Gli studenti: “Altro che… Buona scuola!”. Il 12 un corteo a Lecco

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LECCO – Contro una proposta che porta al “completo smembramento della scuola pubblica”, proponendone una privatizzazione, se non un’industrializzazione: è questo il motivo che ha portato una ventina di studenti provenienti da diverse scuole del territorio lecchese a riunirsi presso il Circolo Arci “La Ferriera” in un’assemblea aperta indetta dall’Uds (Unione degli studenti lecchesi) nel pomeriggio di venerdì.

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I membri dell’esecutivo Uds, da sinistra: Aurora Spreafico, addetta all’organizzazione, Sara Perri, addetta alla propaganda e la coordinatrice Sofia Gelforte

 

Obiettivo delle polemiche e delle proposte degli studenti il noto decreto della “buona scuola” promosso dal Presidente del Consiglio Matteo Renzi che dovrebbe essere approvato il prossimo settembre.

Articolato in dodici punti, il decreto affronta alcuni temi “caldi” che dovrebbero portare ad un miglioramento dell’attuale sistema scolastico: l’assunzione di tutti i precari, la carriera dei docenti, il curriculum degli studenti e l’alternanza scuola-lavoro alcuni degli argomenti al centro della rivoluzione pensata dal governo, verso i quali gli studenti dell’Uds non nascondono i loro dubbi:

“Innanzitutto la riforma prevede che vengano sottratti soldi alle scuole pubbliche, a vantaggio di quelle private: i tagli vengono sempre effettuati a danno degli Istituti che nel Paese dovrebbero avere maggiori finanziamenti” spiegano, alternandosi, i membri dell’esecutivo dell’Uds, Aurora Spreafico, Sofia Gelforte, Sara Perri e Federico Rivera.

Così come non convince il tentativo di fare una scuola digitale, mettendo a disposizione computer, rete wifi e altri dispositivi elettronici: “Uno spreco di soldi che avrebbe potuto essere investito in qualcosa di più utile, a partire dall’edilizia: tutte le nostre scuole necessitano di interventi di manutenzione. Senza contare che computer e altre attrezzature che sono state comprate sono spesso inutilizzate per mancanza di praticità dei professori, ai quali naturalmente non possono neanche essere pagati dei corsi di aggiornamento per imparare ad usare i nuovi strumenti”.

Nel mirino anche il punto sull’alternanza scuola-lavoro, che nel decreto “buona scuola” prevede per gli studenti del triennio degli Istituti professionali e tecnici un totale di 200 ore di stage: “Duecento ore sono tantissime, si tratta di manodopera minorile gratuita per le aziende” dichiarano gli studenti. L’altro grande rischio della riforma scolastica pensata da Renzi riguarda poi la competizione tra i diversi istituti: “Il decreto – spiegano – prevede dei premi per i docenti meritevoli e le scuole migliori; si parla di “school garantee”, ossia, la possibilità per le scuole tecniche e professionali di ricevere dei finanziamenti aggiuntivi sulla base di quanti studenti troveranno lavoro appena dopo il diploma: ci sembra un espediente volto ad aumentare unicamente la competizione tra le scuole.”

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Sofia Gelforte

Troppi insomma i punti deboli e le “insidie” nascoste dietro le 136 pagine di pdf del decreto, la cui stesura, denunciano gli studenti dell’Uds, “non è avvenuta a seguito di una ‘grande consultazione’, come ha millantato Renzi. Il decreto è stato annunciato e fatto circolare in pdf, né Renzi né il Ministro Giannini hanno pensato di convocare  le rappresentanze studentesche per avere un confronto e per sentire cosa ne pensavamo. In 136 pagine non compare mai l’espressione ‘diritto allo studio’, tanto per essere chiari”.

Contro la proposta di Renzi è stato quindi pensato il disegno di legge Lip, che sta per Legge di iniziativa popolare, “composto” da diversi sindacati tra cui Uds, Cgil e Flc (Federazione lavoratori della conoscenza), ovvero la reazione degli studenti che sarà portata in tutte le piazze d’Italia a gran voce il 12 marzo prossimo, in occasione della manifestazione nazionale contro il decreto della “buona scuola”: “Non vogliamo solo fare polemica contro Renzi e il suo progetto – spiegano gli studenti – ma presentare la nostra controproposta che non vuole essere un punto di arrivo ma il mezzo col quale fare emergere la nostra idea di buona scuola.”

Al centro della Lip, strutturata in 29 articoli, la scuola pubblica, entro cui inserire meccanismi di autovalutazione e di supporto, argomento quest’ultimo molto caro agli studenti e “tralasciato” dal decreto Renzi: “Lo studente che va male a scuola viene ne più ne meno abbandonato a sé stesso: pensiamo che occorra istituire qualcosa in più del semplice corso di recupero. Sarebbe bello ad esempio che le valutazioni non siano solo numeriche ma critiche. Ad esempio, se prendi un’insufficienza il professore oltre al voto potrebbe affidare all’alunno un programma di miglioramento, dirgli su cosa deve concentrarsi e come farlo”.

E poi libri e trasporti gratuiti per gli studenti, la possibilità di tenere la scuola aperta anche nelle ore pomeridiane, una nuova attenzione per gli studenti stranieri, realtà sempre più comune nelle classi delle scuole italiane: “Vorremmo che per gli alunni stranieri venissero istituite delle ore di lezione in cui si parli nella loro lingua e della loro cultura: permetterebbe di certo un inserimento più completo all’interno della classe e dell’ambiente scolastico.”

Questi e molti altri punti verranno portati in piazza, anche a Lecco, giovedì 12 marzo: un appuntamento importante a cui i membri dell’Uds lecchese invitano tutti gli studenti: “Quello che abbiamo notato nelle precedenti mobilitazioni è stata la mancanza di partecipazione, dovuta al fatto che purtroppo tanti studenti non sono informati e non colgono l’occasione per farlo. Ovviamente per poter cercare di cambiare le cose occorre esserci” spiega Aurora Spreafico dell’esecutivo Uds “l’invito a manifestare è ora più che mai forte”.

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Alcuni dei ragazzi dell’Unione degli studenti lecchesi

 

L’Uds di Lecco nasce il 16 aprile 2014 ed è coordinato da Sofia Gelforte, studentessa dell’Istituto Greppi di Monticello: il sindacato è attivo a livello nazionale e lavora da oltre vent’anni come portavoce delle necessità degli studenti. In autunno numerosi i cortei e le attività di propaganda contro il decreto “buona scuola”, sfociate grazie all’impegno dei ragazzi coinvolti nella controproposta Lip. “Si tratta di un disegno di legge, già presentato in Parlamento e che è in attesa di essere discusso dalle due Camere. Se verrà accettato il percorso da fare sarà lungo: noi continueremo a portare le nostre idee e a rivendicare ciò che ci spetta” concludono i membri dell’Uds.