Aggredivano gay per divertimento: l’indignazione di “Renzo e Lucio”

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    “Sconcerta apprendere che quattro ragazzi del nostro territorio siano stati arrestati con l’accusa di rapina, ma ancora più sconvolgente è apprendere che lo facevano per noia e che avevano di mira persone omosessuali (vedi articolo). Chissà quale contesto sociale fa da contorno a questa triste vicenda e chissà perché la scelta delle vittime è caduta proprio su persone gay – commentano i membri dell’associazione Renzo e Lucio –  Forse nel nostro territorio c’è ancora uno spazio politico culturale che spinge a prendersela con coloro che vengono ritenuti diversi, c’è ancora chi nega che possa esistere l’omofobia intesa come odio o contrapposizione verso le persone omosessuali”.

    Un problema che i soci del sodalizio lecchese definiscono “culturale” e che si alimenta “con dichiarazioni false ed omofobe e con la negazione dei diritti”.

    Renzo e Lucio per contrastare questo “cancro culturale” da tempo si sta impegnando alacremente: “La nostra associazione – spiegano – s’impegna per generare un atteggiamento sociale politico e culturale diverso, capace di accoglienza e comprensione. Purtroppo invece ancora si registrano nelle istituzioni, nelle scuole e nelle famiglie atteggiamenti di rabbia ed intransigenza verso le persone gay e lesbiche, e queste purtroppo sono il terreno fertile per l’odio e la discriminazione che, forse, ha portato questi ragazzi a pensare che in fondo se rapinavano e picchiavano i gay , tutto sommato non facevano nulla di male”.

    Un passo in avnti in questa direzione lo ha fatto recentemente il Consiglio Comunale di Lecco approvando un ordine del giorno contro l’omofobia, “ma anche in quella occasione – puntualizzani i portavoce dell’associazione Renzo e Lucio – alcuni consiglieri hanno pensato di precisare che nel nostro territorio l’omofobia non esiste e che non sono questi i problemi reali, sarebbe opportuno forse da parte di costoro una auspicabile rettifica. Da parte nostra continueremo sempre a lavorare nelle scuole, nella società e nelle famiglie, anche quelle considerate ‘per bene’ per cercare di eliminare barriere e luoghi comuni”.