LECCO – Riceviamo e pubblichiamo.
“Come hanno riferito nei giorni scorsi gli organi di informazione locali, grazie ai nuovi parametri determinati dalla recente Legge 12 settembre 2025 n.131, “Disposizioni per il riconoscimento e la promozione delle zone montane” entrata in vigore lo scorso 1 ottobre e alla conseguente alla riclassificazione, Lecco diventerebbe “comune montano” mentre altri della provincia che prima lo erano ora non lo sarebbero più: Vercurago, Valgreghentino, Suello, Pescate, Calolziocorte, Ello, Garlate, Malgrate, Monte Marenzo, Olginate.
Al netto del mero atto amministrativo, peraltro ancora da definire viste le critiche sui contenuti del provvedimento scaturite da molti territori montani italiani, e posta la storia (alpinistica ma non solo) che ovviamente già da lungo tempo ha legato indissolubilmente la città con i monti circostanti, senza dubbio si tratterebbe di un cambio di prospettiva importante per Lecco, soprattutto nei riguardi del rapporto “politico” che la città intrattiene con i propri territori montani.
Che si possa configurare come una “rivoluzione”, come già alcuni hanno sostenuto, oppure un cambiamento più formale che materiale, al momento lo si può soltanto supporre: nel prossimo futuro si potrà definire e comprendere il portato concreto della riclassificazione, d’altro canto è innegabile che tale portato sarà innanzi tutto il frutto delle visioni e delle decisioni che l’essere un “comune montano” per Lecco determina.
A tale proposito, il Coordinamento “DIFENDIAMO LA MONTAGNA”, seguendo le linee guida fissate nel proprio Manifesto, non può che felicitarsi del titolo che la città di Lecco acquisirebbe, e auspica che i benefici che ne deriveranno, sia amministrativi che finanziari (nonostante l’esigua dotazione di risorse che la Legge n.131 mette a disposizione delle montagne italiane: si poteva e si doveva, anzi dovrebbe fare molto di più per rilanciare veramente i territori montani e sfruttarne le innumerevoli potenzialità) vengano gestiti nel modo migliore possibile per i territori stessi e per le comunità residenti.
Nello specifico, il Coordinamento auspica che, grazie all’opportunità fornita a Lecco “comune montano” dalla Legge, possano essere implementate le iniziative strategiche a favore della tutela dei territori montani cittadini e delle loro innumerevoli valenze paesaggistiche e ambientali, consone ad un turismo di alta qualità, responsabile e consapevole, che le possa godere appieno in un’ottica di sostenibilità assoluta. Di contro, il Coordinamento si augura che la qualifica di “comune montano” per una città dal territorio già ampiamente antropizzato come quello lecchese non implichi l’espansione dell’urbanizzazione di qualsiasi genere verso l’alto e, anzi, che tale qualifica determini un rinforzo della responsabilità e della sensibilità della città verso le sue montagne al pari di chi le abita, rinforzando pure l’interlocuzione civica in caso di progetti legati a nuove infrastrutture in quota. Nel promuovere a “montani” i comuni così classificati, la Legge n.131 mette l’accento non tanto sulle istituzioni quanto, in senso organico, sulle comunità: qualsiasi intervento che la Legge potrebbe consentire dovrà mettere al centro il benessere residenziale e lavorativo degli abitanti prima di ogni altra cosa, la quale potrà essere complementare ma non preponderante.
Infine, se come alcuni prevedono la nuova riclassificazione, una volta formalizzata, renderà necessaria una revisione degli asset istituzionali delle nostre Comunità Montane, in particolar modo della Lario Orientale Valle San Martino, con l’ipotesi di accorpamento con quella della Valsassina Valvarrone Val d’Esino Riviera, i cui territori pur contigui presentano numerose disomogeneità, il Coordinamento “DIFENDIAMO LA MONTAGNA”, naturalmente senza entrare nel merito degli aspetti istituzionali, auspica che ogni eventuale revisione degli enti non si basi soltanto su mere convenienze politiche, ma che rappresenti una buona occasione per elaborare un’attenta e ben congegnata strategia di sviluppo organico dei territori montani lecchesi, pienamente conscia della realtà corrente, delle criticità presenti, delle necessità degli abitanti e in grado di generare quel senso di comunanza montana che unisce i nostri territori – pur con le loro specificità – in un destino comune che la politica locale, ora potenziata dagli effetti della Legge n.131 e senza protagonismi di sorta ma facendo rete con autentico senso collaborativo, dovrà saper guidare e costruire al meglio”.
Coordinamento DIFENDIAMO LA MONTAGNA

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