Malgrate. Dopo oltre cento anni di attività chiude lo storico panificio Beretta

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Da sinistra: Enrico Beretta con la moglie Emanuela e Giacomo Beretta con la moglie Katia

Sabato sarà l’ultimo giorno di attività dello storico forno in via Agudio

I fratelli Enrico e Giacomo, con le mogli Emanuela e Katia: “Speriamo che qualcuno riesca a portare avanti almeno il negozio”

MALGRATE – Ci sono luoghi che per molti sono come casa, nel senso che rappresentano la quotidianità. Un gesto istintivo e naturale, come passare a prendere il pane la mattina nel negozio di fiducia, scambiare due chiacchiere con chi dietro al bancone ti accoglie con il consueto sorriso e proseguire con la propria giornata. Luoghi che, purtroppo, sono sempre meno presenti nelle nostre città e nei nostri paesi. A Malgrate uno di questi è senza dubbio il panificio Beretta in via Agudio, proprio di fronte al municipio.

Il negozio ha una storia lunga oltre cento anni, in cui passione, tradizione e sacrificio si intrecciano in un filo stretto. Come tante storie, però, anche quella del panificio Beretta è giunta alla fine: sabato 31 maggio sarà l’ultimo giorno di apertura. I fratelli Enrico e Giacomo Beretta non negano il dispiacere, ma oramai tenere aperto è un’impresa: dopo 47 anni di lavoro Enrico, il maggiore, da febbraio è in pensione e Giacomo a breve lo seguirà. Con loro da oltre trent’anni lavorano le rispettive mogli, Emanuela e Katia. I figli, invece, come sempre più spesso accade, hanno scelto strade e vite diverse: “Non avendo ricambio generazionale e non trovando nessuno interessato a rilevare tutta l’attività, laboratorio incluso, non ci resta che chiudere – commentano Enrico e Giacomo – ovviamente dispiace, questa è stata la nostra vita, da sempre. Ma speriamo che qualcuno riesca a portare avanti almeno una parte dell’attività, l’alimentari e la caffetteria”.

In primo piano a destra Enrico Beretta, nonno di Enrico e Giacomo

Nel negozio diverse fotografie d’epoca raccontano la lunga storia del panificio/alimentari Beretta: in molte c’è il nonno Enrico al forno, e poi il figlio, Simone, papà di Enrico e Giacomo, che ha continuato l’attività, insieme alla moglie Pierina e poi ai figli. Enrico aveva 15 anni quando ha iniziato ad affiancare papà e nonno nell’attività di famiglia: “In realtà avevo iniziato a studiare ragioneria ma poi ho capito che non faceva tanto per me – ci racconta – poi a dirla tutta più avanti negli anni ci ho ripensato con un pizzico di rammarico. Fare il pane è un lavoro bellissimo ma duro, ogni notte sei in piedi, non c’è riposo. Ho dovuto accantonare alcune passioni, la moto, il calcio, lo sci, gli amici magari facevano festa ma io dovevo alzarmi a fare il pane. Oggi siamo rimasti in pochissimi, nessuno ha più voglia, si tende a fare rivendita”.

Enrico, Giacomo e le mogli Emanuela e Katia lavorano sodo e portano avanti l’attività, adeguandola anche ai tempi che cambiano, 5 anni fa, con il Covid, gli ultimi interventi che hanno integrato i servizi con un angolo caffetteria: “Soprattutto d’estate – spiegano Emanuela e Katia – ci sono tanti turisti che apprezzano fermarsi a fare colazione e poi prendere ciò che serve per la gita o per il soggiorno qui”.

Sopra il negozio c’è il grande laboratorio per la panificazione con i forni, Enrico ci porta a vederlo, entrando si sente l’odore del pane appena fatto: “Davvero? Io oramai non lo sento quasi più, il paradosso di fare questo lavoro è che sono diventato allergico alla farina e soffro spesso di rinite” ci dice, ridendo. Con orgoglio e un pizzico di malinconia ci fa vedere gli strumenti del suo lavoro: “Un forno oramai non lo accendiamo più, ma un tempo quando si lavorava a pieno regime andavano tutti assieme, diventavano blu dal caldo, noi invece viola…che sudate!”. Ci indica poi una porta: “Da qui ogni tanto entravano di notte i ragazzi che tornavano dalle discoteche, Orsa Maggiore, Moregallo…suonavano, sapevano che eravamo qui a fare il pane e li facevamo entrare e mangiare qualcosa”. Sopra il laboratorio invece c’è la casa della famiglia Beretta: come i loro genitori, Enrico e Giacomo hanno infatti deciso di abitare ‘sopra la bottega’.

Che sabato sarà l’ultimo giorno dello storico panificio in paese si sa, le voci fanno presto a girare. E sulla porta è affisso un eloquente cartello. Mentre chiacchieriamo con i fratelli Beretta entrano diversi clienti, alcuni sono turisti, altri abituali: “Ma quindi è vero, chiudete? Siete un’istituzione qui, come faremo?” commenta qualcuno. Una signora concorda, mentre sceglie la frutta: “Adesso il problema sarà dove andare, questo era un luogo di fiducia e di riferimento”. Enrico ci spiega che il negozio potrebbe restare, come alimentari e caffetteria, sono arrivate già diverse richieste che ora sono in corso di valutazione. Ma il pane e i prodotti da forno non saranno più fatti in casa. “Con queste premesse speriamo che l’attività possa in qualche modo continuare, anche perché a Malgrate non ce ne sono tante, le chiusure ultimamente si sono susseguite. Per questo, anche se non saremo noi dietro al bancone, ci piace dire ai nostri clienti che non è un addio, ma un arrivederci”.

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