Olive: sul lago è tempo di raccolta ma non sarà un anno record

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PERLEDO / BELLANO – Coltivatori lecchesi al lavoro già da tre settimane sulla sponda orientale del Lario, dove a fine ottobre è iniziata ufficialmente la raccolta delle olive per produrre l’olio del lago,  un’eccellenza riconosciuta con tanto di marchio DOP.

Quella che si è aperta, però,  non sarà un annata da record e i produttori lo sanno bene: “Il 2013  è stato favoloso per quantità e qualità delle olive. Non si può dire lo stesso dello scorso anno, troppa pioggia ed anche il vento che ha buttato a terra buona parte del raccolto. Quest’anno ci attendiamo una via di mezzo: le piante sono deboli ed hanno fatto pochi fiori” spiega Franco Panatti, presidente dell’Oliper, l’associazione nata nel 1995 e che oggi riunisce una decina di aziende agricole ed una sessantina di piccoli produttori.

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Tra loro anche Fabio Festorazzi, figlio di Ermanno, uno dei primi in  paese a riaccendere la tradizione dell’ulivo del lago: “E’ un anno scarso, paghiamo ancora le difficoltà che abbiamo avuto nel 2014 a causa della pioggia. Alcuni ulivi hanno preso  i funghi,   si sono defogliati e al momento di fiorire hanno prodotto poco. Fortunatamente,  invece,  la mosca olearia ha fatto pochi danni, solo durante la prima settimana e colpendo solo in alcune zone, ma è stata subito debellata”.

 

Fabio Festorazzi impegnato nella raccolta delle olive
Fabio Festorazzi impegnato nella raccolta delle olive

Festorazzi si occupa di 850 piante di ulivo tra Varenna e  Perledo, comune dove si conterebbero ben diecimila esemplari dell’antica pianta mediterranea.  Eppure non è sempre stato così:

“L’ulivo c’è sempre stato sul lago – spiega Franco Panatti – veniva però confinato ai margini degli orti; si coltivava la vite,  le patate dove c’era spazio, ma il vino che veniva prodotto raggiungeva a malapena gli 11°. L’ulivo ha iniziato la sua ampia diffusione soprattutto dopo una campagna attuata dalla Comunità Montana che due decenni fa ne regalava le  piante e molti le hanno adottate. Negli anni le nostre conoscenze, trasmesse da padre a figlio, sono cresciute ed oggi siamo coadiuvati da agronomi ai quali una volta ricorrevi solo in caso di malattie nelle piante”.

 

Il frantoio della Comunità montana a Biosio
Il frantoio della Comunità montana a Biosio

 

La novità più importante, che ha permesso agli olivicoltori lecchesi di accrescere la qualità del proprio prodotto, è stata l’apertura del frantoio della Comunità Montana a Biosio: inaugurato nel 2006, è diventato un punto di riferimento per tutti i produttori locali che, fino a quel momento, dovevano trasportare le proprie olive a Lenno per essere lavorate.

 

Leonardo Enicanti, gestore del frantoio di Biosio
Leonardo Enicanti, gestore del frantoio di Biosio

Ogni  anno, nella località bellanese,  vengono lavorati un migliaio di quintali di olive  per produrre circa 15 mila litri di olio.  Essenziale che le olive vengano portate  al frantoio entro 48 ore dalla raccolta per ottenere la certificazione DOP Olio dei Laghi Lombardi, denominazione di origine protetta nata negli anni ’90 insieme all’omonimo consorzio.

“Si tratta di un olio delicato – sottolinea  Leonardo Enicanti, gestore del frantoio  – la sua caratteristica principale è l’acidità bassissima dovuta alla natura delle olive e ai tempi di lavorazione, sempre più ridotti, rispetto al momento della raccolta. Il risultato è un olio che possiede quell’amaro e quel piccante tipici di un prodotto di qualità e genuino”.