COMO – Dal 24 giugno fino al 31 luglio si svolge la IV edizione del Lake Como Festival, la manifestazione che apre lo sguardo sui paesaggi del mondo attraverso l’arte cinematografica italiana e internazionale, con proiezioni a cielo aperto tra le sponde del Lario e la città di Como. Il Festival unisce i paesaggi del lago di Como con i paesaggi virtuali del cinema, proiettandosi sul mondo, intrecciando lo sguardo locale con la visione globale.
Ideato dall’Associazione culturale Lago di Como Film Festival, diretto da Alberto Cano e sostenuto dalla Regione Lombardia, Camera di Commercio di Como, Comune di Como, il programma dell’evento ha mantenuto nella sua realizzazione l’idea del binomio “Cinema e Paesaggio”, filo conduttore dei film e di tutti gli eventi della rassegna.
Con questa quarta edizione, il Festival conferma il valore e l’originalità dell’idea ispiratrice del progetto: diciotto serate dedicate al “cinema di paesaggio”, inserito in un contesto naturale d’eccezione come quello del Lago di Como.
Un tema che è stato declinato negli anni pensando all’importanza che riveste oggi la ricerca di nuovi equilibri tra spazi urbani e naturali, che passa necessariamente attraverso una rinnovata presa di coscienza del valore e della bellezza dell’ambiente che ci circonda.
Momenti clou e novità: quest’anno il Festival viene onorato della partecipazione di quattro registi: l’apertura della sezione principale (Cinema in Arena) al Teatro Sociale è con Peter Greenway, e una conferenza dedicata al paesaggio, intitolata “The lanscape contact” – in collaborazione con la Fondazione Volta – e aperta alla città. Quattro volte in concorso al Festival di Cannes, dove vince per il contributo artistico nel 1988 per “Giochi nell’acqua”, tre volte alla Mostra Internazionale d’Arte Cinematografica di Venezia, l’ultima nel 2007 con “Nightwatching”, ed un Bafta, l’oscar inglese, ricevuto ad honorem nel 2014: quella di Greenway è certamente una carriera prestigiosa tra lungometraggi, cortometraggi, spettacoli teatrali e installazioni, sempre in continua ricerca e sperimentazione espositiva, che ne hanno fatto nelle Arti Visive autore di culto e innovatore di linguaggi.
Il tema dell’incontro comasco è il “paesaggio naturale”: il desiderio di Greenway di fissarlo, di immortalarlo, di rendere la sua natura effimera e mutevole in qualche modo permanente (ore 18, Teatro Sociale, lunedì 18 luglio). Segue in Arena la proiezione di uno dei suoi film più celebri, “I misteri del giardino di Compton House”: un ritratto meticoloso e armonioso, perfetto esempio di landscape art, uno scenario lussureggiante e superbo. Il film è una delle pietre miliari di Greenway maggiormente celebrate, metafora per raccontare classi sociali e “paesaggi” di illusioni.
Una delle serate con cui il Festival apre – in collaborazione con Unindustria – vede come protagonista la produttrice Livia Firth, con un un report temporale e in giro per il mondo, dalle passerelle più glamour ai quartieri più bui e disagiati, con l’obiettivo di riflettere sull’impatto umano e ambientale dell’industria della moda. “The true cost” è un percorso dettagliato, costruito dal regista Andrew Morgan, scandito da dati, e soprattutto da interviste con i massimi nomi di questo settore, dalla designer Stella McCartney all’attivista e ambientalista Vandana Shiva, fino a Livia Firth, produttrice esecutiva e Creative Director di Eco-Age.
La Firth testimonia e sostiene questo progetto, capace di raccontare storie e persone, per cercare alternative e soluzioni, con un interrogativo di fondo: é possibile cambiare il mondo partendo da quello che indossiamo? (venerdì 24 giugno, Villa del Grumello).
