Cresce l’utilizzo dei voucher: quadruplicati dal 2013

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LECCO – Proprio questo mercoledì la Corte costituzionale ha dato il via libera al referendum sull’abrogazione dei voucher, i ticket dal valore di dieci euro l’uno utilizzati per pagare prestazioni accessorie ma spesso fruiti in mondo improprio, in sostituzione ad una vera assunzione.

E’ quanto denunciano i sindacati, in primis la Cgil che ha raccolto le firme per la consultazione referendaria in attesa di essere ora fissata, con tutta probabilità già per quest’anno.

Uno strumento, quello del  voucher, che avrebbe dovuto combattere il lavoro nero, permettendo di regolarizzare anche piccoli lavoretti ma il suo uso è dilagato favorito anche dalle leggi nazionali che ne hanno esteso l’utilizzo anche per prestazioni non occasionali, pur restando in un limite annuo passato di 5 mila euro per lavoratore e 2 mila euro per committente.

 


Nel lecchese si è passati dai 320 mila ‘buoni’ venduti nel 2013 ai 545 mila del 2014, l’anno successivo sono aumentati di nuovo superando i 982 mila voucher venduti e le stime del 2016 parlano di un nuovo incremento, con 1,314 milioni di ticket venduti. I settori di maggior utilizzo risulterebbero essere quelli del commercio, del turismo e delle cooperative.

I dati sono stati diffusi dalla Cisl di Monza e Lecco, anch’essa contraria a quello che viene definito “un abuso” e un “uso distorto” di questa modalità di pagamento del lavoro. La posizione della Cisl è diverrsa però rispetto a quella della Cgil: “Noi crediamo sia necessario contrastarne il cattivo utilizzo e non abolire uno strumento che può essere utile in certi contesti per combattere il lavoro nero – ha spiegato la segretaria Rita Pavan – Chiediamo però che vengano riportati alle sole prestazioni occasionali ed eliminati dal settore dell’agricoltura e dell’edilizia”.