Il ricordo di Angelo Seveso è impresso fortemente nella memoria collettiva degli appassionati di calcio lecchesi, e non solo. Oggi a Brugherio i suoi funerali, dopo la lunga malattia che lo ha stroncato a soli 48 anni.
Chiesa di San Bartolomeo stracolma, tantissimi gli ex compagni presenti, tra i quali Cappelletti, Remondina, “Gatto” Corti, Ponti, il Ds Gigi Cappelletti e mister Mario Beretta (ex Parma) per citarne alcuni, a dare l’ultimo saluto ad Angelo anche una delegazione di tifosi blucelesti, con il feretro che ha lasciato la parrocchiale con una sciarpa e una maglia bluceleste.
“Angelone” come lo avevano ribattezzato tutti per la sua fisicità: due metri per cento chili, giunse a Lecco da Telgate nella stagione 89′-90′ con l’allora mister Osvaldo Jaconi. Qui giocò per due stagioni, la prima in Interregionale, contribuendo a suon di gol a portare il Lecco in C2 (salito tra i professionisti pur essendo arrivato al secondo posto dietro al Leffe grazie a un ripescaggio). Quindi giocò la stagione successiva salvando il Lecco con il gol contro l’Ospitaletto al Brianteo di Monza. Poi passò al Corsico, Legnano, Varese, Gallaratese e Atletico Milan.
Aveva il pallone nel sangue tant’è che fino a poche settimane fa siedeva ancora sulla panchina del Real Milano, squadra di Eccellenza che allenava da tempo. Sposato con un figlio, di professione faceva il bancario e non smise mai, nemmeno durante il suo apice calcistico, perchè Angelone era tanto forte sul campo quanto saggio nella vita: aveva capito che poteva dare il meglio tra i semiprofessionisti e lì rimase, vestendo tante maglie e vincendo tanti campionati (mitico il filotto delle quattro promozioni consecutive dalla D alla C2 con 4 maglie diverse: Corsico, Legnano, Varese e Gallaratese), e tutto senza mai mollare il lavoro.
Il capitano del Lecco di quegli anni, Lorenzo Marconi commenta, “Mi spiace tanto, sembra impossibile che una persona di quella prestanza fisica…. Angelone, di lui mi viene in mente il colpo di testa. Quando arrivò a Lecco dicemmo tutti: finalmente uno che basta mettergli la palla alta che la butta dentro. Nonostante la sua stazza che incuteva timore, il bomber era una persona buona, divertente, un giocherellone con cui era piacevole stare”.
Fabio “Gatto” Corti, saracinesca del Lecco in quel periodo racconta: “Eravamo amici dentro e fuori dal campo. Per anni siamo andati al mare assieme con le famiglie. Lui era un grande. Un trascinatore. Aveva la fascia di capitano addosso. Era un leader capace di spronare tutta la squadra e portarla alla vittoria. Oggi per me e per molti come me è una giornata durissima. Ci mancherà”.
A ricordarlo è anche l’amico Michele Radaelli, il portierone con un trascorso a Carate, Seregno, Lissone quindi Caprino, Lecchese e Civate: “La prima volta l’ho conosciuto da avversario, erano agli inizi degli Anni ’80, militavamo in Interregionale, la vecchia serie D, io ero a Seregno lui nella Brembillese. Faceva paura, aveva una potenza inaudita e di testa era fortissimo. Un uomo dalla corazza d’acciaio, ma dal cuore d’oro perchè fuori dal campo era una persona meravigliosa”.