LECCO – Aula Magna dell’ex Istituto Bovara gremita di persone, tra studenti e curiosi, per Paolo Rumiz, lo scrittore-giornalista triestino ospite a Lecco nell’ambito del festival Leggermente per presentare la sua ultima prova letteraria, “Come cavalli che dormono in piedi” edita da Feltrinelli.
Il libro, come spesso per Rumiz, nasce dall’esperienza di un viaggio, nello specifico nei Carpazi, sul fronte di guerra russo “che l’Europa ha dimenticato”. Lo scrittore è partito dal ricordo di un nonno con la divisa austroungarica e dalla constatazione della rimozione di quel fronte: così la decisione di recarsi in quei luoghi alla ricerca delle tracce del passaggio di quei centomila soldati trentini e giuliani che nell’agosto del 1914 andavano a combattere per l’Impero austroungarico, di cui erano ancora sudditi.

Non si può dire che la stesura del libro non sia stata priva di imprevisti, come ha raccontato Paolo Rumiz alla platea: “Ero sul treno che da Napoli doveva portarmi a Roma quando mi hanno rubato lo zaino contenente portafogli, chiavi di casa, cartina del Po che avevo disegnato a mano e mi era costata tre mesi di lavoro e… il mio quaderno con gli appunti del mio viaggio nei Carpazi. Inutile dire che la reazione ultima a questa faccenda, dopo la rabbia e la frustrazione, è stata la depressione: la mia testa era vuota, senza gli appunti non avevo idea di come mettermi a scrivere il libro, non potendo rileggere quanto avevo scritto mi mancavano le sensazioni che avevo provato in quei luoghi. Poi decido di sforzarmi di fare una cosa: raccontare ad alta voce cosa avevo vissuto. Così ho chiamato un paio di amici, li ho invitati a cena e ho chiesto loro di farmi domande sul viaggio da cui rientravo. La macchina si è avviata lentamente ma poi è andata da sola: rispondevo ai miei amici e i ricordi riaffioravano, prendevo appunti per segnarmi le cose importanti, mi svegliavo anche di notte con nuove memorie. Insomma alla fine ho scritto il libro non leggendo i miei appunti ma raccontandolo ad alta voce: in questo modo il prodotto ha subito una trasfigurazione, dalla storia alla mitologia” ha detto lo scrittore.
È proprio il canale orale, secondo Rumiz, lo strumento che potrebbe aiutare a superare la crisi della scrittura che sembra caratterizzare la nostra epoca. Tanto più nella sua ultima fatica, dove, come ha commentato l’autore, si rievocano uomini ed tempi avvicinabili più all’epica che al nostro mondo: “Gli uomini della Grande Guerra hanno superato una prova folle eppure ne sono usciti con la voglia di metter su famiglia, di fare l’amore e di piantare le patate nei loro orti. Io non sarei stato capace di fare altrettanto, con tutte quelle sollecitazioni appena vissute. Siamo di fronte ad una razza umana pù vicina a Ulisse e Ettore che a noi, che di per se stessa varrebbe un racconto epico.”
Il libro e le testimonianze in esso contenute vogliono essere un incoraggiamento, come ha spiegato Paolo Rumiz ai presenti: “Spesso è il mondo che ci circonda a frenare le forze e i sogni presenti in noi stessi: l’incoraggiamento è quello di trovarli, ognuno a suo modo. E l’invito sempre valido è quello a fantasticare.”
Sta per avvicinarsi la conclusione della kermesse dedicata alla lettura. Nel weekend quattro gli appuntamenti in programma. Si comincia sabato alle ore 17 presso la sala conferenze di Palazzo Falck con il giornalista sportivo Davide De Zan e “Pantani è tornato”; alle 21 presso il Teatro della Società di Lecco sarà la volta di Mauro Corona e l’ultimo libro “Una lacrima color turchese.
Domenica pomeriggio alle 15.30 sempre presso il Teatro sarà la volta di Bruno Barbieri, noto chef italiano, che presenterà “Cerco sapori in piazza grande”, mentre alle 17.30 la sala conferenze di Palazzo Falck vedrà l’intervento del comico Bruno Arena e della moglie Rosy, autori del libro “Domani ti porto al mare.”

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