RUBRICA – Eccolo arrivato! Inevitabile come il pranzo di Natale con la suocera: il mal di schiena.
Che fare? Precipitarsi dal medico per fare qualche esame? Ma non eri tu che dopo la sudatissima maturità avevi giurato che mai ne avresti fatti altri?
Radiografia? Tac? O meglio ancora una risonanza magnetica?
Attento sei a rischio psicosi da esame.
Niente panico! Ecco qui qualche pillola informativa per capire meglio che fare.
Nella vita capita a tutti di avere mal di schiena ed è naturale avere la tentazione di fare accertamenti per scoprirne il motivo.
Ma è sempre necessario fare radiografie, tac o risonanze magnetiche?
Assolutamente no!
Gli accertamenti diagnostici per immagini sono utilissimi per identificare gravi patologie come tumori infezioni o fratture oppure per una valutazione chirurgica preoperatoria.
Ma nellla quasi totalità dei casi non aiutano ad indentificare la causa del vostro mal di schiena, finendo invece per diffondere credenze errate e paure, che costituiscono uno dei principali ostacoli alla risoluzione del disturbo e la causa principale del persistere dei sintomi.
Le immagini radiologiche mostrano infatti i normali cambiamenti legati al passare degli anni.
Se la pur traumaticissima scoperta di qualche capello bianco o di una ruga in più nello specchio non vi fa precipitare al pronto soccorso, allo stesso modo non c’è nulla da temere se radiografie tac o risonanze mostrano delle alterazioni. Degenerazioni discali, protrusioni ed altre problematiche che affliggono disco e faccette articolari sono presenti in altissima percentuale anche in soggetti che non manifestano dolore.
Questi cambiamenti sono parte del normale invecchiamento.
Il 48% di ragazzi tra 20 e 22 anni hanno una degenerazione del disco e ben il 25% ha una protrusione discale. L’80% dei cinquantenni hanno degenerazione del disco. E si parla sempre di soggetti che non lamentano nessun sintomo.
I referti delle immagini generano confusione e destano perlopiù falsi allarmismi.
Per il mal di schiena non c’è nulla di più deleterio della paura, fonte di una pressione psicologica che conduce ad una cascata di esami diagnostici, assunzione di farmaci, costosi trattamenti perlopiù inutili se non addirittura dannosi.
Le linee guida internazionali già da diversi anni si sono espresse in tal senso, sconsigliando fortemente l’uso di radiografie tac e risonanze (esclusi i rari casi che il vostro medico o il vostro fisioterapista sapranno indicarvi immediatamente).
La vita è già un esame continuo: meglio fare un esame in meno che uno in più.
Dott. Renzo Alessandro Raimondi
Fisioterapista, Osteopata, Master in Riabilitazione Dei Disordini Muscoloscheletrici
Riceve presso poliambulatorio Pentavis in via Carlo Cattaneo 69, Lecco, (www.Pentavis.it /Tel 0341287555)
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