LECCO – L’incredibile ondata di maltempo che ha colpito Lecco e il suo territorio in quella che rimarrà la stagione estiva più anomala degli ultimi anni è destinata a lasciare il segno: in termini di danni, e soprattutto, in termini economici. Con la “bella stagione” ormai al termine è ora di contare i danni e pensare concretamente agli investimenti da fare per ripararli: si è parlato di questo durante la Commissione maltempo indetta dall’amministrazione Comunale nella serata di martedì.
In tre mesi (1 giugno-31 agosto 2014) sono stati ben 61 i giorni di pioggia, di cui 21 hanno visto un livello di precipitazioni superiore ai 10 mm, 8 addirittura sopra i 40mm. Nel complesso il livello di precipitazioni è nettamente più alto della media, rispetto agli scorsi anni: “Se il livello massimo registrato di acqua caduta sulla città è di 2.250 mm, con gli episodi dell’estate 2014 – ha fatto sapere l’assessore Ivano Donato, siamo già ben oltre.” E l’autunno non è ancora iniziato.
Diverse le emergenze e le criticità, legate ad episodi di smottamento, deposito e accumulo di detriti, crollo delle piante nei parchi principali della città e delle aree verdi più frequentate, come il Parco di Villa Gomes a Maggianico e il percorso di Rivabella lungo il Viale Brodolini e la zona Bione: un problema quest’ultimo delle aree verdi a rischio lungamente dibattuto durante l’incontro, anche grazie alla presenza dell’agronomo che sta seguendo “il caso”, il Dottor Pozzi.
“La maggior parte delle piante crollate in seguito al maltempo presentava un particolare tipo di fungo parassita che consuma proprio l’inizio del tronco rendendolo debole e la situazione è complicata da un altro fatto: sotto le radici passano gli impianti fognari che non permettono quindi il corretto sviluppo di queste. In tal modo le piante non sono fondamentalmente salde al terreno e diventa pericoloso anche il vento di minima intensità.”
Una trentina circa le piante cadute e poi tagliate in seguito ai nubifragi di quest’estate (incisiva la tromba d’aria del 10 agosto), altre pericolanti e da abbattere: compito dell’agronomo sarà valutare meglio la situazione (quindi scoprire il motivo per cui così tante piante sono cadute) e programmare un piano di intervento: bisognerà aspettare almeno 15 giorni per la relazione definitiva sullo “stato delle cose” e quindi la possibile data di riapertura del Parco di Villa Gomes.
Intanto il problema investimenti e fondi necessari per avviare le opere di riparazione stringe l’amministrazione, che si è già rivolta alla Regione e al Governo: “Le opzioni sono due – ha dichiarato il sindaco Virginio Brivio – o chiedere i contributi direttamente o aprire il patto di stabilità su entrambi i livelli, regionale e nazionale. Abbiamo già provveduto a condividere con la Provincia e con Regione Lombardia le schede tecniche su cui abbiamo registrato le situazioni più critiche da affrontare e gli interventi necessari: speriamo nella collaborazione.”