LECCO – “Villa Eremo cade a pezzi” scriveva un anonimo imbrattatore sul muro che cinta il parco della storica villa lecchese, ma a fine ottobre non sarà più così vero: si sta infatti concludendo la messa in sicurezza dell’edificio fatto costruire nel 1690 dal marchese Serponti.
La villa, passata di mano al Comune nel 1949, è stata acquisita dall’azienda ospedaliera nell’ottobre del 2012, per essere restaurata e diventare il cuore di un progetto nell’ambito della ricerca sanitaria.
L’intervento di messa in sicurezza, dal costo di circa 500 mila euro, ha riguardato principalmente il tetto e il soffitto dell’edificio, con l’installazione di ponteggi e la sistemazione della copertura di protezione. Un intervento urgente visto lo stato in cui versava il tetto dell’edificio e il rischio di crolli, tanto che per lungo tempo erano state disposte delle transenne lungo via alla Chiesa, per evitare che calcinacci cascassero in testa a qualche passante.
Ora che le operazioni sono a buon punto, le transenne lungo la strada sono state rimosse. I lavori sono stati seguiti anche dalla Soprintendenza per i Beni Architettonici e Paesaggistici di Milano che ha espresso parere favorevole e li ha autorizzati.
L’Azienda Ospedaliera ha già acquisito, dalla Fondazione della Provincia di Lecco , un contributo di 220 euro mila per finanziare le indagini “diagnostiche” su tutti gli elementi strutturali e architettonici di Villa Eremo per acquisire indicazioni utili alla progettazione e realizzazione delle opere successive a quelle per la messa in sicurezza.
Sul futuro della villa si attende l’interessamento della Regione: il direttore generale Lovisari, ora sospeso per vicende giudiziarie, aveva lanciato l’idea di trasformare l’edificio in un centro di ricerche con la collaborazione dell’università Bicocca di Milano, già integrata nell’ospedale lecchese per i corsi di chirurgia e medicina generale. Inoltre si ventilava anche ad un possibile collegamento sotterraneo tra Villa Eremo e l’ospedale.

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