso sconosciute e inascoltate, degli osnaghesi.
Non un’indagine sociologica e neppure una serie di interviste alle persone “importanti” del paese, bensì il tentativo di raccontare un paese, Osnago, attraverso le angolature differenti e variegate di chi c’è nato, di chi ci è arrivato per caso e di chi ancora vi lavora, mettendo in luce anche le trasformazioni, quotidiane e impercettibili, di una comunità in continuo cammino.
“Vogliamo dare spazio alla città invisibile” le parole con cui il sindaco Paolo Brivio, omaggiando Italo Calvino, scrittore di cui ricorre il centenario della nascita, ha lasciato trasparire la soddisfazione per la proposta portata avanti dall’amministrazione comunale grazie al lavoro della vice sindaco Maria Grazia Caglio, all’intuizione e alla tenacia dell’insegnante Chiara Corno, in servizio fino a poco tempo fa all’istituto comprensivo Verga di Cernusco, la collaborazione con le associazioni Antisopore, Piccoli Idilli, Liberi Sogni, Archè, il prezioso contributo del fondo per le arti dal vivo e il supporto di diversi sponsor, tra cui Fomas Group e Milani Giovanni Spa.
A condurre la serata, presentando il progetto, l’attore Gian Luca Favetto, forte del successo ottenuto negli altri sette Comuni, sparsi in tutta Italia, dove questo esperimento di teatro “dal basso” è servito proprio per fare comunità. “Sono partito per caso a Sori all’interno di un gruppo di lettura promosso dalla biblioteca proprio sul libro “Le città invisibili” di Italo Calvino”. E pagina dopo pagina, il libro è diventato teatro con Favetto trasformato, come voce narrante, in Marco Polo e i lettori mutati in attori delle loro stesse storie.
Un’esperienza avvincente che ora anche Osnago vuole replicare, iniziando a trasformare il nome nell’anagramma Onagos. Ma, in gioco, dovranno mettersi anche gli osnaghesi decidendo di raccontare e raccontarsi in una storia che verrà poi trasformata in drammaturgia da Favetto. Al suo fianco, già nella serata di martedì l’attore Filippo Ughi di Piccoli Idilli che, accompagnato dal violino di Cecilia Musmeci della scuola di musica Archè, ha dato lettura di alcuni brani del romanzo di Calvino.
Lo spettacolo finale andrà in scena il 27 maggio allo Spazio De Andrè dopo la due giorni di prove antecedente. Nel mezzo la raccolta delle storie, effettuata durante alcuni appuntamenti da calendarizzare in biblioteca e la restituzione dei racconti, “riletti” da Favetto, intorno al mese di aprile.
Il progetto verrà inoltre impreziosito dalle fotografie di Bruno Zanzottera, che immortalerà i partecipanti in diversi momenti dell’iniziativa, i cui volti andranno anche ad occupare i muri di alcuni edifici osnaghesi. Non solo. Parallelamente a Onagos, va segnalata anche la progettualità portata avanti dalle scuole, con i bambini di quinta elementare impegnati in questi giorni nel percorso di mappatura del paese insieme agli educatori della cooperativa Liberi Sogni.