Partecipata assemblea venerdì sera per parlare della delicata situazione di via Belvedere, la strada che sale in collina
Evidenziate lesioni del calcestruzzo e corrosione dei ferri dell’armatura nella parte di strada ampliata nel 1995. “Necessario limitare il traffico in attesa degli approfondimenti”. Residenti preoccupati dalle tempistiche
MONTEVECCHIA – “La struttura evidenzia importanti segni di usura con lesioni del calcestruzzo e la corrosione dei ferri dell’armatura. Non c’è un rischio di crollo, la strada potrebbe reggere altri 30 anni, ma dobbiamo muoverci in chiave preventiva in attesa delle indagini di approfondimento”. È stata chiara e diretta la responsabile dell’ufficio tecnico Erika Mazzucchelli, venerdì sera, durante l’incontro convocato dall’amministrazione comunale per spiegare alla cittadinanza la delicata situazione riscontrata lungo la ex Sp 68 nel tratto compreso tra l’intersezione con via Palazzetto (Oliva) e via Donzelli (Pasqualino).
“Non possiamo correre dei rischi sulla sicurezza delle persone” ha puntualizzato il sindaco Ivan Pendeggia che non ha esito a tirare fuori l’esempio del ponte Morandi a Genova per simbolizzare l’urgenza di intervenire prima che sia troppo tardi. “Ci siamo trovati questa tegola (l’altra a cui si è riferito il sindaco è quella dell’edificio della scuola primaria non a norma dal unto di vista antisismico, ndr) che dobbiamo gestire” ha aggiunto ricostruendo la vicenda dal primo sopralluogo a inizio estate fino agli ultimi delle recenti settimane che hanno portato al conferimento dell’incarico a un geologo per ispezionare i terreni su cui poggia la struttura realizzata nel 1995 quando venne allargata la carreggiata di via Belvedere con la costruzione a sbalzo di un marciapiede. “Anche solo percorrendo la strada si avverte il classico effetto treno segno di una situazione mutata” ha aggiunto Mazzucchelli, arrivata a Montevecchia nel febbraio 2023.
Le allerte meteo degli ultimi giorni con il rischio idrogeologico aumentato hanno portato poi l’amministrazione comunale a prendere delle decisioni più risolute, intervenendo per limitare il carico sulla strada. “Ci siamo mossi con una prima ordinanza per disciplinare l’accesso dei mezzi pesanti in alta collina dovuti ai due cantieri presenti – ha puntualizzato la sovraintendente Sara Fumagalli inserendosi nel discorso -. Dopodiché, martedì scorso, abbiamo introdotto il divieto di transito sul marciapiede a sbalzo di via Belvedere e, nel giro di poco, procederemo con il senso unico alternato per fare in modo che i mezzi percorrano la parte di strada più a monte, lasciando libera quella a valle”.
Impossibile per ora sbilanciarsi sulla durata di questo provvedimento, che verrà preso non appena, dopo un’opportuna variazione di bilancio, arriveranno i tre semafori necessari per regolare il senso unico alternato lungo i 400 metri di strada interessati. Un fattore, quello del tempo, sottolineato a gran voce dai cittadini presenti, che, a più riprese, hanno manifestato delle preoccupazioni sui disagi che dovranno subire a causa di questa limitazione alla circolazione. Tra le richieste avanzate quella di creare un senso unico ad anello tra via Belvedere e via del Pertevano per evitare attese chilometri (e relativo smog) in coda ai semafori: “Per esperienza non sono favorevole ai sensi unici” la risposta di Fumagalli con il sindaco che non ha voluto comunque scartare a priori l’ipotesi: “Vedremo. Al di là dei milanesi, siamo noi residenti che usiamo questa strada tutti i giorni. Sono dell’idea che dobbiamo metterci in testa di impiegare 5, 7 o 10 minuti in più in nome della sicurezza. Rivolgo già un invito a tutti a non ingolfare via Belsedere e via Pertevano che non hanno il calibro per reggere l’urto della viabilità dell’alta collina”.
Pendeggia ha anche rimarcato che, parallelamente al lavoro di indagine sulla condizioni della strada, affidate a un geologo e poi a un ingegnere strutturista, si procederà per capire se i lavori erano stati svolti a regola d’arte e se lo stato di realizzazione delle opere corrisponde al progetto. Un particolare non di poco conto soprattutto se unito anche alla considerazione che la strada venne ceduta e acquisita dal Comune nel 2019 dalla Provincia senza alcuna indicazione delle condizioni di fragilità, note dai residenti già da tempo. “Faccio un po’ di gossip e vi dico che incontrando l’ex presidente della Provincia di Lecco a un evento, mi disse di essersi sollevato non poco con questa cessione visto i costi di gestione della strada”.
A parlare per primo, tra le persone sedute nel pubblico, l’ex sindaco Sandro Capra che, dopo aver rivolto i complimenti a chi ha guardato le condizioni in cui è ridotta la strada, ha voluto fare un distinguo sul caso Morandi citato dal sindaco: “Lì c’era uno studio che parlava chiaro, a cui non si è dato retta. Qui c’è una preoccupazione: il paragone mi sembra un po’ azzardato. Il senso unico alternato penalizza chi si reca, anche a piedi, in parrocchia e frequenta la vita della comunità” ha poi aggiunto, portando sul tavolo della discussione un argomento, quello dei limiti subiti anche da chi si reca a piedi in chiesa, oratorio, posta o Comune, sollevato anche da altri argomenti.
A chi ha chiesto la possibilità di prevedere un camminamento pedonale, ha risposto, numeri alla mano, la sovraintendente Fumagalli: “Con tre metri di strada percorribile (quelli della vecchia carreggiata, precedente all’ampliamento, ndr) devo garantire il transito dei mezzi, tra cui anche lo scuolabus e i furgoncini. Non ho lo spazio per mettere in sicurezza il pedone. Capiamo perfettamente i disagi e le difficoltà, ma le condizioni sono queste”.
Altri cittadini hanno poi chiesto chiarimenti sulle tempistiche: “Il geologo inizierà a lavorare già settimana prossima iniziando con le indagini del terreno” ha precisato Mazzucchelli. “Non possiamo però dire quanto tempo ci vorrà perché molto dipenderà anche dalla situazione che troverà e dagli approfondimenti che dovrà effettuare”.
Tra gli interventi registrati anche quelli di chi ha chiesto più attenzione sul fronte della regimentazione delle acque. Pronta la risposta del consigliere Davide Scaccabarozzi che ha già avviato una serie di videoispezioni sulle caditoie per capire se parte dell’erosione registrata sul terreno dell’alta collina sia dovuta anche a questo.