Chiusura maternità alla Mangioni, 3.000 firme in Regione

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presidio clinica Mangioni 7 dicembre2014 (7)LECCO – 3.000 firme sono approdate in Regione più di due settimane fa, cioè 3.000 cittadini lecchesi, che negli ultimi mesi (da inizio ottobre) hanno espresso la loro contrarietà alla chiusura dello storico reparto della Clinica Mangioni di Lecco, che secondo l’accordo Stato-Regione Lombardia del 2010 dovrà chiudere i battenti per un numero insufficiente di parti l’anno (450 sui 500 richiesti). Se le cose rimarranno così dal 15 dicembre prossimo alla Mangioni basta nascite.

Ma non si danno per vinte le mamme, sia quelle che in quella Clinica hanno partorito sia le altre,  unite in una solidarietà che le aveva portate a manifestare il loro dissenso nel primo presidio lo scorso 9 novembre (vedi articolo): un sit-in di protesta, durante il quale grande era stata la solidarietà mostrata al personale del reparto (10 specialisti, 7 ostetriche e 3 puericultrici) che a causa della manovra rischiano il posto di lavoro.
In quell’occasione era proseguita la raccolta firme cartacea, mentre grande è stata l’affluenza online sul sito www.change.org, petizione creata dall’agguerritissima mamma capotreno Chiara Manzoni e da Dino Baglioni e sulla pagina facebook Easy Congressi.

presidio clinica Mangioni 7 dicembre2014 (3)A portare le 3.000 firme in Regione, due martedì fa, è stato il consigliere di LegaNord Giovanni Pasquini , che ha quindi posto il fatto all’attenzione dell’assessore alla Sanità Mario Mantovani e l’assessore al bilancio Massimo Garavaglia. “In quell’occasione l’assessore Mantovani aveva detto che tempo una settimana-dieci giorni ci avrebbe fatto sapere qualcosa e che sarebbe venuto a Lecco al nostro prossimo presidio: ovviamente la promessa non è stata mantenuta e non abbiamo ancora avuto notizie dalla Regione” ha detto Chiara Manzoni, presente nel primo pomeriggio di oggi insieme ad altre mamme al secondo presidio anti chiusura della maternità.

Chiara Manzoni_presidio maternità Mangioni
Chiara Manzoni

“Quello di oggi – ha proseguito – è un sit in post firme, dove chiediamo ai cittadini e a voi giornalisti di non dimenticare la questione e di non farla cadere: arrivati a questo punto io voglio sapere chi e perché ha autorizzato una spesa pubblica come quella effettuata per ristrutturare il reparto per poi predisporne la chiusura dopo soli tre mesi. Questa clinica è un punto di riferimento fondamentale per numerosissime mamme, non solo lecchesi. Io non ho partorito qui ma a Como, il mio bambino era settimino e quando sono andata al Manzoni non c’era posto: e se ricapita una situazione del genere quando al Manzoni si riverseranno i 450 parti che ci sono stati qui cosa si fa? Questa chiusura toglie alle madri il diritto di scelta, ai contribuenti i soldi spesi e ai lavoratori il loro stesso lavoro. Hanno disposto la chiusura prima della maternità alla Mangioni e poi di quella di Gravedona, che conta 243 parti annuali: non aveva forse più senso chiudere Gravedona che magari dei 243 parti una cinquantina arrivavano alla Mangioni che avrebbe così raggiunto il numero massimo di parti richiesto per tenere aperto il punto nascite?” Questi alcuni dei punti contestati da Chiara Manzoni che ha concluso “La Regione non vuole ascoltarci? Ne pagherà il pegno alle prossime elezioni”.

Tra le presenti anche un’ostetrica di servizio alla clinica Mangioni, la dott.ssa Michela Locatelli, che ha parlato di “voci” che circolerebbero sul futuro dei dipendenti del reparto: “A parole avremmo un ripiego ma a fatti se il punto nascite chiude i battenti del nostro futuro rimane poco di certo. Il reparto maternità di questa clinica è veramente valido, con assistenza e presenza dell’anestesista 7 giorni su 7: le neo mamme sono seguite dal momento in cui vengono ricoverate a quando vengono dimesse. Il parto è un momento delicatissimo per una donna, per tutto quello che comporta e avere del personale che se ne occupi a 360 gradi è sempre più una rarità” ha dichiarato, concordi le mamme presenti che alla Mangioni hanno partorito e sono rimaste più che soddisfatte dell’assistenza ricevuta.

presidio clinica Mangioni 7 dicembre2014 (5)Il comitato di protesta calcola sei organizzatori e oltre un centinaio di persone: si aspetta in questi giorni che qualcosa dalla Regione e dalla proprietà si muova. La “scadenza” per il punto nascite è prevista per il 15 dicembre.

Ha fatto visita alle mamme in presidio anche il direttore sanitario della clinica Mangioni, dott. Eugenio Invernizzi.

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