Processo Metastasi: gli affari del clan tra slot machine e immobili

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    Tribunale di Lecco (1)
    L’ingresso del Tribunale di Lecco, sede da marzo 2015 del processo “Metastasi”

     

    LECCO – Prosegue a ritmi serrati il processo scaturito dall’inchiesta Metastasi su presunte infiltrazioni della ’ndrangheta in territorio lecchese e che vede attualmente coinvolti diciassette di imputati, dopo l’unificazione del filone principale al filone bis dell’inchiesta, focalizzato su reati di tipo patrimoniale e riciclaggio.

    Così questa mattina di fronte al collegio giudicante sono comparsi quattro dei sette imputati di “Metastasi 1”, i detenuti Mario Trovato, Massimo Nasatti e Antonino Romeo (assenti Saverio Lilliu e Antonello Redaelli, entrambi rinuncianti a comparire, soci della Lido di Parè Srl, una delle vicende cardine dell’indagine), e Claudio Crotta, titolare insieme al socio Claudio Bongarzone della DBM Electronics, specializzata nella vendita e affitto di macchinette da gioco, e della Rinnovo Immobiliare Srl di Via Ghislanzoni. Assente invece l’ex sindaco di Valmadrera Marco Rusconi.

    Tra gli imputati del secondo filone, non tutti presenti quest’oggi, figurano invece i quattro figli di Mario Trovato e la compagna Alexandra Ivashkova, difesi dall’avvocato Marcello Perillo, Gilvana Goncalves e Claudio Bongarzone, difesi dall’avvocato Michele D’Agostino, Alessio Ghislanzoni, difeso dagli avvocati Patrizia e Marilena Guglielmana, Gaetano Mauri, difeso dagli avvocati Angelo Giuliano e Paolo Camporini e Gianguido Mazza, difeso dall’avvocato Antonino Crea.

    Terminata in mattinata l’audizione del Maresciallo Flavio Grassi, uno degli operanti della Guardia di Finanza durante le indagini, al quale il Pubblico Ministero Bruna Albertini aveva dato il compito di ricostruire le vicende e le posizioni dei nuovi imputati, confluiti nel procedimento centrale.

    Rivista dunque la posizione di Gaetano Mauri, presunto socio “nascosto” della DBM Electronics di Bongarzone e Crotta, intestatario con questi ultimi del conto corrente sul quale confluivano la maggior parte delle entrate dell’azienda – per l’accusa i titolari dell’attività della DBM e della Rinnovo Immobiliari sarebbero i presta nomi di Mario Trovato, inquadrato dagli inquirenti come presunto boss.

    L’udienza odierna si è aperta con il controesame dell’avvocato Perillo, difensore delle posizioni dei Trovato: poche domande relative alle attività “ristoratorie” dei suoi assistiti tra cui la Pizzeria 046 (presunto covo della locale capeggiata da Mario), il bar Les Petit Cafè, gestito per un anno dalla compagna di Trovato Alexandra Ivashkova, La Diga e il caffè Margot. Tra i nomi emersi anche quello di Morricone Pancrazio, compagno di Koiv Veroonika e titolare della Mo.Ri Costruzioni, legata alla Rinnovo Immobiliare. Pregiudicato per estorsione e detenzione abusiva di armi Morricone è stato visto più volte alla 046 e nei bar oggetto di indagine, come riferito dal maresciallo Grassi. E proprio la sua compagna Koiv Veroonika, come raccontato dal teste, aveva rilevato nel 2002 la pizzeria di Via Pasubio, vendendola poi alla famiglia Trovato.

    Tutti regolari infine i pagamenti in cambiali relativi alle attività citate dall’avvocato Perillo, almeno quelli verificati: i cambiali della 046, come i pagamenti di Ivashkova all’affittuaria per il Petit Cafè, sarebbero stati effettuati regolarmente tramite bonifici bancari.

    Slot_machineAscoltati quindi gli ultimi due testimoni portati dalla pubblica accusa, il dott. Stefano Silvotti e Flavio Pellizzi, amministratori giudiziari dei beni sequestrati al termine delle indagini. DBM Electronics e Rinnovo Immobiliari srl ancora al centro delle loro deposizioni.

    Un’ottantina le slot machine della DBM in circolazione e funzionanti, ma nonostante ciò i conti effettuati avevano rilevato una situazione anomala:

    “Chi prelevava i soldi dalle macchinete quando dovevano essere svuotata tratteneva la somma” è l’ipotesi dell’ammistratore giudiziario Silvotti, che ha poi inquadrato Bongarzone, Mauri e Saverio Napolitano come coloro che giravano per i locali riscuotendo i soldi dalle macchinette. Ricordati quindi i contratti di finanziamento sottoscritti dalla DBM con alcuni istituti di credito e attraverso i quali nell’ottobre 2013 sarebbe stata acquistata una BMW, poi utilizzata da Bongarzone. Per il teste Silvotti infine anche Claudio Crotta avrebbe svolto il lavoro di ritirare i soldi delle macchinette, circostanza che gli sarebbe stata riferita dallo stesso Napolitano.

    Al secondo amministratore giudiziario della Rinnovo Immobiliare Srl il compito di chiarire i rapporti tra questa attività e la DBM: “la società immobiliare di fatto pagava alla DBM un canone di locazione ma non abbiamo trovato un contratto relativo” ha riferito il teste, mentre regolare risulta il pagamento di un canone di leasing sempre con la DBM per la concessione di un immobile utilizzato come ufficio dalle società.

    Terminata l’audizione del teste il collegio presieduto dal giudice Enrico Manzi ha rinviato l’udienza al prossimo 1 dicembre, giorno in cui cominceranno gli esami dei testi delle difese Camporini e Guglielmana, rispettivamente per le posizioni di Mauri, Crotta e Ghislanzoni. Nonostante il previsto sciopero degli avvocati i difensori di Metastasi deciso di presenziare all’udienza, per non ostacolare lo svolgimento del processo e la posizione dei rispettivi imputati. Imminente infatti la scadenza dei termini di applicazione della misura cautelare di detenzione per i cinque imputati ancora in carcere (Trovato, Nasatti, Romeo, Lilliu e Redaelli), prevista il prossimo 3 marzo.