Al Rifugio SEL costituita ufficialmente la Resinelli Tourism Lab APS
Una realtà che vuole immaginare per i Resinelli un domani sostenibile, ascoltando bisogni e desideri di chi li considera un luogo del cuore
PIANI RESINELLI – APS. Associazione di Promozione Sociale. Tre lettere, una sigla, che potranno fare la differenza per il futuro dei Piani Resinelli. Tre lettere, una sigla, che sanciscono la definitiva proclamazione di Resinelli Tourism Lab quale associazione di promozione sociale, costituitasi ufficialmente ieri sera, venerdì, al secondo piano del Rifugio SEL, ai Piani Resinelli.
Una realtà che da tre anni a questa parte ha già fatto tanto per la località ai piedi della Grigna, ponendosi come laboratorio di sviluppo turistico sostenibile, ma che con questo step in più punta a immaginare un domani per i Resinelli che non sia improntato puramente sul turismo, ma che guardi più in generale alle persone che vivono e che ci tengono a tutelare e valorizzare questo particolare contesto (morfologicamente e politicamente complesso e frammentato), indipendentemente dalla categoria (turista, residente, commerciante, proprietario di seconde case, ecc…) a cui appartengono.
“Con la nascita dell’associazione vogliamo dare voce al territorio dei Resinelli, coinvolgendo nei nostri progetti le persone che lo vivono, al di là dei residenti e di chi ha un’attività commerciale qui, ma proprio chi lo sente come un luogo del cuore – ha spiegato Simone Masdea che ricoprirà il ruolo di presidente, da più di quindici anni vive ai Resinelli e svolge come professione l’agronomo forestale -. Abbiamo aspettato la fine dell’estate per presentarci come associazione perché a stagione avviata era difficile inserirsi nella programmazione già in essere, ma adesso ci siamo anche noi e chiunque può diventare socio semplicemente facendo una piccola tessera”.
Un “noi” che comprende sette soci fondatori, accomunati tutti dalla passione per i Resinelli e che, pur provenendo da realtà diverse, li hanno eletti come luogo del cuore: oltre a Masdea, la compagna Sofia Bolognini, marchigiana fino a che “i Resinelli mi hanno scelta”, dirà; Francesco Gerli, brianzolo laureato all’Università Bocconi di Milano e dottorato al Politecnico, ha lavorato anche all’estero occupandosi di temi legati alla sostenibilità (“I Resinelli possono davvero diventare un laboratorio per nuovi modelli di turismo adatti ai nostri tempi”, il suo intervento); Stefano Caccini, proveniente dal milanese, guida ambientale escursionistica; Pinuccio Castelnuovo, il più anziano del gruppo, da quando ha otto anni viene ai Resinelli e pronto a mettere a disposizione la sua lunga esperienza di frequentatore della località; Elisa Ghezzi, gestrice del Forno della Grigna; e Davide Mandelli, guida mineraria, che per motivi lavorativi non ha potuto essere presente all’incontro.
Il lavoro di Resinelli Tourism Lab APS si muoverà su due fronti: da un lato portare un turismo sostenibile che, come spiegherà bene Sofia in seguito, “non significa solo green“, dall’altro concentrarsi sul coinvolgimento della comunità locale, portando benefici concreti per chi ai Resinelli ci vive.
“Quando parliamo di turismo ci riferiamo a dei modelli culturali – prende parola Bolognini -. Ci possono essere turismi ‘mordi e fuggi’ che portano nelle località infrastrutture impattanti e che vengono promosse con un tono sensazionalistico, come fossero un brand. E poi esistono turismi ‘lenti’ che si focalizzano sul paesaggio e sulle comunità che li abitano (residenti, ma anche chi possiede una seconda casa o fa periodi di smartworking in quel luogo), che attraversano e fanno vivere i territori. Un turismo che si basa su quanto una certa località può offrire, e i Resinelli hanno tanto da offrire. Un potenziale che andrà sfruttato tenendo presenti limitazioni e criticità legate a questo contesto, raggiungibile da una sola strada. Il modello di turismo che caratterizzerà i Resinelli non dovrà essere distruttivo, ma sostenibile per la conformazione del territorio, evitando l’overtourism e conseguentemente lo spopolamento. Crediamo che se riuscissimo a co-progettare un turismo lento i servizi per tutti migliorerebbero, rendendo i Resinelli una località attrattiva e felice“.
