Era l’estate del 2010 quando l’auto condotta dal 20enne lecchese D. V. è uscita di strada e dopo un volo di diverse decine di metri si è abbattuta sul giardino del bar “Caminetto” a Versasio (poco sotto il piazzale dei Piani d’Erna, Lecco) travolgendo il giovane Matteo La Nasa seduto a un tavolino con fidanzata e parenti. Da quel giorno Matteo è ridotto in uno stato di coma vegetativo.
Una storia triste, salita alla ribalta delle cronache locali dopo che i famigliari di Matteo hanno deciso di presentarsi davanti al Giudice di Pace insieme al figlio. L’eco della notizia ha varcato i confini della cronaca locale e questa mattina la trasmissione Mattino 5, in onda su Canale 5, ha acceso i riflettori sul caso La Nasa.
Nello studio, a rappresentare il giovane vimercatese e la sua famiglia, c’era l’avvocato di Lecco Matteo Fumagalli (nella foto). “Quello di questa mattina dovrebbe essere il primo di un paio di passaggi a Mattino 5 – spiega l’avvocato – Il gesto compiuto dalla famiglia ha mosso l’attenzione dei media locali e ora anche i media nazionali si stanno interessando. Il mio intervento, insieme a quello del vice-presidente della Commissione Trasporti, si è incentrato sulle aspettative di tutela dei danneggiati da sinistri stradali e sulla necessità di sensibilizzazione dei giovani sul tema. L’attenzione è stata però giustamente data alla famiglia La Nasa intervistata dalla troup televisiva che si è recata direttamente a Vimercate”.
Una situazione davvero delicata che l’avvocato Fumagalli sta seguendo sotto l’aspetto penale, mentre la collega, l’avvocato Paola Panzeri, si sta occupando della parte civile.
Sempre l’avvocato Fumagalli ha voluto precisare: “La famiglia La Nasa non è in cerca di pubblicità nel modo più assoluto. Anzi, la mamma di Matteo è intenzionata a stendere un calendario di incontri, anche nelle scuole, per cercare di smuovere le coscienze e promuovendo una guida con responsabilità. Quando ci si mette al volante di un’auto o in sella a una moto è fondamentale tenere un comportamento responsabile; quello che è accaduto a Matteo è il risultato di un comportamento opposto. Ed è bene ricordare che simili incidenti non accadono solo se si è alla guida di un mezzo in stato di ebbrezza o sotto l’effetto di sostanze stupefacenti. La brutta storia di Matteo ce lo insegna: la persona che era alla guida dell’auto che lo ha travolto non era sotto gli effetti ne di alcol, ne di droghe. E’ stata colpa di una guida irresponsabile con l’auto uscita di strada a 90 chilometri all’ora in curva che dopo un volo di 60 metri ha travolto Matteo riducendolo in uno stato di coma vegetativo” .
Poi l’avvocato Fumagalli ha concluso: “La mamma di Matteo è decisa a portare avanti la sua battaglia di sensibilizzazione perchè, come ricorda lei stessa: ‘quello che è successo a mio figlio potrebbe succedere a chiunque altro’ “.