In collabrazione con l’Ordine degli Architetti è organizzata la proiezione nei locali del Setificio: attraverso la pellicola “Barbican” di Ila Beka – presente alla proiezione – e Louise Lemoine, si vuole creare un confronto tra l’architettura del Centro Barbican di Londra e l’Istituto del Setificio di Como. Nel 2014, su specifica richiesta della Pinacoteca del Barbican Centre, Ila Bêka e Louise Lemoine si sono stabiliti per un mese nel cuore di uno dei più importanti centri europei per l’arte, nonché esempio rappresentativo di architettura “brutalista”. Il film, attraverso un’emozionante galleria di ritratti, disegna una mappa umana intima del luogo, rivitalizzando questo rigido caseggiato e mettendo in discussione la tenuta di questo luogo utopico degli Anni 50. La proiezione è preceduta da una visita guidata del Setificio (sabato 25 giugno).
Dopo l’apprezzata presenza di Andrej Konchalovsky lo scorso anno, è significativa anche la presenza di Vera Glagoleva: attrice, sceneggiatrice, produttrice, ma soprattutto una delle registe e artiste più importanti della Russia contemporanea. “Two women” tratto dalla pièce teatrale di Ivan Turgenev “Un mese in campagna”, si svoge nella seconda metà dell’800, raccontando quella nobiltà campestre russa, mai così in declino. Un lavoro storico e di affezione per i personaggi, che la regista Vera Glagoleva confeziona con garbo ed eleganza (martedì 26 luglio, Arena).
Una novità è anche la sezione Fuori Campo, dove il festival raccoglie una serie di suggerimenti e stimoli che nascono da significative collaborazioni con attori del territorio. Oltre alla collaborazione con l’Ordine degli Architetti, nasce anche una serata in collaborazione con il Corso Superiore di Arti Visive della Fondazione Ratti per un incontro con Renèe Green, visiting professor del 2016, cineasta sperimentale e protagonista di un’affascinante ricerca visiva.
“Endless Dreams and Water Between” è un suo progetto, commissionato dal Museo Nazionale Marittimo di Greenwich: il film apporta una poetica ai modi in cui le isole danno forma alla comprensione del nostro posto nel mondo, conducendoci in un viaggio attraverso il Mar Mediterraneo e gli oceani Atlantico e Pacifico (Villa del Grumello, giovedì 7 luglio).
Quest’anno, in collaborazione con DAT – Expo Green Land e in particolare con i Comuni di Albavilla, Erba e Merone, il Festival presenta gli appuntamenti de “Il Lago di Como nel Cinema”, tre film tra i tanti girati sul nostro territorio. “Un mese al lago” di John Irving a Albavilla- frazione di Carcano (sabato 25 giugno, “Un attimo una vita” di Sydney Pollack al Parco Mainoni di Erba (venerdì 8 luglio), e “Allosanfan” di Paolo e Vittorio Taviani all’Oasi di Baggero di Merone (sabato 9 luglio).
“La via della seta” è una sezione con quattro incontri tra luoghi, memorie e temi del presente, traendo spunto dalla storia della città. Il festival celebra così protagonisti e suggestioni della sua tradizione industriale sia nella serata con Livia Firth in collaborazione con Unindustria, sia grazie alla collaborazione con il Museo didattico della Seta: “Kundun” di Martin Scorsese è preceduto da una visita guidata al Museo (martedì 5 luglio).
Novità anche sul versante dei concorsi: continua “FilmLakers”, il progetto per troupe di giovani registi (provenienti da tutta Italia) che gireranno un cortometraggio nei paesi del lago, evidenziandone le particolarità paesaggistiche. I Comuni coinvolti sono Albese con Cassano, Carate Urio, Cernobbio, Faggeto Lario, Gravedona, Lezzeno e Zelbio e la premiazione dei cortometraggi è prevista in Arena (domenica 24 luglio).
All’esordio è invece il concorso internazionale “Longscape” dedicato ai lungometraggi di paesaggio: sono stati selezionati 7 lavori provenienti da diversi paesi, per raccontare con stile, sensibilità e sguardo originale i paesaggi della Terra (dal 19 al 26 luglio, Teatro Sociale, ore 18.30). Il vincitore verrà scelto attraverso il voto della giuria e presentato in Arena alla serata di (giovedì 28 luglio).
Un’altra novità del programma è costituita dalla “notte delle streghe”, una maratona notturna, dalla sera fino al mattino del giorno successivo, di 4 film horror: il primo, “The witch”; ancora inedito in Italia (sabato 23 luglio).