Filca, il concordato e la preoccupazione del sindacato

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LECCO – E’ attesa per il 13 dicembre l’udienza che dovrà stabilire sul concordato di Filca Coopertive: in quell’occasione il giudice dovrà decidere se il piano presentato dalla società lecchese, nota realtà del settore edile, soddisfa tutti i requisiti, e quindi la platea di creditori, oppure procedere alla revoca.

Una data a cui guardano con preoccupazione anche i sindacati che rappresentano i lavoratori, i quali, attraverso il concordato, dovranno percepire il trattamento di fine rapporto e le retribuzioni non pagate. “Sono passati 10 mesi dall’ammissione e ancora i dipendenti non possono ancora insinuarsi nella procedura, finché non si andrà oltre a questa fase – ha ricordato Giuseppe Cantatore della Fillea Cgil – Ad oggi non hanno preso un centesimo, neanche la parte di paga legata alla prededuzione, quei giorni lavorati dopo che il concordato è stato depositato in tribunale”.

I Sindacati martedì pomeriggio hanno incontrato Giacomo Fumeo, patron della Filca; incontro che non ha calmato i loro timori, soprattutto riguardo al possibile esito della procedura, ovvero se il tribunale riterrà sufficiente il piano presentato da Fumeo attraverso i suoi legali.

Se infatti Filca avrebbe ottenuto circa 5 milioni di euro da quattro istituto di credito a sostegno del piano di concordato, potrebbero non essere giudicate non sufficienti le “notes”, i titoli obbligazionari destinate ad alcune delle banche creditrici (datio in solutum, ovvero l’adempimento attraverso una diversa prestazione) con i quali verrebbe raggiunta nominalmente la soglia del 20% di soddisfazione del credito, ma che di fatto avrebbero un valore reale inferiore.

Anche se con un parere di accettazione da parte del creditore, spetterà comunque al tribunale l’ultima parola. “Abbiamo chiesto un incontro ai commissari giudiziari che stanno seguendo la vicenda – Riccardo Nucera e Raffaella Paveri (ndr) – per avere maggiori chiarimenti. Quello che ci preme rispetto alla situazione dei lavoratori, è che si faccia presto una scelta, per dare la possibilità ai lavoratori di ottenere quando dovuto – conclude Cantatore – sia che si vada verso l’esecuzione del concordato o verso il fallimento della cooperativa”.