Un duro lavoro che ha dato da vivere a tante persone
Oggi le miniere sono diventate attrazione turistica e presidio della memoria
VALSASSINA – Oggi facciamo tappa in Valsassina per scoprire il fantastico mondo sotterraneo delle miniere. Una storia fatta di lavoro e duro sacrificio quella dei minatori che hanno reso grande la Valsassina: luoghi carichi di cultura, ancora poco conosciuti ma che negli ultimi anni sono stati valorizzati e attrezzati per le visite.
Le miniere dei Resinelli
I Piani Resinelli furono luogo di estrazione mineraria per secoli. La montagna è attraversata da chilometri di gallerie, in cui si estraevano piombo-zinco-calamine, minerali importanti per lo sviluppo siderurgico Lecchese. Chiuse alla fine degli Anni ’50, le miniere sono state aperte al pubblico agli inizi del Duemila e sono visitabili con guide specializzate.
Il parco minerario Piani Resinelli è composto da antiche miniere risalenti al 1600, successivamente oggetto di ripetuti interventi estrattivi di carattere sempre più moderno. Anna è la più antica tra le miniere recuperate a scopo turistico, è stata smantellata nel 1958. Permette la comprensione dei diversi metodi estrattivi legati alle epoche ed ai mezzi disponibili. Da questa miniera, principalmente si estraeva Galena Argentifera. Disposta su due livelli caratterizzati da alternarsi di sali-scendi ed ampie gallerie a corridoi, quasi interamente illuminata, consente la visita a tutte le età. Sottocavallo è una miniera disposta su sette livelli con pozzo centrale che permette la vista dei sottolivelli, molto suggestiva come disposizione. Da questa miniera principalmente si estraeva Blenda. Silvia è una miniera caratterizzata da una sala in cui è stato realizzato un piccolo palco per effettuare suggestivi concerti (le miniere Sottocavallo e Silvia sono attualmente visitabili sono in maniera viruale).
Informazioni. Via Escursionisti, 29, Piani Resinelli. Telefono: 3389609824. Email: miniere_resinelli@hotmail.it. Sito: www.youmines.com. Facebook miniereturistiche.
Miniere di Cortabbio di Primaluna
Un percorso di oltre un chilometro nelle viscere della montagna, alla scoperta della miniera “Nuovo Ribasso”, scavata dal 1980 al 1988, della miniera “Vittoria” che è stata utilizzata per servizio ed emergenza, ed infine delle più antiche “Speranza superiore” e “Virginia Superiore”. Dal 2015, grazie allo stesso gestore delle Miniere dei Resinelli, è possibile visitare il parco minerario di Cortabbio di Primaluna.
Le miniere, menzionate da Leonardo da Vinci nel Codice Atlantico “li edifici della vena del rame e dello arzento, presso una terra detta Pra Sancto Petro e vene di ferro e cose fantastiche”, iniziarono ad essere produttive a metà dell’Ottocento dopo una scoperta del giacimento del tutto inaspettata. Il maestro di scuola elementare Vanotti, durante una passeggiata nei boschi, si accorse di un affioramento di rocce bianche diverse dalle altre, ne staccò dei pezzetti che fece analizzare a Milano e si scoprì la presenza di Barite. L’attività estrattiva a Cortabbio si concluse solo pochi anni fa, nel 2012.
Informazioni. Via Merla, Cortabbio di Primaluna. Telefono: 3389609824. Email: miniere_resinelli@hotmail.it. Sito: www.youmines.com. Facebook miniereturistiche.
Museo Cantar di Pietra
Il museo “Cantar di Pietra” da qualche mese vive nel cuore di Tremenico, piccolo paesino del comune di Valvarrone. Un museo di nuova generazione che racconta in chiave moderna la storia delle miniere di Tremenico. Una storia fatta di duro lavoro che dura da oltre 100 anni. Il museo raccoglie anche la testimonianza delle feste liturgiche, delle tradizioni e dei riti quotidiani sopravvissuti nel tempo e tipici delle culture alpine. Per far nascere il nuovo museo è stato ristrutturato il vecchio municipio che ospitava anche l’ufficio postale. Si tratta di un museo con pochi oggetti ma grazie a una guida virtuale (Pietro), che narra vari aspetti di vita quotidiana e non, il visitatore riesce a ricostruire autonomamente dei pezzi di storia che più facilmente restano impressi. La voce del narratore accompagna il visitatore attraverso le varie stanze e i racconti del suo vissuto, inframmezzati da suoni e rumori, consentono a chi li ascolta di lasciarsi trasportare fino a calarsi completamente in quella realtà. Il tutto accompagnato da scelte architettoniche particolari e un sapiente utilizzo delle luci.
Informazioni. Il museo è aperto a richiesta (e-mail: info@ecomuseodellavalvarrone.it; telefono: 0341.875040; www.ecomuseodellavalvarrone.it) in orari e giorni da concordare.