RUBRICA – Ciao a tutti, all’indomani di una mega-degustazione riservata ad operatori e Sommelier professionisti svoltasi al Westin Palace Hotel di Milano di una cinquantina di vini bianchi dell’Alto Adige, non posso esimermi dal trattare questo argomento.
L’attenzione la rivolgerei in modo particolare ai vini dell’infelice annata 2014 che, proprio in alcune zone di Nord-Est, ha creato non pochi problemi ai vignaioli.
Tutti noi abbiamo potuto constatare come l’estate scorsa sia stata caratterizzata da frequentissime piogge (per non parlar delle due grandinate in pieno agosto) da basse temperature e da poca luminosità, fattori determinanti che hanno condizionato l’ottimale maturazione delle uve .
I diversi produttori interpellati hanno dovuto ammettere che sono riusciti a salvare nella miglior ipotesi il 70/80 % della produzione, ma con il doppio lavoro in vigna e qualità variabile a secondo dal periodo di maturazione e vendemmia dei vari vitigni.
Pensate ai trattamenti in vigna lavati via sistematicamente dagli acquazzoni quotidiani, ed anche al continuo infittirsi di erba e fogliame che , se non diradato ad arte, toglie ai grappoli luce e calore dei raggi del sole ; quindi lavori ripetuti fino allo sfinimento con ragguardevoli costi in materiali e mano d’opera.
Eh sì! in un’annata come questa c’è il rischio di pagare caro prezzo un prodotto meno buono del solito anche se, fortunatamente, non è stato così in tutta l’Italia.
Tornando alle mie degustazioni “mirate”ai vini bianchi atesini 2014, ho potuto appurare che hanno patito meno i vitigni aromatici come Gewurztraminer e Sauvignon, mentre i vini ottenuti con Pinot bianco e Riesling renano in cui fragranza, mineralità ed acidità sono già un fattore importante, spesso e volentieri non sono supportati da una sufficiente struttura, quindi suggerirei di fare attenzione ai futuri acquisti!
Detto questo per i vini dell’annata 2014, possiamo tranquillamente fare un passo in dietro perché moltissimi vini bianchi dell’ Alto Adige ma non solo (anche del Friuli per esempio) si esprimono al meglio dopo un buon periodo di affinamento in bottiglia.
Quindi aspettando che i vini un po’ acerbi e magrolini dell’anno scorso si “arrotondino” per uno o due anni in bottiglia, meglio optare per i vini bianchi delle annate 2011/12/13 che proprio adesso stanno raggiungendo la loro massima piacevolezza.
Sempre con riferimento all’Alto Adige, tra i vini bianchi gradevoli, equilibrati ed eleganti troviamo sicuramente il Pinot bianco (Weissburgunder) coltivato soprattutto a sud di Bolzano a ridosso della mitica “Strada del Vino”, ma ho assaggiato anche degli splendidi Sylvaner e Kerner provenienti dalla Valle Isarco.
Per oggi solo poche citazioni di alto livello: il Pinot B.co riserva “Vorberg” – Cant.Terlano che però abbia almeno due o tre anni, il Kerner “Aristos”- Cant.Prod.Valle Isarco ed il Sylvaner “Lanher”- Taschlerhof sono quelli che mi sono maggiormente piaciuti.
Vini adatti ad aperitivi, torte salate con verdure di stagione, primi piatti delicati e insalate estive di pasta o riso.
Tra i vini bianchi un tantino particolari e molto condizionati dall’andamento climatico si possono annoverare i Riesling ed i Muller thurgau. Vini generalmente “snelli”, freschi e profumati che raggiungono la massima qualità in altura come il Muller th. “Feldmarshall” di Tiefenbrunner, vigneto posto dagli 800 ai 900 mt.slm , o a nord come il Riesling Val Venosta di Falkentein. Con questi vini si possono azzardare anche cibi dai sapori più marcati tipo risotto agli asparagi o trenette con pesto di rucola.
Infine i vini aromatici come i Gewurztraminer ed i Sauvignon blanc, che hanno differenti sfumature in base ai vari territori e all’altitudine dei vigneti.
La zona classica per il Gewurztraminer è quella di Termeno (Tramin), dove probabilmente avuto origine e da cui certamente trae il nome: gewurz in tedesco significa speziato, quindi gewurztraminer = speziata di Termeno. Uva che maturando acquisisce una particolare sfumatura tra il rosa ed il ramato e che a queste latitudini non perde in freschezza o in fragranza aromatica neanche in tardiva maturazione; quindi è molto frequente imbattersi in vini vicini ai 15° alcolici che associano potenza, eleganza e piacevolezza.
Alcuni monumentali gewurztraminer da portare ad esempio sono il “Brenntal”- Cant. di Cortaccia, il “Lunare” Cantina di Terlano, il “Kolbenhof” di Hoffstatter o l’ ”Exilissi” di Baron de Pauli.
Per i Sauvignon dell’Alto Adige è un po’ più difficile emergere, la concorrenza dei Friulani è decisamente più agguerrita, però si trovano dei prodotti davvero interessanti anche a prezzi abbordabili come il “Kofl” di Cortaccia, oppure vini che sono il biglietto da visita della cantina come il mitico “Sanct Valentin” di S.Michele Appiano o anche autentici fuoriclasse da sole 3/4000 bottiglie all’anno come il “Voglar” di Peter Dipoli.
Qui gli abbinamenti si fanno più specifici e complicati, dal classico aroma di pesce affumicato come salmone, trota o aringa o ai salumi come lo speck. Poi diversi piatti della cosidetta “cucina etnica” dove compaiono spezie e curry, terrine e patè, fino ad arrivare ad alcuni formaggi di capra freschi o a crosta fiorita .
Recentemente ho condiviso con una decina di appassionati del rione Rancio (che saluto), il sopracitato Sauvignon “Kofl” 2013 con uno splendido speck artigianale di S.Candido che ho trovato su dall’amico Christian alla “Salumeria Filet” di Castello: ogni commento è superfluo, vi lascio immaginare.
…assaggiare per credere
Roberto Beccaria
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