Arriva Roadcheck, l’App per segnalare le buche stradali

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Buche - parcheggio Bione 2

 

LECCO – Arriva l’applicazione che consentirà di segnalare le cattive condizioni del manto stradale (buche, giunti, rottura del selciato, dossi ecc): si chiama Roadcheck ed è il primo progetto pilota in Italia sulla materia, ideato e finanziato dalla Società Cleis Tech Srl di Milano e che vedrà Lecco città apripista.

Un problema non nuovo e certamente sentito quello delle buche stradali, causa spesso di disagi alla mobilità dei cittadini, soprattutto su ruote, e che nei casi peggiori sfociano in incidenti e infortuni. All’ordine del giorno le segnalazioni e i ricorsi pervenuti all’Ufficio manutenzione del Comune di Lecco: 117 i sinistri rilevati nel 2014, di cui 73 dovuti alla cattiva condizione del manto stradale; numeri che si abbassano nel 2015, con 62 sinistri “denunciati” di cui 40 dovuti alle temute buche. “Probabilmente questo miglioramento è imputabile alla campagna di asfaltature avviata dall’amministrazione comunale – ha commentato l’assessore al Lavori Pubblici Corrado Valsecchi durante la commissione che si è riunita mercoledì sera a Palazzo Bovara – ma è chiaro che l’obiettivo attuale è quello di rendere la condizione delle strade e dei selciati ottimali e soprattutto, sicure per i nostri cittadini. Questa applicazione, che siamo fieri di sperimentare per primi in Italia, consentirà da un lato di mappare le situazioni di criticità, dall’altro di pianificare interventi di messa in sicurezza e quindi di prevenire danni e infortuni”.

 

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Come funziona l’applicazione? Già scaricabile gratuitamente su Google Store per Android, l’app lavora in totale autonomia e si attiva in viaggio nel momento in cui il mezzo supera i 20 km/h di velocità. La rilevazione, come spiegato da Volfango Politi, mente dell’iniziativa, insieme ad Enrico Schenone, avviene attraverso geo-localizzazione e altri sensori propri del telefono, quali quello di gravità e il giroscopio.

Una volta rilevate, le anomalie vengono automaticamente inviate ad una banca dati che creerà la vera e propria mappatura assegnando ad ogni segnalazione un grado di criticità (alta, media, lieve). Nel caso in cui l’anomalia sia già stata rilevata, il sistema attraverso un apposito segnale acustico avviserà il guidatore del veicolo transitante sulla buca. Funzionando tramite Gps l’applicazione è inoltre utilizzabile non solo a Lecco ma in tutto il territorio italiano ed estero.

A Lecco, concretamente, il progetto prevede già dai primi di febbraio l’installazione del Roadcheck sui telefoni degli agenti della Polizia Locale: “Alcune delle macchine utilizzate dai vigili urbani per i controlli quotidiani – ha spiegato Valsecchi – percorrono anche 6.000 km in un mese. Dunque l’ampiezza del rilevamento delle criticità stradali sarà notevole ed utile per pianificare gli interventi di manutenzione”. Giusto prima di Natale l’applicazione era stata testata su una volante della Polizia Locale ed in meno di un’ora le anomalie rilevate erano state 86, di cui 11 a criticità alta, 24 media e 52 lievi.

 

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Volfango Politi, ideatore nel 2012 di Roadcheck

 

“L’ambizione di questo progetto  – ha detto Politi – è offrire un servizio di mappatura informatica sulle condizioni delle strade ad oggi assente. Siamo in fase di sperimentazione, non è escluso che in futuro si possa inserire nel sistema la modalità per quegli utenti che non viaggiano sulle ruote, penso ai pedoni o ai ciclisti amatoriali che non superano i 20 km/h di velocità necessari per l’attivazione del rilevatore”. In questo caso, come ipotizzato, l’utente dovrà iscriversi al sistema, uscendo dall’anonimato garantito dall’applicazione pilota, per poter mandare privatamente le segnalazioni delle anomalie.

“ Il sistema non pretende di sostituire l’attenzione umana a queste anomalie – ha concluso Valsecchi – è chiaro che i vigili urbani continueranno ad utilizzare il classico metodo delle foto alle situazioni più critiche e pericolose. Si tratta di un ‘facilitatore’ per velocizzare anche le tempistiche degli interventi di manutenzione, in questa fase iniziale, che durerà tre mesi, testeremo la funzionalità del sistema”.