Oltre 100 persone in marcia per la pace: “Impegno e responsabilità per il futuro”

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La marcia è iniziata a Olginate alle 15.30 ed è arrivata in Piazza Garibaldi alle 18.45

Interventi da parte del sindaco Gattinoni, dei ragazzi del Medardo Rosso e della giornalista Chiara Zappa

LECCO – In cammino, da Olginate a Lecco, per la Pace. La manifestazione porta la firma degli organizzatori della Tavola Lecchese per la Pace che vuole ribadire la necessità del cessate il fuoco in Ucraina, in Palestina e in tutti gli altri contesti di guerra.

Il ritrovo è stato alle 15.30 al ponte della ferrovia di Olginate, per arrivare in piazza Garibaldi a Lecco, intorno alle 18.45.

Un centinaio di persone ha affollato Piazza Garibaldi chiedendo la pace, sventolando striscioni e bandiere e recitando slogan. Ad accompagnarli anche il sindaco Mauro Gattinoni di Lecco e tutti i sindaci dei comuni coinvolti nella manifestazione. La politica era presente e stava con la pace, tanto che una fascia si è trasformata, dal classico tricolore, alla bandiera della Palestina.

I sindaci presenti

All’arrivo in piazza ha preso parola il sindaco Gattinoni: “A parlare di pace si rischia a volte di fare la fine delle “anime belle”, si rischia di parlarne come fanno i bambini, in maniera ingenua. Noi non possiamo essere così ingenui rispetto a ciò che sta accadendo nel mondo. La terza guerra mondiale “a pezzi”, come l’ha definita Papa Francesco, non diventa la “pace a pezzi” auspicata da Papa Leone. L’Europa è la culla della pace, è così da dopo la seconda guerra mondiale, eppure oggi ci sono logiche che spingono a situazioni non auspicabili. Sappiamo che i potenti del mondo stanno rischiando di farsi trascinare verso una deriva autocratica. Allo stesso tempo non si può ignorare il fatto che quando un lupo ti bussa alla porta – qui il Sindaco parla facendo riferimento alla guerra tra Russia e Ucraina – non si può farlo accomodare.

Il sindaco  di Lecco Mauro Gattinoni

“Viviamo in un momento – continua Gattinoni – in cui certe domande vanno poste, sappiamo che la diplomazia funziona solamente se c’è dialogo, sappiamo che la pace funziona solo se è pensata come una soluzione vera, non come soluzione comoda al “business della pace”. Ci sono scenari che non ci permettono di fermarci alla declaratoria. C’è un “come” che esige un impegno altissimo e che coinvolge la popolazione, che deve farsi sentire ovunque. Se è vero che le guerre le dichiarano i governi e non i popoli ed è vero che certi meccanismi che garantivano la pace sono ormai in crisi, è anche vero che c’è bisogno di un popolo che si ponga domande, che manifesti, che sia politico. Non è solo un auspicio, deve diventare un impegno” ha concluso il sindaco di Lecco.

Dopo questo intervento la Piazza ha avuto la possibilità di unirsi in un momento musicale grazie alla performance delle ragazze del Medardo Rosso, che hanno cantato “La Guerra di Piero” di De Andrè, “Army Dreamers” di Kate Bush e “Masters of War” di Bob Dylan, tutte canzoni contro la guerra e gli eserciti.

Le ragazze del Medardo Rosso

Le studentesse hanno anche voluto onorare la memoria di Vittorio Arrigoni, tragicamente morto a Gaza nel 2011, tramite una lettera che parla a Egidia Beretta, madre di Vittorio che gira le scuole raccontando la storia del figlio. La lettera recita così: “L’incontro di oggi mi ha colpito profondamente. Le parole di Vittorio, nonostante siano passati anni, risuonano ancora nel presente, la prima pagina del suo libro rimarrà per sempre impressa in me. Ho sentito parlare di Vittorio per la prima volta guardando Al-Jazeera anni fa. Il suo intervento (di Egidia Beretta) ha riacceso in me la fame di giustizia e di lotta per ciò in cui credo, per le stesse idee di Vic. Domani inizia il ramadan e pregherò per chi combatte e per tutti i miei fratelli palestinesi. Grazie per l’intervento”.

L’ultimo intervento della manifestazione è stato riservato a Chiara Zappa, giornalista che da tempo documenta la situazione in Medio Oriente. Zappa si è presentata alla Piazza indossando un velo bianco sulle spalle: un monito e un ricordo delle vittime uccise dall’esercito israeliano a Gaza. Zuppi ha iniziato così il suo intervento: “Ciò che succede a Gaza succede anche altrove, anche in Sudan, in Myanmar, in Congo… si sta usando la fame come arma di guerra, eppure sentiamo Gaza più vicina. La sentiamo vicina perché è vicina effettivamente, c’è vicinanza fisica – se cercate su Google ‘Gaza’ il primo risultato che vi uscirà mostra che si trova a meno di 4 ore di aereo – e affinità culturale”.

La giornalista Chiara Zappa

Zappa ha continuato parlando della politica internazionale: “È l’ottantesimo anniversario dell’ONU e mai come oggi ne sentiamo l’inadeguatezza. L’ONU è attaccata e bistrattata, proprio oggi che la necessità di multilateralismo è così forte. Le alternative al multilateralismo sono le relazioni bilaterali e i blocchi contrapposti, tutte tecniche che vanno a favorire una parte sull’altra e che prediligono il benessere di pochi al benessere globale. Sentiamo un’ insufficienza della politica, ma bisogna ricordare che la politica è ovunque, molte cose sono politiche, anche la manifestazione di oggi. L’informarsi stesso è un atto estremamente politico, l’educazione, a casa, a scuola, è politica. Auspico a una scuola che insegni il pensiero critico ai cittadini di oggi e di domani ed esorto ognuno ad avere coscienza della propria responsabilità politica ed educativa. Il voto e una cosa fondamentale, a livello territoriale ed europeo: il voto di oggi è la politica di domani, costruisce il futuro, l’Europa siamo noi, non possiamo sottrarci a questa responsabilità”.

La giornalista ha proseguito raccontando una storia del territorio che conosce meglio, la Palestina: “In questo momento ci sono in Israele persone che cercano di portare avanti un’altra storia: a Gerusalemme c’è stata una due giorni di manifestazioni con attivisti israeliani e palestinesi, artisti e anche politici che si sono mossi per dire basta alle occupazioni dell’esercito e al regime di apartheid. I manifestanti chiedono un futuro condiviso, a una giustizia per tutti. In Israele c’è gente che protesta, che cerca di forzare i blocchi, che cerca di aiutare Gaza. Racconto questa storia per dimostrare che ci sono israeliani contro il genocidio, sebbene sia una minoranza. Simmetricamente anche a Gaza una minoranza ha protestato contro Hamas, sostenendo che la violenza non rappresenta il popolo palestinese. La minoranza, da entrambe le parti, stra tracciando una via che è l’unica via percorribile. Nella disillusione di tutti noi non dimentichiamo di sostenere le voci di chi cerca una via diversa, perché una via diversa è possibile” ha concluso Chiara Zappa.

La manifestazione si è conclusa con il canto di “Bella Ciao” e “Generale” di De Gregori.