Il Comune di Lecco aveva previsto di recuperare 750mila euro all’anno per tre anni dai contributi non pagati per quanto riguarda le imposte locali sugli edifici (Ici) e sui rifiuti (Tarsu). Ma già nei primi quattro mesi ha superato di più della metà l’obiettivo.
“Non sempre si tratta di evasione, a volte è elusione legate a errate valutazioni delle norme” ha dichiarato l’assessore al Bilancio Mario Moschetti.
Nel frattempo l’amministrazione insieme ad altri 43 Comuni lecchesi sta avviando la collaborazione con l’Agenzia delle Entrate per la lotta all’evasione fiscale che riguarda non i tributi locali, ma la fiscalità generale.
Sono in corso alcuni incontri formativi per i funzionari locali. Uno anche stamane (mercoledì) nella sede provinciale dell’Agenzia al quale hanno partecipato Lecco, Pescate, Civate, Malgrate, Oliveto Lario, Pescate, Valmadrera, Colico e Dervio.
L’azione coordinata a regime porterebbe nelle casse comunali circa il 33% delle somme effettivamente riscosse in seguito alle segnalazioni inviate; mentre la Regione Lombardia non ha ancora stabilito la spartizione degli accertamenti legati alle addizionali regionali
Ma secondo Moschetti, l’effettiva partenza della collaborazione non potrà avvenire entro l’anno corrente, perché vi è necessità di mettere in collegamento una pluralità di uffici e soprattutto di affinare l’incrocio delle informazioni residenti nelle diverse banche dati. Verranno comunque esplicitate le categorie e le pratiche al centro delle indagini del periodo, con una retro attività di cinque anni.
L’incontro di oggi al quale ha partecipato anche l’assessore si è apertocon i saluti del direttore reggente dell’Agenzia delle Entrate provinciale Rosario Lo Conte e il capo accertamenti Angelo D’Errico.
Nelle parole di Lo Conte lo spaccato dell’attività anti evasione in Lombardia: 1300 gli accertamenti provinciali lo scorso anno, 8 milioni di euro l’ammontare accertato in regione. Sono risultati ottenuti inseguendo due obiettivi pianificati, uno numerico che stabilisce la quantità di accertamenti divisi per categoria (grosse e medie imprese, studi di settore, autonomi ecc.) e l’altro di budget accertato, ossia di recupero evasioni, “incassi reali”, dai quali dipende la valutazione dei dirigenti delle Entrate.
L’utilità della collaborazione con i Comuni nasce in quelle aree che sfuggono ai database centrali, per le quali è più facile il monitoraggio nelle normali attività di una amministrazione locale. Riguardano principalmente ambiti come le attività commerciali e professionali, il patrimonio immobiliare, le residenze fittizie all’estero, i beni indicativi della capacità contributiva, come ha spiegato Nicoletta Maratia.
Uno dei casi tipici citati è la compavendita di un terreno con immobile, poi abbattuto per ricostruire, se viene venduto come terreno edificabile, l’atto è soggetto all’imposta sul plusvalore, se invece come cessione di un immobile no. O ancora il bar, o la discoteca che figurano come attività di una associazione culturale.
Più in dettaglio l’Agenzia metterà a disposizione dei Comuni, tramite il canale telematico Siatel, informazioni relative a dichiarazioni dei redditi, registrazioni di atti, dichiarazioni di successione e utenze. L’incrocio di questi dati con quelli già in loro possesso e la conoscenza del territorio consentiranno alle amministrazioni locali di predisporre e inviare via web segnalazioni qualificate, cioè ben circoscritte, di tutte quelle notizie, dati o situazioni in grado di celare pratiche ad alto potenziale di evasione.
Sotto il workshop dei funzionari comunali all’Agenzia delle Entrate, in mezzo a loro l’assessore Mario Moschetti