Per arrivare a questo risultato le soluzioni potranno essere destagionalizzare l’offerta turistica, valorizzare le aree meno frequentate, la storia e le identità locali, in particolare la memoria storica dei Resinelli che resta tutt’ora piuttosto sommersa (“raccontare la storia di un luogo rende più facile per chi ci arriva appassionarsi a esso”, sempre Sofia).
Prima però bisognerà compiere un passo più importante, dare un’identità ai Resinelli: “Per tanti i Resinelli sono solo un luogo di passaggio – continua Sofia – non viene percepita la ricchezza del territorio, perché manca un’identità. La Grigna, per esempio, ha un’anima, ma se ai suoi piedi non c’è una comunità questa rischia di perdersi e di non poter essere raccontata a chi viene da fuori. Concretamente si potrebbero realizzare escursioni, gite, degustazioni tutto l’anno, creare itinerari sulla storia dei Resinelli, ripristinare gli antichi sentieri geologici presenti, creare paline informative e aggiornare la cartellonistica, predisporre un’info point online in modo che sia possibile sapere sempre chi contattare per avere informazioni e trovarlo disponibile, stabilire incentivi e premi per chi raccoglie la spazzatura o sceglie di arrivare ai Resinelli in bici piuttosto che in macchina”.
Creare una comunità consolidata dunque, partendo dai servizi che mancano nella località o che possono essere implementati. “Per esempio – racconta Sofia – esiste una chat chiamata “Gente che scende e che sale” con cui i residenti si scambiano passaggi in macchine, ottimizzando gli spostamenti. Un servizio interno che potrebbe essere aperto ad altri soggetti. Oppure creare gruppi d’acquisto per stabilire chi scende a valle a fare la spesa, non essendoci ai Resinelli un supermercato. E ancora ripristinare la guardia medica, servizio che tanti anni fa era attivo, ripensare alcuni spazi per renderli un punto di ritrovo. Sono solo alcune proposte, anche perché innanzitutto bisognerà capire i bisogni dei residenti, quanti sono e cosa vogliono, infine reperire risorse per realizzarle. Trovandoci in un territorio frastagliato dal punto di vista istituzionale (i Resinelli sono divisi tra i comuni di Abbadia, Mandello, Lecco e Ballabio, nella convenzione rientra anche la Comunità Montana del Lario Orientale, ndr) dobbiamo conoscerci e auto-mapparci. Anche quest’assemblea sarebbe bello riproporla periodicamente per mettere insieme idee e lavorare insieme”.
Entusiasmo e voglia di fare tra i soci, attitudini necessarie per proseguire in questo cammino in cui naturalmente non mancheranno di essere interpellate le istituzioni: alla presentazione della neo-costituita associazione Giovanni Cattaneo, assessore all’Attrattività territoriale del Comune di Lecco; Giovanni Bruno Bussola, sindaco di Ballabio, e Irene Azzoni, assessore al Turismo del Comune di Abbadia. Tutti sono rimasti colpiti dall’ampia partecipazione di pubblico (“non scontata” per Cattaneo) e hanno augurato buon lavoro a Resinelli Tourism Lab APS.
“I turisti portano valore economico, ma se ce ne sono troppi causano problemi, è difficile trovare un equilibrio – afferma l’assessore all’Attrattività territoriale – Grazie per questa associazione che nasce, da qui in avanti bisognerà capire realisticamente cosa si può fare”.
Dopo la parte “frontale” della serata, un momento è stato dedicato ai tavoli di lavoro sui seguenti temi: servizi all’abitare, eventi culturali e sportivi, turismo sostenibile, memoria storica locale. Ciascuno dei presenti ha potuto portare il proprio contributo, tutti i suggerimenti sono stati raccolti dai coordinatori dei tavoli, rispettivamente Carlo Ratti (vicepresidente dei Falchi di Lecco), Simone Masdea, Francesco Invernizzi e Michele Castelnuovo, fondatore di Trekking Lecco.
Per concludere la serata un brindisi al futuro dei Resinelli, che con Resinelli Tourism Lab APS avrà un possibilità in più di modificare il modo di vivere e di fruire la località, in linea coi tempi che cambiano e che richiedono l’adozione di nuovi schemi per approcciarsi ai territori montani, diversi da quelli finora messi in pratica.