Il racconto del Cros Varenna sul tarabusino adulto che, dal 2017, ogni anno torna alla riserva di Sartirana
L’uccello è stato riconosciuto grazie all’anello che era stato posizionato sulla zampa dopo il ferimento avvenuto 4 anni fa
MERATE – Riceviamo e pubblichiamo un intervento del Cros Varenna sulla storia di un tarabusino che da 4 anni torna alla riserva naturale del lago di Sartirana. Un contributo interessante in giorni in cui è in discussione il piano integrato della riserva del lago meratese.
Sartirana per scelta: storia di chi torna ogni anno a farle visita.
Il Centro ricerche Ornitologiche Scanagatta (CROS) partecipa attivamente, insieme a tante altre associazioni ambientaliste, ai lavori per la revisione del Piano di gestione della Riserva Lago di Sartirana.
Riserva e Zona Speciale di Conservazione istituite al fine di tutelare quell’area e quello specchio d’acqua ricchi di peculiarità naturalistiche. Quella che vi raccontiamo di seguito è una vicenda, una volta tanto dai risvolti positivi e, che rileva, una volta di più, la potenzialità del sito e l’importanza delle azioni perseguite in sua difesa. Il Tarabusino è un piccolo uccello della famiglia degli Aironi che vive nei canneti e si nutre di piccoli
pesci, girini, insetti. E’ un migratore, da noi arriva in primavera per nidificare e ritorna in Africa alla fine dell’estate. Non lo si osserva facilmente perché è piuttosto elusivo ed è dotato di un piumaggio che gli consente di mimetizzarsi perfettamente tra le canne dello stagno.
Da tempo sappiamo che questo uccello è presente e nidifica al lago di Sartirana, ed è una delle specie protette per la cui tutela la Riserva Naturale è stata istituita.
E’ invece poco noto che gli individui adulti tendono a ritornare anno dopo anno negli stessi luoghi di nidificazione.
Nel 2017 un tarabusino rimane impigliato all’amo di una lenza perduta nel canneto da qualche pescatore. Birdwatchers e fotografi lo vedono dibattersi disperatamente, appeso per un’ala, nel vano tentativo di liberarsi; allertano la Polizia Provinciale, che fra i suoi compiti ha quello di tutelare la fauna selvatica. Gli agenti intervengono e, muniti di barca, riescono a raggiungere e liberare l’uccello ferito, che viene affidato per le cure a un centro di recupero della fauna selvatica. Guarito e in grado di volare, il tarabusino viene
munito di anello metallico di identificazione e liberato.
Nel giugno 2019, Guido, socio del CROS e grande appassionato e frequentatore assiduo del lago di Sartirana fotografa un tarabusino e riesce a leggere i dati dell’anello che porta alla zampa destra: una rapida ricerca sull’apposito data base EPE( Euring Protocol Engine) consente di accertare che si tratta dello stesso individuo salvato dall’amo due anni prima.
Anche quest’anno Guido ritrova il “suo” tarabusino, anche questa volta identificato grazie al suo anello; l’animale è in ottima salute e, nonostante la disavventura vissuta anni fa, ritorna ogni primavera per nidificare nello stesso luogo!
Questo episodio, a lieto fine, ci induce ancora di più a sostenere la necessità di rafforzare la tutela della Riserva e, nel contempo, invitare tutti coloro che l’hanno, a vario titolo a cuore, a tenere comportamenti responsabili “nell’uso” del sito, mettendo in atto tutte le azioni necessarie per evitate di mettere a rischio, come nel caso raccontato, la vita anche di un solo individuo della fauna per la quale, quel luogo, è vitale.
Per rimarcare ulteriormente la valenza del sito non possiamo tacere che quel lago è luogo di nidificazione di molti uccelli acquatici che, proprio in questi giorni, possiamo osservare con al seguito la numerosa e tenera prole.
Tra questi uccelli ci piace citare la moretta tabaccata, anch’essa al pari del tarabusino particolarmente tutelata dalla normativa europea in considerazione della sua vulnerabilità e rarità a livello europeo e che al Lago di Sartirana è solita nidificare; come dimostrano le due nidiate osservate solo pochi giorni fa.
Centro Ricerche Ornitologiche Scanagatta – CROS