L’Arcivescovo di Milano Mario Delpini arrivato in paese prima dell’alba è salito in processione a piedi per recitare la Santa Messa al santuario
Grande partecipazione per la festa più sentita dagli introbiesi che rinnovano un voto centenario
INTROBIO – Tantissimi i fedeli che quest’anno hanno partecipato alla festa della Madonna della Neve di Biandino. A presiedere alle funzioni l’Arcivescovo di Milano Delpini che è arrivato in paese alle 5.30 per celebrare le lodi in chiesa parrocchiale e incamminarsi insieme ai fedeli con la processione verso il santuario.
Il corteo alle prime luci dell’alba si è snodato tra le vie del paese fino ad imboccare il sentiero che porta in Val Biandino. Questa tradizione trova le sue origini nel 1836, quando una devastante epidemia di colera si spanse per una Lombardia. Nel 1836, dopo aver messo in ginocchio Milano, il male arrivò in Valsassina.
La popolazione di Introbio, disperata, si recò in processione il 5 agosto 1836 presso il santuario in Val Biandino per chiedere alla Madonna un intervento volto a scacciare la pestilenza e fece voto di tornare ogni anno lo stesso giorno per celebrare la Santa Messa. La promessa è stata mantenuta e da quella data non è trascorso un anno senza che la processione abbia avuto luogo.
“Oggi qui noi abbiamo ascoltato la parola dell’Angelo che ha dato un senso a questa giornata – le parole dell’omelia dell’Arcivescovo Delpini – Siamo venuti qui non solo per il fascino della giornata, della natura, della compagnia ma perché Dio vuole sorprenderci e consegnarci tre parole necessarie per quando scenderemo a valle e riprenderemo la nostra vita ordinaria. La prima parola è “non temere”, la vita è dura ma tu non temere, le scelte da fare sono inquietanti ma non temere, la situazione in cui vivi è complicata ma non temere. Non tutti stanno bene e non tutte le cose riescono come ci si aspetta ma non temere. Se hai una responsabilità amministrativa, nella società, non temere, anche se sei un prete o un diacono non temere. La seconda parola è “il Signore è con te” e ti accompagna sempre, ascoltalo, la sua parola illumina la tua vita. Il Signore è con te e ti ascolta. Nulla è impossibile a Dio, nulla può impedire a Dio di Amare. La terza parola consegnata a noi oggi è “Tu puoi”. Puoi farcela, tu puoi avere stima di te, dentro di te ci sono risorse che il signore potrà mettere a frutto, non scoraggiarti, non lasciarti imbrogliare dalla confusione che ti circonda. Non lasciar spegnere l’entusiasmo dei tuoi sogni”.
Hanno preso parte alle celebrazioni anche i parroco Don Lucio Galbiati e Don Gianmaria Manzotti.
Presenti anche le cariche istituzionali: il sindaco di Introbio, Silvana Piazza e altri amministratori locali e tra le autorità il Prefetto di Lecco Sergio Pomponio e il Questore Ottavio Aragona.
Per il rientro in paese i fedeli si sono dati appuntamento come da consuetudine alla “Cà dol Dolfo” alle 17:30. Da lì la processione solenne di rientro in paese con il canto delle tradizionali litanie e del Te Deum. L’Arcivescovo Delpini ha tenuto fede al voto e non ha mai abbandonato i fedeli facendo rientro a piedi all’abitato di Introbio con il corteo.
Anche quest’anno la manifestazione sacra ha richiamato tantissimi valsassinesi e turisti che hanno invaso il paese per godere della magia della tradizione centenaria.