“Le Province non si toccano: via il prefetto romano!”

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LECCO – Riceviamo e pubblichiamo:

Col pronunciamento di incostituzionalità dato dalla Consulta relativamente al taglio ed al riassetto delle Province, si chiude l’ennesima pagina dell’obbrobrioso e fallimentare governo tecnocratico del professor Mario Monti, probabilmente il peggior esecutivo della storia repubblicana. Incapace di leggere il dettato costituzionale, che prevede da sempre l’esistenza di un Ente locale di primaria importanza, tanto per le funzioni di raccordo istituzionale fra la Regione e i Comuni, quanto per l’azione amministrativa territoriale negli svariati ambiti di competenza, quale è la Provincia, il Commissario senza alcuna legittimazione popolare, mandato dai potentati massonici della Commissione europea di Bruxelles a spadroneggiare nella “colonia d’Italia”, ha ricevuto oggi un altro ceffone in piena faccia da parte dei garanti di quella Costituzione che, negli ultimi mesi, è stata troppe volte bypassata col sostegno e la grave responsabilità dei partiti che hanno appoggiato quello scellerato governo, ossia PD, PDL e UDC. Le Province c’erano prima della nascita di questo paese nel Lombardo-Veneto austriaco, ci sono state dopo (nel periodo regio e nella repubblica) e continueranno ad esserci sino a quando il Popolo sovrano (e non il burocrate di turno!) lo vorrà: punto e a capo. Non mi stancherò di ripeterlo, poichè la propaganda falsa e bugiarda dei media nazionali ha stravolto completamente i termini della questione, ma le Province (soprattutto quelle padane, a prescindere dalla fazione politica che le amministra) costano veramente poco e producono molto! Quanto costano? Un caffè all’anno ad ogni cittadino, nulla di più, ma realizzano strade, scuole, trasporti, attività culturali, sostengono il lavoro e il turismo, si occupano di formazione professionale, di famiglie in difficoltà, di terzo settore, di sport e di molto, molto altro ancora! A questo proposito, torno a ribadire la necessità di taglio orizzontale delle inutili e costose Prefetture, un istituto giuridico non presente nella costituzione, indegno di uno Stato moderno e dinamico, che spesso e volentieri si inserisce a pettine nelle competenze degli altri Enti con rappresentatività popolare e che negli anni è andata via via perdendo moltissime funzioni. Uno stato democratico e di diritto non può tollerare la presenza di un presidio fisso del Governo centrale nelle Province occupate! I poteri prefettizi vengano trasferiti ai sindaci, al presidente provinciale e al questore nei rispettivi ambiti di competenza e la si smetta di far finta di niente! La Lega ha parlato di nuovo chiaramente per bocca del suo Segretario nazionale Matteo Salvini: via l’inutile prefetto romano! Via, con tutto l’armamentario vecchio, costoso e bizantino! Quanti servizi potrebbe dare in più la Province se non si buttassero i soldi per le Prefetture? Molti! Ed è venuto il momento di rivendicare questi denari per la nostra gente che è in difficoltà!

Giovanni Pasquini
Consigliere provinciale (Lega Nord)