Facchinetti visita Consonno: “Qui ci sarà futuro per i giovani”

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OLGINATE – Un’università, istituti professionali e attorno un paese dove gli studenti possano abitare e magari riuscire anche a mantenersi lavorando nelle attività commerciali che sorgeranno insieme alle residenze: è il sogno che Francesco Facchinetti ha in serbo per Consonno e lo ha raccontato nel suo primo sopralluogo nella “città fantasma” che vorrebbe trasformare nella “città dei giovani”.

Giovedì mattina, l’artista ha raggiunto la frazione olginatese insieme al suo staff per incontrarsi con l’arch. Walter Zandonà, con il quale sta trattando la vendita dell’area, e per farsi un’idea da vicino di quel che resta dell’ex cittadella dei divertimenti creata negli anni ’70 dal conte Bagno. “Era come Willy Wonka quel tipo!” ha commentato l’artista.

Francesco Facchinetti con l'architetto Zandonà
Francesco Facchinetti con l’architetto Zandonà

“Non è la prima volta che vengo qui, diversi amici hanno realizzato dei video a Consonno, ma non ero mai salito sul ‘pavesino’” scherza Facchinetti riferendosi alla terrazza sul tetto del vecchio palazzo dove poggia il minareto diventato il simbolo della frazione di Olginate.

“Stavo ascoltando un telegiornale e ad un certo punto è stata lanciata la notizia della messa in vendita di Consonno, la prima cosa che mi è venuta in mente è stata di farne un incubatore per giovani – ha spiegato – Giusto qualche minuto prima parlavamo della Silicon Valley e del suo successo, allora mi sono detto perché non fare qualcosa a Consonno. D’istinto ho lanciato subito l’idea di una città per i giovani e da lì è partita un’onda mediatica e di pensieri che hanno dato forma al sogno. Ho ricercato un architetto ‘illuminato’ per fare qualcosa che dia veramente una mano ai giovani. Questo è stato il punto di partenza”.

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L’artista ha spiegato i passaggi successivi, i colloqui con imprenditori e professori che lo hanno spinto verso l’idea di costruire un’università a Consonno: “Dovranno esserci diversi indirizzi, tanti ragazzi mi hanno poi suggerito di creare istituti professionali. L’Italia infatti non è eccellenza nel mondo per il food, per le automobili o per la moda, ma per realizzazioni artigiane o industriali magari meno note, come può essere quella dei manichini, sta di fatto che vendiamo a tutto il mondo e tutto il mondo viene da noi per imparare. Quindi perché non realizzare corsi professionali riguardanti questi ambiti e fare in modo che anche i giovani italiani possano trovare un lavoro. Gli istituti professionali da noi sono visti come scuole di serie B, in Germania invece ci fanno un c..o così con le scuole professionali. Dobbiamo e far capire ai giovani che con l’impegno possono andare lontano”.

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Facchinetti spiega che il progetto potrà essere pronto a breve, “minimo un mese”, per poi passare alla ricerca di capitali da investire: “Presenterò il progetto alle istituzioni, alla Regione e anche più in là se serve, e se ci sarà un punto di incontro si cercheranno finanziatori. Avrei già potuto raccogliere delle risorse ma senza progetto e senza ‘ok’ dalle istituzioni farei solo una brutta figura. Certo non si parla di una cosa che verrà realizzata in un mese o sei mesi, ci vorrà del tempo”.

Nonostante ci siano altre trattative in corso da parte di altri gruppi interessati all’acquisto di Consonno, Facchinetti si è detto fiducioso della sua proposta: “Aprire un centro commerciale o un resort qui? La vedo dura. Il Comune ha l’esigenza e la voglia di costruire un paese, mantenere quindi chiesa e canonica, con una zona commerciale e una zona abitativa. Quello che vorrei unire io è l’università o le scuole professionali che portino qui i ragazzi che vedendo questo panorama possano sentirsi liberi di studiare e anche lavorare se si realizzeranno negozi, bar o ristoranti. Il minareto resterà, magari lo sistemeremo, ma credo sia un simbolo che vada mantenuto”.

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La parola “speculazione”, come sottolineato da Facchinetti, non fa parte di questa iniziativa: “Mi sono messo in gioco perché voglio pensare di aver fatto almeno una cosa buona nella mia vita e che sia un figata – scherza l’artista che poi tornando serio aggiunge – C’è un’etica che è quella di dare la possibilità ai giovani di poter studiare e realizzare cose concrete, fare qualcosa che oggi in Italia non c’è. Ci sono tante zone dismesse di proprietà di privati che mi hanno chiesto di farlo da loro ma questo posto è incredibile: con Lecco, Bergamo e Como vicine, immerso nel verde, la tranquillità fa funzionare meglio il cervello. Non so se questa è solo utopia ed è irrealizzabile, io ci credo, stendo il progetto vado dalle istituzione e cerchiamo di capire se riusciamo a metterci d’accordo. Serve però l’aiuto dalle istituzioni perché ci sono diverse problematiche da risolvere e senza di loro questo posto rischia di morire”.

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Qualche giorno dopo aver sua proposta, Facchinetti aveva tirato le orecchie ai grandi gruppi imprenditoriali per averlo “snobbato” la sua idea: “Dopo si sono fatti vivi” afferma soddisfatto l’artista anche se resta il riserbo sugli imprenditori coinvolti.

Riservato anche il nome del gruppo svizzero interessato sia ad investire su Consonno e che potrebbe fare da “spalla” al progetto di Facchinetti: giovedì il rappresentante di questa società ha affiancato Dj Francesco nel sopralluogo. Da quanto emerso, ci sarà da trattare per il prezzo dell’area, che sarebbe considerato troppo alto dal gruppo elvetico.

Altro “nodo” da sciogliere è quello dei rapporti tra i proprietari della frazione olginatese, gli eredi del conte Bagno, e l’architetto Zandonà, che sarebbe stato diffidato da questi ultimi dalla vendita di Consonno ma che starebbe comunque gestendo le trattative con gli interessati: “Questa è una cosa che va chiarita – ha sottolineato Facchinetti – quando ho visto la notizia ho pensato: ‘Siamo in Italia”. E’ una questione tra loro ma dovrò indagare e spero che venga chiarita”.

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