Il mondo è in lutto e ce n’è ben donde. Perché è orfano della persona che con il suo intuito ha cambiato il nostro modo di divertirci, di relazionarci e di lavorare. Steve Jobs sapeva estrarre dalle idee e dai bisogni che coglieva intorno a sé progetti e prodotti a cui dava un mercato e assegnava il compito di trascinare con un balzo in avanti l’evoluzione digitale del pianeta.
Di questo parere è anche Roberto Bertaglia, uno che a 21 anni ha fondato una softwarehouse qui a Lecco e dopo trent’anni è socio di una spa, la Agomir, da 6 milioni di euro di fatturato annuale. Bertaglia così riflette: “Perfino i concorrenti come Google offrono un omaggio a Steve Jobs, (oggi nella loro pagina c’è un rimando a quella che Apple ha pubblicato per salutare il proprio fondatore n.d.r.), oltre che per il settore informatico è stato un importante personaggio dal punto di vista sociale. Forse l’ultimo dei visionari capace di vedere proiettati nel futuro sia gli sviluppi delle applicazioni che della tecnologia hardware“.
Un innovatore per antonomasia?
“Di più, un rivoluzionario. Prendiamo la fruizione della musica, ora l’ipad ci sembra una cosa normalissima, ma quando lui la lanciò ci sembrava di andare sulla luna Per trent’anni ha portato avanti rivoluzioni digitali“.
E adesso? “Ora staremo a vedere quanto Apple sia riuscita ad assimilare la sua personalità, l’assenza del mentore avrà conseguenze non solo nel nostro ambito, le sue applicazioni di carattere tecnico e i suoi prodotti erano d’impatto sociale”.
Le è mai capitato d’incontrare delle idee o dei prototipi e d’intravedere in essi la soluzione di un bisogno? “Il mercato europeo è strutturato per vivere delle scoperte fatte oltre oceano. Fatte salve poche eccezioni. Trent’anni fa in Italia avevamo aziende come l’Olivetti che erano a quei livelli. La nostra difficoltà è di trasportare le nostre idee nel concreto e farle diventare progetti e prodotti. Jobs vivendo in quel contesto ha potuto costantemente attuare delle innovazioni. A pensare bene forse la sua offerta più banale è stato il Macintosh. In Italia invece abbiamo e usiamo la tecnologia che ci viene calata da altri mercati“.
Agonir spa, 30 anni di presenza sul territorio lecchese si occupa di tecnologia informatica applicata a tutto tondo, nata come software house continua l’attivitàin un settore dell’azienda, ma attua e integra vendita e supporto informatico alle aziende. Con una presenza forte in Lombardia è presente in tutto il nord Italia. Vi lavorano 65 persone ed ha 5 soci il cui presidente è Lorenzo Goretti.