Proposta “indecente” dai turchi, trattativa a rischio alle Brambilla

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Trafilerie Brambilla - sindacati (4)

CALOLZIO – Cinquanta assunzioni contro gli attuali 75 lavoratori ed una riduzione di stipendio del 30%: questa la proposta che i sindacati si sono sentiti avanzare dalla Celik Halat, la holding turca unico acquirente delle Trafilerie Brambilla di Calolziocorte.

L’incontro è avvenuto mercoledì scorso e al tavolo con i rappresentanti dei lavoratori si sono presentati gli advisor nominati dal gruppo societario, tra questi l’avvocato Marco Riva. “Tutti gli imprenditori che subentrano cercano di fare i furbetti, sostenendo di trovarsi di fronte a costi troppo alti, ma questo è qualcosa che va oltre” denuncia il segretario provinciale della FIOM, Diego Riva.

Però, non è solo la proposta al ribasso ad aver acceso le critiche dei sindacati: a qualche giorno dall’incontro, terminato con un rinvio per valutare il da farsi, sarebbe infatti giunta una lettera di convocazione ai cinquanta lavoratori scelti dalla società turca per una riunione durante la quale sarebbe stato chiesto loro di accettare individualmente le già citate condizioni contrattuali.

“La cosa ha creato stupore e una reazione da parte nostra – spiega il segretario FIOM – è un atteggiamento altamente scorretto che ci ha lasciato allibiti e che ha diviso i lavoratori. Noi li difenderemo tutti e ci muoveremo per vie legali”.

Elena Rossi - Diego Riva (FIOM)
Elena Rossi – Diego Riva (FIOM)

Immediatamente in trafileria è stata bloccata la produzione e tutto resterà fermo almeno fino alla fine di questa settimana, anche se il sindacato ha lasciato intendere che potranno essere valutate ed intraprese altre iniziative. Nel frattempo, nessun dipendente avrebbe firmato il contratto individuale con la società.

“Siamo in un Paese con una cultura diversa, non si può dire ‘o ti va bene o muori’ – ha proseguito Riva – Ci lascia perplesso anche l’atteggiamento della famiglia Brambilla verso la quale noi abbiamo evitato ogni tipo di strumentalizzazione visto anche il periodo di elezioni. Ci era stato però promesso l’impegno affinché venisse preservata interamente la forza lavoro e pretendiamo che ci sia rispetto per le persone. Troppo comodo dire che era l’unica alternativa al fallimento”.

Lo spettro è proprio quello della procedura fallimentare per la storica ditta calolziese, scampato all’ultimo proprio grazie all’interessamento della holding turca. D’altronde lo stesso segretario FIOM lo aveva lasciato intendere nelle scorse settimane che la situazione era tutt’altro che risolta e che la trattativa con la nuova società avrebbe potuto avere esiti per nulla scontati.