LECCO – Era già tutto previsto, ma ora c’è la conferma: il Lecco non si presenterà in campo a Sassari, in Sardegna, per disputare la prima partita di Coppa Italia contro la Torres.
Checchè ne dica l‘italo americano Joseph Cala amministratore unico della Calcio Lecco il risultato è uno e uno solo, la squadra non c’è e domani non si gioca. Come si dice a Lecco “I bal a sgunfiai tropp o i vula o sciopa” (tradotto: le bugie a gonfiarle troppo o volano o scoppiano) e così la prima “balla”: “I giocatori ci sono, la squadra c’è… In Sardegna andremo” è scoppiata.
E’ chiaro che chi non ha passione per il calcio e per il Lecco tutto questo non fa notizia, ma per tifosi e appassionati quanto sta accadendo è uno smacco vero e proprio; se poi si considera che anche i media nazionali hanno puntato i fari sulla società di via Don Pozzi il dispiacere si amplifica.
La situazione da semplice che poteva apparire ora è diventata un ginepraio, con Cala che se ne vuole andare se, e solo se, gli vengono consegnati 100mila euro ovvero quanto lui dichiara di aver sborsato per acquistare la società; poi c’è il buco da oltre 800mila euro confermato anche dal sindaco di Lecco Virginio Brivio, che qualcuno prima o poi dovrà coprire se si vorrà tenere in vita il Lecco, altrimenti si apre il bararo del fallimento. E su quest’ultimo punto c’è chi fa suo un altro proverbio: a pensar male si fa male ma si indovina, tant’è che la tesi di molti è quella che Cala sotto le vesti del presidente aveva quelle di Caronte con l’obiettivo di traghettare la società all’inferno, ma qualcosa non ha funzionato come avrebbe dovuto o più semplicemente l’insorgere degli ultras prima e l’intervento dell’Amminstrazione comunale poi hanno messo il bastone tra le ruote all’operazione che, tradotta in soldoni, equivarrebbe a: meglio un fallimento che ripianare un buco da quasi un milione di euro. Ipotesi e supposizioni queste che circolano ormai da tempo e che tali rimangono fino a prova contraria.
Tuttavia la situazione in cui versa la società bluceleste quella sì che è certa, evidente e reale; quindi chi è responsabile dello stato dei fatti risponda del suo operato senza più accampare scuse… poi è anche vero che siamo in Italia dove il gioco dello scarica barile funziona sempre (o quasi), e se così fosse…. chi ha avuto ha avuto ha avuto, chi ha dato ha dato, ha dato. Ma sarà difficile scordare ‘o passato.