McKinley. 50 anni fa,
la grande impresa

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LECCO – Esattamente 50 anni fa, il 19 luglio del 1961 la spedizione “Città di Lecco”, alle 23 circa, mise piede sulla vetta del Mount McKinley (6196 metri) in Alaska, dopo 9 lunghi bivacchi. Fu la prima ascesa alla cima dall’impossibile versante Sud. Protagonisti di quella grande impresa destinata a diventare un capitolo mitico del grande libro della montagna furono i Ragni: Riccardo Cassin, Romano Perego, Luigi Alippi, Luigi Airoldi, Annibale Zucchi e Giancarlo Canali.

Partimmo dall’ultimo campo alle 6 del mattino – ricorda Luigino Airoldi – davanti a noi c’erano mille metri di parete. Il termometro segnava i meno 42° centigradi. Ricordo che io continuavo a guardarlo, finchè Perego mi disse: “Luigino non è che se continui a guardarlo diventa più caldo”. Soffrimmo, ma alla fine arrivammo tutti in vetta. Eravamo due cordate io, Zucchi e Perego e, Cassin, Canali e Alippi. In vetta Cassin ci chiamò tutti e disse: “So so bagaj che se brasciem so”. Da lì però dovevamo scendere fretta, il freddo era insopportabile…”.

E lungo l’estenuante via del ritorno, l’impresa nell’impresa fu quella compiuta da Luigi Alippi che per salvare i piedi all’amico Canali ormai in stato di congelamento, non ci pensò due volte a togliersi gli scarponi di renna, perchè lui aveva due numeri in più di Giancarlo. “Il suo gesto fu determinante per scongiurare l’amputazione dei piedi di Jack”, spiega Luigino. E Alippi? “Lui s’infilò tre paia di calze e scese. Sulla neve tutto bene, le complicazioni arrivarono sul ghiaccio. Fù a quel punto che scivolò e rimase appeso alla corda con cui lo assicuravamo”. Alippi svenne, si riprese e proseguì. Poi toccò a Perego fare un volo di 20 metri e finire fortunosamente in un mucchio di neve senza farsi un graffio. Stremati arrivarono al campo base. L’impresa era compiuta.