Arrigoni (Lega): “Da Renzi scene in stile Marchese del Grillo”

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Paolo ArrigoniCALOLZIO – “Quello di lunedì del premier in cerca di fiducia è stato un discorso studiato, ponderato e populista, più per i cittadini collegati da casa in diretta TV, bersagli elettorali da colpire alla “pancia”, che non per i parlamentari presenti in un Senato umiliato”. E’ deluso il senatore lecchese Paolo Arrigoni dall’intervento di Matteo Renzi a Palazzo Madama.

“Renzi lo ha fatto capire chiaramente: dei rappresentanti del popolo si potrebbe fare a meno. In quasi ottanta minuti d’imbarazzo, palpabile tra i senatori della maggioranza, moltissimi quelli del PD, e tra i neoministri, più volte è parso di assistere ad una scena stile “Marchese del Grillo” (che rivolgendosi ai poveracci della taverna, ieri i senatori in un Senato per Renzi da rottamare, diceva: “Perché io so’ io e voi non siete un c…” n.d.r.).

“Una prolusione, quella di Renzi, per lo più a braccio, da esperto comunicatore, con frasi a effetto, ma lacunosa sui temi e sui problemi importanti, come la questione settentrionale, quella meridionale, il federalismo, la sanità, l’università. E, ancora, Expo, agricoltura, infrastrutture… per nulla toccati. Dimenticati pure gli esodati della Fornero, gli alluvionati e i terremotati, insieme alle imprese che chiudono”, prosegue Arrigoni.

Le proposte, sbloccare il totale dei debiti delle PA verso le imprese, costituire un fondo di garanzia per le PMI, ridurre a doppia cifra il cuneo fiscale, realizzare un programma straordinario nell’edilizia scolastica,  “sono belle e condivisibili – secondo il senatore Arrigoni – Peccato che non siano credibili: Renzi si è infatti “dimenticato” di dire dove e come troverà i soldi (tanti) necessari a realizzarle! Non basterà, infatti, la tassazione sui Bot delle signore anziane!”.

Il discorso è stato pure farcito da “tante ovvietà, come meno burocrazia, e altrettante esagerazioni, come le riforme (elettorale, Senato, titolo V, fisco, PA, lavoro e giustizia) da realizzare in soli quattro mesi, prima di quel 1° luglio che segna l’inizio del prossimo semestre europeo a guida italiana. Un conto è portare a termine le riforme, un altro è limitarsi a incardinarle nell’iter parlamentare: la differenza è sostanziale!”.
Su Ius Soli e unioni civili e sull’Europa, che Renzi non considera causa dei problemi del Paese, “la Lega ha una visione diametralmente opposta”, conclude Arrigoni.