C’ho messo un po’. Ho lasciato decantare le emozioni. Si, perché la Resegup rimarrà per sempre il mio primo, grande amore…sportivamente parlando, si intende.
Quei 24km hanno segnato la mia vita da sportivo nel 2011, la mia prima partecipazione, e hanno aperto una voragine che mi porterà fino a Courmayeur il prossimo 7 settembre. Incredibile.
E si che tutte le volte che arrivo appena sotto Piano Fieno, mi chiedo sempre “Ma chi diavolo me lo fa fare tutti gli anni con ‘sto caldo”, poi arrivo a Pian Serada che per me è il “Balcone su Lecco” e inconsciamente mi rispondo. Fantastico. Ma andiamo con ordine.
Quest’edizione è la mia quarta tacca sul fucile, di sicuro l’edizione dove arrivo più preparato, visto il lavoro che sto facendo per il Tor. Ma c’è l’incognita caldo, troppo caldo. Memore del mio ritiro al Monteregio Trail, inizio a bere già dal giorno prima: tre bevande isotoniche prese a distanze regolari, sono una buona base. Credo.
Arrivo ai nastri di partenza e come mio solito, “scatto” dalle retrovie. Che senso ha poi farsi superare dopo pochi metri? Ormai conosco il mio passo e di quelli che mi circondano, ci si dà un’occhiata, un cenno di saluto, anche un abbraccio, e poi si parte. Credo di non aver mai pensato in questi anni di gare “Devo arrivare prima di quello o quell’altro”, il mio unico pensiero alla partenza è sempre lo stesso “Devo arrivare!”. Il più delle volte mantengo quanto pensato, a volte, invece, no. Ma ci sta.
Si parte. Un vero e proprio fiume di gente mi si para davanti. Corso Matteotti ha un colpo d’occhio da brividi (ovviamente i privilegiati di questo scorcio sono solo quelli che stanno in fondo). Io vado al mio passo fino ad Acquate dove mi attende la prima “torcida”: centinaia di persone assiepate vicino alla Madonnina di Lourdes attendono i concorrenti. Wow. E iniziano i primi “Vai Cineee!!”. Saluto, ringrazio e proseguo.
Ecco, quello del “Vai Cineeee!!” sarà il bel tormentone della gara: Malnago – Stoppani – Bedolette – Pian Serada…tutta la salita è scandita dal tifo che i miei amici mi hanno riservato. Non finirò mai di ringraziarvi. Per tutto quel pezzo, decido di inserire il pilota automatico senza forzare troppo. Infatti mi rendo conto di essere anche abbastanza fresco, nonostante i 30° anche in quota. Scollino al Rifugio Azzoni in 2h29”. ifugio o Curva da stadio? La differenza è davvero sottile. Ho ancora i brividi a ripensare al calore del tifo.
4 biscotti, 3 bicchieri di sali e poi, giù a capofitto. Finalmente sull’altro versante si respira un po’ di più. Nel bosco tra le Forbesette e il Passo del Giuff si sta davvero bene. E sto bene. Incredibile.
Arrivo al Giuff in 3h spaccate, 3h22’ al ristoro in Erna. Potrei provare a spingere e finire in 4h ma la “Sponda” mi sconsiglia tutto ciò: non si sta in piedi, troppo viscida. Perché rischiare un infortunio? Metto le “ridotte” e porto le caviglie intonse fino al rifugio Stoppani. Ormai vedo Lecco sotto i miei piedi, si tratta di tenere un ritmo costante senza rischiare nulla.
A Malnago c’è Carola che mi aspetta, il suo bacio è una sorta di “Cocoon” che mi rinvigorisce. Chiudo in 4h23’, il mio personale. Ma il crono è la cosa che mi interessa meno. Questa volta è il “come” sono arrivato e non il “quando”: fresco, senza crampi, con la mente sgombra. Insomma, sono contento, anche perché vedo attorno a me parecchia gente in preda a crampi, qualcuno sdraiato per terra. C’è ancora tanta gente ad aspettare gli atleti e questa per me è una novità, io che ero abituato a chiudere il gruppo, ora mi ritrovo quasi nel mezzo. Bene.
La prossima edizione? Ci sarò, come mancare a questa autentica festa?