LECCO – Riceviamo e pubblichiamo:
“Nella giornata di ieri, 21 gennaio, il Senato ha approvato con 195 voti a favore il ddl sulla messa in prova che contiene, tra l’altro, l’abrogazione del “reato di clandestinità”.
Era il 2009 quando, l’allora Ministro degli Interni Roberto Maroni varava il cosiddetto “Pacchetto sicurezza” (legge 15 luglio 2009, n. 94, ‘Disposizioni in materia di sicurezza pubblica’), che introduceva nell’ordinamento italiano una serie di misure dal carattere emergenziale in materia di immigrazione. Le principali norme introdotte con il “Pacchetto sicurezza” erano l’aggravante della pena per reati commessi da cittadini stranieri in condizione di irregolarità, l’innalzamento del periodo massimo di trattenimento presso i Centri di Identificazione ed Espulsione (da 60 a 180 giorni) e l’introduzione del reato di “immigrazione clandestina”. Ricordiamo che, con la stessa legge, venivano istituzionalizzate le “ronde di cittadini” e si tentava di introdurre l’obbligo per i medici di segnalare pazienti in condizione di irregolarità amministrativa.
Il reato di immigrazione clandestina è un reato dal forte carattere simbolico, che comporta una pena pecuniaria (da 5.000 a 10.000€) che non viene mai riscossa, e che sancisce soprattutto lo status di clandestinità, precludendo a chi viene condannato per questa ragione qualunque possibilità di successiva regolarizzazione. Un reato criminogeno, che ha ingolfato il lavoro degli uffici giudiziari più esposti, e che talora è stato contestato persino a minori non accompagnati e a richiedenti asilo.
Se l’introduzione di questo reato non ha avuto, nei fatti, conseguenze nella riduzione dei flussi migratori verso il nostro paese, ha passato all’opinione pubblica il messaggio che equipara migrante irregolare e criminale.
Per questo motivo, l’associazione Les Cultures esprime soddisfazione per la parziale revisione di questa norma approvata ieri dal Senato e si auspica che questa decisione venga approvata rapidamene anche dalla Camera.
Solo a partire dall’abrogazione delle norme più lesive dei diritti dei migranti sarà infati possibile fondare una svolta nelle politiche migratorie in Italia”.
Les Cultures