ESINO LARIO – “Sulla Grigna settentrionale dalla Releccio (oggi rifugio Bietti-Buzzi) per il canalone. Permanenza di quattro giorni alla Capanna della vetta (l’attuale rifugio Brioschi) e discesa per Esino…”. Era l’ottobre del 1913, data dell’ultima escursione sui monti lecchesi di Achille Ratti, futuro Papa Pio XI (la sua elezione al soglio pontificio è del febbraio 1922). Per celebrare il centenario di quell’evento Esino Lario ha inaugurato un monumento dedicato al “Papa alpinista”, che proprio a Esino era solito soggiornare in occasione delle sue salite al Grignone.
Grande appassionato di montagna, Achille Ratti fu protagonista di importanti ascensioni sulle più alte cime d’Italia e non solo. Salì il Monte Rosa, il Cervino, sul Monviso e sul Bianco, per citare soltanto alcune tra le vette più conosciute. Ma quella dell’autunno di 100 anni fa fu, come detto, l’ultima importante escursione del sacerdote-alpinista originario di Desio, dov’era nato il 31 maggio 1857.
Una cerimonia solenne, quella svoltasi domenica 13 ottobre a Esino, iniziata con la celebrazione della messa nella parrocchiale di San Vittore gremita di fedeli. A presiedere il rito il cardinale Dionigi Tettamanzi, arcivescovo emerito di Milano. Con lui, all’altare, il parroco don Francesco Galimberti e don Luigi Bandera, che fu coadiutore proprio a Desio dal 1963 al 1975, tra l’altro autore del libro “Pio XI, il Papa alpinista” pubblicato nel 1966.
All’omelìa, il cardinale Tettamanzi si è soffermato sulla figura di Achille Ratti e ha ricordato alcuni suoi scritti. Ha poi citato Giovanni Battista Montini, a sua volta arcivescovo di Milano prima della sua elezione a pontefice avvenuta nel 1963 con il nome di Paolo VI, che in un suo scritto del 1957 ricordava come “la cupa e sonante voce della montagna” riuscisse a richiamare “la meraviglia del Creato”.
“La nostra vera ricchezza è l’amore di Dio – ha detto quindi Tettamanzi rifacendosi alla liturgia domenicale – ed è una ricchezza che ci viene data gratuitamente e proprio l’amore di Dio è quanto di più grande noi possiamo sperimentare”. “Se c’è quell’amore – ha aggiunto il presule – non ci possono essere né tristezza né paura e neppure disperazione, perché proprio l’amore del Signore è la vetta di quella montagna che ogni giorno noi siamo impegnati a raggiungere”.
La cerimonia è stata accompagnata dalla cantoria della parrocchiale di Esino e dalle suggestive note del Corpo musicale “San Vittore”. Ai piedi dell’altare vi erano i labari e i gagliardetti delle sezioni di Monza, Carate Brianza e Desio del Cai, del locale gruppo Avis, del Soccorso Val d’Esino e degli alpini, oltre al gonfalone del Comune di Esino. Tra i banchi, nelle prime file, su un lato gli alunni delle elementari e sull’altro le autorità pubbliche. Con il sindaco del paese, Giovanni Dell’Era, vi erano il primo cittadino di Desio Roberto Corti e altri sindaci e assessori del Lecchese, l’assessore provinciale Carlo Signorelli e Alberto Denti, presidente della Comunità montana della Valsassina.
Al termine della celebrazione eucaristica Valerio Ricciardelli, studioso e profondo conoscitore della storia di Esino, si è soffermato sui legami di Achille Ratti con la terra esinese. “Le nostre Grigne – ha detto – furono per lui la palestra ideale dove sentirsi ancora più vicino a Dio e il suo amore per la montagna si accompagnò a quello per la geologia e le scienze naturali. Quando giungeva a Esino era solito sostare in casa parrocchiale, dove in più di un’occasione trovò ospitalità per la notte”. Poi un auspicio: “Il suo esempio e il suo insegnamento devono essere una preziosa eredità per i nostri giovani e un aiuto a sfuggire il rattrappimento del presente e ad affrontare l’ascensione della vita”.
Successivamente nel piccolo parco intitolato allo scultore Michele Vedani, a sua volta assiduo frequentatore di Esino Lario, è stato scoperto e benedetto dal cardinale Tettamanzi il monumento dedicato a Pio XI, fusione in bronzo ricavata dal bozzetto in gesso eseguito nel 1936 proprio dal maestro Vedani (da questa stessa scultura è stata riprodotta la statua in marmo di Papa Ratti custodita nel Duomo di Milano). L’inaugurazione è stata preceduta dagli interventi del sindaco Giovanni Dell’Era (“quello del futuro Papa Pio XI è stato un legame indissolubile con Esino e con il nostro territorio”), del sottosegretario regionale all’Expo 2015 Fabrizio Sala (“è importante lanciare messaggi storici e culturali e in tal senso un monumento qual è quello che Esino inaugura in questo parco serve a lasciare a chi verrà un segno tangibile”) e di Giovanna Barindelli. Poi una foto ricordo e il congedo, sotto una leggera pioggia e con la banda di Esino che eseguiva il “Signore delle cime”.