E’ il Comune con più superfici ancora rivestite in eternit: il dato è stato reso noto durante l’incontro promosso dal Movimento 5 Stelle
I relatori hanno fornito dati e indicazioni precise. “Il vero problema? L’amianto non si vede e non si sente, ma è mortale”
MERATE – Di amianto si muore, ma l’eternit, silenzioso e letale, riveste ancora pareti, pannelli, rivestimenti e tubature delle nostre case. Basta pensare che Merate è il primo comune della Provincia per superfici (oltre 158mila metri quadri) ancora rivestite con le fibre killer. E’ questo il primato (poco lusinghiero) reso noto ieri sera, giovedì, durante l’incontro pubblico promosso dal Movimento Cinque Stelle per approfondire lo spinoso e attuale tema dell’amianto. Presenti tra il pubblico anche il sindaco di Lomagna Stefano Fumagalli, il presidente dell’associazione Gente di Pianezzo Guido Torello (da anni impegnata nella lotta per la rimozione della bomba ecologica a Pianezzo) e l’ex assessore meratese Tino Passoni.
Un problema sottovalutato dalle amministrazioni
Moderati dal giornalista Angelo Baiguini, i relatori hanno affrontato l’argomento fornendo dati e strumenti utili a inquadrare la situazione senza sfociare nell’allarmismo. “Temo però che la faccenda sia più grave del previsto e questo sia un tema troppo sottovalutato, in primis dalle amministrazioni comunali” ha chiosato Baiguini. Il giornalista ha poi ricordato come il movimento 5 stelle Merate abbia avanzato alla Giunta guidata da Andrea Massironi la proposta, finora caduta nel vuoto, di aprire uno sportello amianto in Comune sul modello di quanto fatto a Lecco e a Olgiate Molgora.
La parola è poi passata a Roberto Agnesi. Il responsabile dell’Udc del Servizio prevenzione e sicurezza negli ambienti di lavoro dell’Ast Monza Brianza ha inquadrato la faccenda dal punto di vista delle normative. Ha ricordato la legge 257 /92 con cui è stato bandito l’impiego dell’amianto e ha poi parlato della normativa regionale del 2003 che ha esteso l’obbligo di rimozione anche dell’eternit compatto. Particolari importanti, che però poco possono fare di fronte alla vera pericolosità delle fibre killer: “Il problema è che l’amianto non sempre viene riconosciuto – ha precisato mostrando anche delle fotografie e invitando a scovare la differenza tra amianto e lana di vetro – La preoccupazione maggiore è per l’amianto friabile che si disperde nell’ambiente”.
8.085 strutture con amianto nel Lecchese
In base ai dati registrati dal censimento dei siti contenenti amianto ad oggi risultano 8.085 strutture a Lecco e 11.988 a Monza. Merate è al 13° posto per numero di comunicazioni mandate all’Ats (367), la maggior parte delle quali relative a pareti o pannelli in vetro cemento. Suo però il primato per le superfici rivestite, pari a 158.420 metri quadrati.
Vanda Berna, direttore del dipartimento provinciale di Arpa Lombardia Lecco Sondrio, ha rimarcato come l’agenzia regionale abbia effettuato una prima mappatura del fenomeno nel 2007 a seguito dell’approvazione, nel 2005, del piano regionale Amianto della Regione Lombardia. Nel 2012 il lavoro è stato aggiornato e ora si provvederà a un ulteriore estensione del quadro. “Abbiamo potuto constatare, grazie alle nostre fotointerpretazioni, che nel corso degli anni le coperture in amianto sono state rimosse di circa il 27%. La stima è che si riesca ad arrivare al 2025 alla rimozione totale, ma mi sembra un’ipotesi ottimistica”.
La testimonianza di Cinzia Manzoni
Dati e cifre che poi hanno assunto anime e volti grazie alla vibrante testimonianza di Cinzia Manzoni, presidente dell’associazione Gruppo Aiuto Mesotelioma. “L’amianto è costituito da fibre invisibili, più piccole dei capelli. Fino al 2012 io non sapevo neppure dell’esistenza della parola mesiotelioma. Poi mio padre è stato colpito da questa malattia, che non ha ancora una cura”. Cinzia era una semplice commessa. E ora è diventata un punto di riferimento per chi lotta perché l’amianto resti solo un brutto ricordo. “Me lo ha chiesto mio padre poco prima di morire”. Dalla nascita a oggi l’associazione ha organizzato convegni, incontri con le scuole, opuscoli informativi e tutto quello che può servire per provare a contrastare queste fibre killer, “che non vedi e non senti, fino a che non te le ritrovi prepotentemente addosso”.
Dal 2000 al 2017 sono 5mila le persone a cui è stato accertato un tumore al pneuma. Lo sa bene Silvia Villa, oncologa agli ospedali di Merate e Lecco fino a un mese fa. “E’ una malattia che purtroppo colpisce non soltanto chi è esposto, ma anche chi non è sottoposto direttamente all’esposizione. Purtroppo quando si arriva a diagnosticare questo tumore, si è sempre un po’ in ritardo”. Bisognerebbe risolvere il problema alla radice e non morire più di amianto. “Serve la sinergia di tutti, la collaborazione tra associazioni del territorio e soprattutto la consapevolezza che questo è un problema” ha concluso Fabrizio Protti, presidente nazionale dello Sportello Amianto.