L’accusa aveva chiesto una condanna a tre anni di carcere ma il collegio presieduto dal giudice Ambrogio Ceron ha scagionato con formula dubitativa dall’accusa di concussione Giuseppe Magni, dal 2001 al 2005 consulente all’edilizia carceraria dell’allora ministro della Giustizia Roberto Castelli. Magni venne allontanato da Castelli proprio dopo un esposto alla Procura.
Secondo il tribunale lecchese, non è stata raggiunta la prova che il consulente avesse chiesto delle tangenti a favore della Lega Nord, non ritenendo riscontrabili oggettivamente le dichiarazioni dell’imprenditore lecchese Pietro Colombo, grande accusatore di Magni.
La presunta concussione del Magni sarebbe consistita secondo Colombo in una tangente pari al 7% per fargli ottenere nel 2004 commesse di edilizia carceraria. Testimonianza “credibile” per il pm Rosa Valotta che ha definito Magni “collettore di soldi per il partito” ricordando i 18.000 euro in contanti e i blocchetti degli assegni intitolati “Lega” e “Umberto” scoperti dalla Guardia di Finanza nell’abitazione del Magni. Il PM al termine della dura requisitoria ha chiesto tre anni di carcere, i giudici hanno invece mandato assolto – seppure con la formula dubitativa – l’accusato.